La preghiera
Dall' Evangelo come mi è stato rivelato
- Il primo “Pater noster” è stato pronunciato nell’orto di Nazareth per consolare la pena di Maria, per offrire le “nostre” volontà all’Eterno (…)
E per quanto noi non avessimo nulla da farci perdonare dal Padre, pure per umiltà, noi, i Senza Colpa, abbiamo chiesto il perdono del Padre per andare perdonati, assolti anche di un sospiro, incontro alla nostra missione degnamente. Per insegnarvi che più si è in grazia di Dio e più la missione è benedetta e fruttuosa. Per insegnarvi il rispetto di Dio e l’umiltà. Davanti a Dio Padre anche le nostre due perfezioni di Uomo e di Donna si sono sentite nulla e hanno chiesto perdono. Come hanno chiesto il “pane quotidiano”. (….) Il “nostro” pane quotidiano era quello di fare giorno per giorno la nostra parte di missione. (…)
Maria prega insieme a Gesù. E’ Gesù che vi giustifica, figli. Sono Io che rendo accettevoli e fruttuose le vostre preghiere presso il Padre. (…)
Quando pregate, unitevi sempre, sempre, sempre a Me. Io pregherò a voce alta per voi, coprendo la vostra voce di uomini con la mia di Uomo-Dio. Io metterò sulle mie mani trafitte la vostra preghiera e l’eleverò al Padre. Diverrà ostia di pregio infinito. La mia voce fusa con la vostra salirà come bacio filiale al Padre, e la porpora delle mia ferite farà prezioso il v ostro pregare. Siate in Me se volete avere il Padre in voi, con voi, per voi. 44.14
- Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male. 46.15
- Udite come dovete pregare e col labbro e col lavoro e con tutto voi stessi, per impulso del cuore che ama, sì, Dio e Padre lo sente, ma che anche sempre ricorda chi è il Creatore e chi è la creatura e sta con amore riverenziale al cospetto di Dio, sempre, sia che ori o che traffichi, sia che cammini o che riposi, sia che guadagni o che benefichi. Per impulso del cuore, ho detto. E’ la prima ed essenziale qualità. Perché tutto viene dal cuore e come è il cuore tale è la mente, tale la parola, lo sguardo, l’azione. 172.5
- O anime ancora sacrificate nel laccio del fidanzamento con Dio, quando volete parlare allo Sposo, mettetevi nella pace della vostra dimora e soprattutto nella pace della vostra dimora interiore e parlate angelo di carne fiancheggiato dall’angelo custode, al Re degli angeli. Parlate al Padre vostro nel segreto del vostro cuore e della vostra stanza interiore. Lasciate fuori tutto quanto è mondo: e la smania di essere notati e quella di edificare e gli scrupoli delle lunghe preghiere colme di parole, parole e monotone e tiepide e scialbe d’amore. Per carità! Liberatevi dalle misure nel pregare.
In verità vi sono alcuni che sprecano più e più ore in un monologo ripetuto con le labbra sole e che è un vero soliloquio perché neppur l’angelo custode lo ascolta, tanto è rumore vano a cui egli cerca di rimediare sprofondandosi di suo in ardente orazione per il suo stolto custodito. (…)
La preghiera è azione d’amore. E amare si può tanto orando che facendo il pane, meditando che assistendo un infermo, tanto compiendo pellegrinaggio al Tempio che accudendo alla famiglia, tanto sacrificando un agnello quanto sacrificando i nostri anche giusti desideri di raccogliersi nel Signore. Basta che uno intrida tutto se stesso e ogni sua azione nell’amore. Non abbiate paura! Il Padre vede. Il Padre comprende. Il Padre ascolta. Il Padre concede. Quante grazie non sono date anche per un solo, vero, perfetto sospiro d’amore. Quanta abbondanza per un sacrificio intimo fatto con amore. Non siate simili ai gentili. Dio non ha bisogno che gli diciate ciò che deve fare perché voi ne abbisognate. Ciò possono dirlo i pagani ai loro idoli che non possono intendere. Non voi a Dio, al Vero Spirituale Iddio che non è solo Dio e Re, ma è Padre vostro e sa, prima ancora che voi glielo chiediate, di che avete bisogno. 172.6
- Voi chiedete. E vi pare giusto di chiedere. Infatti per quel momento non sarebbe neanche ingiusta quella grazia. Ma la vita non termina in quel momento. E ciò che è bene oggi può essere non bene domani. Voi questo non lo sapete perché voi sapete solo il presente, ed è una grazia di Dio anche questa. Ma Dio conosce anche il futuro. E molte volte per risparmiarvi una pena maggiore vi lascia non esaudita una preghiera. 172.7
- "Padre Nostro che sei nei Cieli ….” In queste parole è chiuso come in un cerchio d’oro tutto quanto abbisogna all’uomo per lo spirito e per la carne e il sangue. Con questo chiedete ciò che è utile a quello e a questi. E se farete ciò che chiedete acquisterete la vita eterna. E una preghiera tanto perfetta che i marosi delle eresie e il corso dei secoli non l’intaccheranno. (…) Ricordatevela bene. Meditatela continuamente. Applicatela alle vostre azioni. Non occorre altro per santificarsi. Se uno fosse solo, in un posto di pagani, senza chiese, senza libri, avrebbe tutto lo sciibile da meditare in questa preghiera e una chiesa aperta nel suo cuore per questa preghiera. Avrebbe una regola e una santificazione sicura. 202.5
- “Padre nostro”. Io chiamo: “ Padre”. Padre è del Verbo, Padre è dell’Incarnato. Così voglio lo chiamate voi perché voi siete uni con Me, se voi in Me permanete. (…)
Padre! Dite. E non stancatevi di dire questa parola. Non sapete che ogni volta che la dite il Cielo sfavilla per la gioia di Dio? Non diceste che questa e con vero amore, fareste già orazione gradita al Signore. 203.6
- “Sia santificato il tuo Nome”.
Oh! Nome più di ogni altro santo e soave. Nome che il terrore del colpevole vi ha insegnato a velare sotto un altro. No, non più Adonai, non più. E’ Dio. E’ il Dio che in un eccesso di amore ha creato l’Umanità. 203.7
- “Venga il Regno tuo in terra come in Cielo”.
Desideratelo con tutte le vostre forze questo avvento. Sarebbe la gioia sulla terra, se esso venisse. Il Regno di Dio nei cuori, nelle famiglie, fra i cittadini, fra le nazioni. Soffrite, faticate, sacrificatevi per questo Regno. Sia la terra uno specchio che riflette nei singoli la vita dei Cieli. 203.8
- “E in terra come in Cielo sia fatta la tua volontà”.
L’annullamento della volontà propria in quella di Dio si può fare solo quando si è raggiunto il possesso delle teologali virtù in forma eroica. In Cielo, dove tutto è senza difetti, si fa la volontà di Dio. Sappiate, voi figli del Cielo, fare ciò che in Cielo si fa. 203.9
- Dacci il nostro pane quotidiano”.
Quando sarete nel Cielo vi nutrirete soltanto di Dio. La beatitudine sarà il vostro cibo. Ma qui ancora abbisognate di pane. E siete i pargoli di Dio. (…) Perciò Io vi dico: “ Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto”. Infatti a chi chiede viene dato, chi cerca finisce di trovare e a chi bussa si apre la porta. (…) Chiedete dunque con amore umile e filiale il vostro pane al Padre. 203.10
- “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Vi sono i debiti materiali e quelli spirituali. Vi sono anche debiti morali. E’ debito materiale la moneta a la merce che avuta in prestito va restituita. E’ debito morale la stima carpita e non resa e l’amore voluto e non dato. E’ debito spirituale l’ubbidienza a Dio dal quale molto si esigerebbe salvo dare ben poco, e l’amore verso di Lui. Egli ci ama e va amato, così come va amata una madre, una moglie, un figlio da cui si esigono tante cose. L’egoista vuole avere e non dà. Ma l’egoista è agli antipodi del Cielo. Abbiamo debiti con tutti. Da Dio al parente, da questo all’amico, dall’amico al prossimo, dal prossimo al servo e allo schiavo, essendo tutti esseri come noi. Guai a chi non perdona! Non sarà perdonato. Dio non può, per giustizia, condonare il debito dell’uomo a Lui Santissimo se l’uomo non perdona al suo simile. 203.11
- “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Maligno”.
Pregate con umiltà perché Dio impedisca le tentazioni. Oh! L’umiltà! Conoscersi per quello che si è! Senza avvilirsi, ma conoscersi. Dire: ”Potrei cedere anche se non mi sembra poterlo fare, perché io sono un giudice imperfetto di me stesso. Perciò, Padre mio, dammi possibilmente, libertà dalle tentazioni col tenermi vicino a Te da non permettere al Maligno di nuocermi”. Perché, ricordatelo, non è Dio che tenta al Male, ma è il Male che tenta. Pregate il Padre perché sorregga la vostra debolezza al punto che essa non possa essere indotta in tentazione dal Maligno. 203.12
- Sia nella gioia come nel dolore, sia nella pace come nella lotta, lo spirito nostro ha bisogno di tuffarsi tutto dentro all’oceano della meditazione, per ricostruire ciò che il mondo e le vicende abbattono e per creare nuove forze per sempre più salire. (…) E’ sempre molto utile allo spirito, l’elevazione mentale a Dio, la meditazione, in cui, contemplando la sua divina perfezione e la nostra miseria, o quella di tante povere anime, non già per criticarle ma per compatirle e capirle, e per avere riconoscenza al Signore che ci ha sorrette per non farci peccare, o ci ha perdonate per non lasciarci cadute, noi giungiamo a pregare realmente, ossia ad amare. Perché l’orazione per essere realmente tale deve essere amore. Altrimenti è borbottio di labbra dal quale l’anima è assente. 247.4
- La preghiera non è nell’atto ma nel sentimento. 261.5
- La preghiera è la conversazione del cuore con Dio e dovrebbe essere lo stato abituale dell’uomo. 262.9
- Date il refrigerio limpido e benefico della preghiera ai vivi e ai morti che hanno sete di grazie. (…) Preghiere, preghiere, feconde perché attive di amore e di spirito di sacrificio.
La preghiera deve essere vera, non meccanica, attiva. Pregate più col sacrificio che con le labbra e darete refrigerio ai vivi e ai morti, facendo la seconda opera di misericordia spirituale. Il mondo sarà salvato più dalle preghiere di coloro che sanno pregare, che dalle fragorose, inutili, micidiali battaglie. 275.14
- Preghiera delle varie ore del giorno di Gesù.
La giornata ce la dà Iddio. Tutta, quella luminosa come quella oscura: il giorno e la notte. E’ un dono vivere e avere la luce, è un modo di santificazione quello come si vive, allora occorre santificare i momenti del giorno intero, per conservarsi in santità e tenere presente al cuore dell’Altissimo le sue bontà e nel contempo tenere lontano il Demonio. Osserva gli uccellini, al primo raggio di sole, cantano; benedicono la luce. Anche noi dobbiamo benedire la luce che è un dono di Dio e benedire Dio che ce la concede e che Luce è. Avere desiderio di Lui fin dalla prima luce del mattino quasi per mettere un sigillo di luce, una nota di luce su tutto il giorno che viene avanti, che sia tutto luminoso e santo. Unirsi a tutto il creato per osannare il Creatore.
Come le ore passano e col passare ci portano la constatazione di quanto dolore e ignoranza è nel mondo, ancora pregare perché il dolore sia sollevato e l’ignoranza cada e Dio sia conosciuto e amato, pregato da tutti gli uomini che se conoscessero Dio sarebbero consolati anche nel loro soffrire.
Nell’ora di sesta pregare per amore della famiglia, gustare di questo dono di essere uniti con chi ci ama, anche questo è un dono di Dio. Pregare perché il cibo non si muti, da utilità, in peccato.
Al tramonto pregare pensando che la morte è il tramonto che ci aspetta tutti, pregare perché sia, il nostro tramonto, giornaliero o vitale, sempre compiuto con l’anima in grazia.
Quando si accendono i lumi, pregare per dire grazie del giorno finito e per chiedere protezione e perdono, per distenderci nel sonno senza paure d’improvviso giudizio, di assalti demoniaci.
Pregare infine, nella notte, per riparare ai peccati della notte, per allontanare i deboli da Satana, perché nei colpevoli, sorgano riflessione, contrizione e buoni propositi che diverranno realtà al primo sole. Ecco come prega e perché prega un giusto durante tutto il giorno.
All’ora di nona : “Per il Sacrificio di quest’ora venga il tuo Regno nel mondo e siano redenti tutti coloro che credono nel tuo Verbo”. Dì così anche tu.
(…) “Alzato nella purpurea veste delle sue piaghe infinite, nelle tenebre per dare Luce, nella morte per dare Vita, morrà all’ora di nona e sarà redento il mondo”. 291.3
- La preghiera fidente può mutare un castigo in benedizione. 352.11
- Le preghiere dei bambini vengono portate dai loro angeli in cielo e l’Altissimo le converte in grazie. 461.4
-
Preghiamo insieme. Non c’è altro da fare per riconquistare pace, forza spirituale, amore, compatimento…. anche verso noi stessi. La preghiera fuga i fantasmi di Satana e ci fa sentire vicino a Dio. E con Dio vicino, tutto si può affrontare e sopportare con giustizia e merito. 497.5
- L’Altissimo per il persistere di una preghiera può mutare il corso degli avvenimenti. 505.4
- Bisogna saper pregare, senza stancarsi dopo le prime orazioni e saper chiedere cose buone e affidarsi a Dio dicendo: “però sia fatto ciò che la Tua Sapienza vede per noi più utile” . Abbiate fede. Sappiate pregare con fede nella preghiera e con fede in Dio vostro Padre. (…) La preghiera perseverante apre il Cielo, e la fede salva l’anima in qual che sia il modo che la preghiera sia ascoltata ed esaudita. 505.6
- La preghiera perseverante apre il cielo e la fede salva l’anima, qualunque sia il modo in cui la preghiera viene ascoltata ed esaudita. 505.6
- Qualunque cosa chiederete con la preghiera, dice Gesù, abbiate fede di ottenerla e l’avrete.
Ma se prima di pregare avete qualcosa contro qualcuno, prima perdonate e fate pace per avere amico il Padre vostro che è nei Cieli, che tanto, tanto vi perdona e benefica, dalla mattina alla sera, e dal tramonto all’aurora. 594.3
- L’orazione è quella che alimenta le forze dell’apostolo perché lo fonde con Dio. 629.14
- La meditazione è l’orazione più attiva. 630.17
- Pregate, soffrite, fate pregare, andate elemosinando sacrifici e sofferenze ai puri, ai buoni, ai generosi, perché con queste cose si convertono i fratelli. La Passione di Cristo continua nei cristiani, nessuno è escluso dalla grande opera che è la Redenzione del mondo. 635.19
Dai Quaderni
- Chi prega ottiene e se proprio si pregasse fortemente per i peccatori, si otterrebbe la loro conversione. (…)
Nessuno è tanto meschino che la sua preghiera non serva. Dio è attirato da una preghiera che sale dal mondo e scende come forza nel cuore di una mia sposa che vacilla in un convento. (…) La preghiera non sale quando ha una zavorra di umanità appesa alle ali e l’orazione non può svolgersi. La preghiera non si spande sulla terra per salvare i peccatori e non sale per consolare Me, se è resa spessa da molto fango umano. 15.6.43
- Beate quelle labbra e quelle contrade in cui si pronuncia “Ave Maria”. Ave: io ti saluto. Il più piccolo al più grande, il bimbo al genitore, l’inferiore al superiore, sono tenuti, nella legge di educazione umana, a dire sovente il saluto rispettoso, doveroso, amoroso, a seconda dei casi. Il fratello mio non deve negare questo atto di amore reverenziale alla Mamma perfetta che abbiamo in Cielo. 3.9.43
- Dio non ha mandato il suo angelo a dire “Ave” a Maria soltanto. Dio vi saluta. cari figli, con le sue attenzioni, Dio vi manda per angeli le sue sante ispirazioni, Dio vi porta le sue benedizioni da mattina sera e da sera a mattina. Siete sempre circondati dalle onde amorose e previdenti del pensiero di Dio. 4.9.43
- Nel Pater noster è la perfezione della preghiera. Nessun atto è assente nella brevità della formula. Fede, speranza, carità, ubbidienza, rassegnazione, abbandono, domanda, contrizione, misericordia, sono presenti. Dicendola pregate con tutto il Paradiso, durante le prime quattro petizioni poi, lasciando il Cielo, che è la dimora che vi attende, tornate sulla terra, rimanendo con le braccia alte verso il Cielo per implorare per le necessità di quaggiù e per chiedere aiuto nella battaglia da vincersi per tornare lassù.
“Padre nostro che sei nei Cieli”. Solo il mio amore poteva dirvi: dite “Padre nostro”. Con questa espressione vi ho investiti pubblicamente del titolo sublime di figli dell’Altissimo e fratelli miei. (…)
Avere un padre, è dolce cosa e forte aiuto (…) ma avere un Padre di perfezione assoluta, qual è il Padre che è nei Cieli, è dolcezza delle dolcezze, aiuto degli aiuti. Guardate a questo Padre-Dio con timore santo, ma sempre più forte del timore sia l’amore riconoscente per il Datore della vita in terra e in cielo.
“Sia santificato il Nome tuo”
Con lo stesso movimento dei serafini e di tutti i cori angelici, ai quali e coi quali vi unite nell’esaltare il nome dell’Eterno, ripetete questa esaltante, riconoscente, giusta lode al Santo dei Santi. Ripetetela pensando a Me che prima di voi, Io, Dio Figlio di Dio, l’ho detta con venerazione somma e con sommo amore. Ripetetela nella gioia e nel dolore, nella luce e nelle tenebre, nella pace e nella guerra. Beati quei figli che non hanno mai dubitato del Padre e in ogni ora, in ogni evento, hanno saputo dirgli: ”Sia benedetto il tuo Nome!”.
“Venga il tuo Regno”.
Questa invocazione dovrebbe essere il battito del pendolo di tutta la vostra vita e tutto dovrebbe gravitare su questa invocazione al Bene, perché il Regno di Dio nei cuori e dai cuori al mondo, vorrebbe dire: Bene, Pace, e ogni altra virtù. Scandite perciò la vostra vita di innumeri invocazioni per l’avvento di questo Regno, ma implorazioni vive, ossia agire nella vita applicando il vostro sacrificio di ogni ora, perché agire bene vuol dire sacrificare la natura, a questo scopo.
“Sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”.
Il Regno del Cielo sarà di chi ha fatto la Volontà del Padre, non di chi avrà accumulato parole su parole e poi si è ribellato al volere del Padre, mentendo alle parole anzidette. Anche qui vi unite a tutto il Paradiso che fa la volontà del Padre e se tale volontà la fanno gli abitanti del Regno, non la farete voi per divenire, a vostra volta, abitanti di lassù? Oh, gioia che vi è stata preparata dall’amore Uno e Trino di Dio! Come potete voi non adoperarvi con perseverante volontà a conquistarla?
Chi fa la volontà del Padre vive in Dio, vivendo in Dio non può errare, non può peccare, non può perdere la sua dimora in cielo, poiché il Padre non vi fa fare altro che ciò che è Bene, e che essendo Bene, salva dal peccare e conduce al Cielo. Chi fa sua la volontà del Padre, annullando la propria, conosce e gusta dalla Terra la Pace che è dote dei beati. Chi fa la volontà del Padre, uccidendo la propria volontà perversa e pervertita, non è più un uomo: è già uno spirito mosso dall’amore e vivente nell’amore.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”
Ho detto ‘oggi’ e ho detto ‘pane’. Io non dico mai nulla di inutile. ‘Oggi’. Chiedete giorno per giorno gli aiuti al Padre, è misura di prudenza, giustizia, umiltà.
‘Prudenza’: i doni di Dio non vanno sciupati, inoltre se aveste tutto, dimentichereste Iddio.
‘Giustizia’: (…) non bisogna diffidare di Dio, Egli vi ama con perfezione, è il Padre perfettissimo. Chiedere tutto insieme urta la fiducia e offende il Padre.
‘Umiltà’: il dover chiedere giorno per giorno vi rinfresca nella mente il concetto del vostro nulla, della vostra condizione di poveri e del Tutto e della Ricchezza di Dio.
‘Pane’. Ho detto “pane” perché il pane è l’alimento - re, indispensabile alla vita. Con una parola e nella parola ho chiuso, perché li chiedeste tutti, tutti i bisogni della vostra sosta terrena.
“Pane - cibo” per coloro che hanno una spiritualità embrionale al punto che è già molto se sanno chiedere a Dio il cibo per saziare il loro ventre.
“Pane - aiuto” nelle necessità morali e materiali per chi non vive solo per il ventre, ma sa vivere anche per il pensiero, avendo una spiritualità più formata.
“Pane – religione” per coloro che, ancora più formati, antepongono Dio alle soddisfazioni del senso e del sentimento umano e già sanno muovere le ali nel soprannaturale.“Pane – spirito, pane – sacrificio” a quelli che, raggiunta l’età piena dello spirito, sanno vivere nello spirito e nella verità, occupandosi della carne e del sangue solo quel tanto che è strettamente necessario per continuare ad esistere nella vita mortale, finché sia l’ora di andare a Dio. Questi hanno ormai scalpellato se stessi sul mio modello e sono copie viventi di Me, sulle quali il Padre si curva con abbraccio d’amore.
“Perdonaci i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori”.
Non v’è, nel numero dei creati, nessuno, eccetto mia Madre, che non abbia avuto da farsi perdonare dal Padre colpe più o meno gravi a seconda della propria capacità d’esser figli di Dio. Pregate il Padre che vi cancelli dal novero dei suoi debitori; se lo farete con animo umile, sincero, contrito, piegherete l’Eterno in vostro favore.
Condizione essenziale per ottenere, per essere perdonati, è di perdonare. Se vorrete solo e non darete pietà al vostro prossimo, non conoscerete perdono dell’Eterno. Dio non ama gli ipocriti e i crudeli e colui che respinge il perdono al fratello, respinge il perdono del Padre a se stesso.
Considerate inoltre che, per quanto possiate essere stati feriti dal prossimo vostro, le vostre ferite a Dio sono infinitamente più gravi. Questo pensiero vi spinga a perdonare tutto, come Io perdonai per mia Perfezione e per insegnare il perdono a voi.
“Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male”.
In tentazione Dio non vi induce. Dio vi tenta con doni di Bene soltanto, per attirarvi a Sé. Voi, interpretando male le mie parole, credete che esse vogliano dire che Dio vi induca in tentazione per provarvi. No. Il buon Padre che è nei Cieli il male lo permette ma non lo crea. Egli è il Bene da cui sgorga ogni bene, ma il Male c’è. Ci fu dal momento in cui Lucifero si aderse contro Dio. Sta a voi fare del Male un Bene, vincendolo e implorando dal Padre le forze per vincerlo.
Ecco che cosa chiedete con l’ultima petizione, che Dio vi dia tanta forza da sapere resistere alla tentazione. Senza il suo aiuto la tentazione vi piegherebbe, perché essa è astuta e forte e voi siete ottusi e deboli; ma la Luce del Padre vi illumina, la Potenza del Padre vi fortifica, l’Amore del Padre vi protegge, così il Male muore e voi ne rimanete liberati.
Se il mondo sapesse vivere il Pater, il Regno di Dio sarebbe nel mondo, ma il mondo non sa pregare, non sa amare, non sa salvarsi. Sa solo odiare, peccare, dannarsi.
Io non ho dato e fatto questa preghiera per il mondo che ha preferito essere regno di Satana. Io ho dato e ho fatto questa preghiera per coloro che il Padre mi ha dato perché sono suoi e l’ho fatta affinché siano una cosa sola col Padre e con Me fin da questa vita, per raggiungere la pienezza dell’unione, nell’altra. 7.7.43 - "Ora e nell’ora della morte”.
E’ l’invocazione che fa riscontro al “Liberaci dal male”. Voi non vi riflettete, ma è così. Vi ho dato una Madre oltre che un Padre e se chiedete al Padre d’essere liberati dal Male, non direte alla Madre di tenere lontana da voi la morte che è male? Ma pensate con mente elevata in Dio e chiedete con intelligenza di figli di Dio. Non vi dovete tanto preoccupare del male e della morte nel senso umano della parola, quanto del Male e della Morte nel senso soprannaturale. 8.11.43
- "Il Signore è con Te”. Sempre il Signore è con l’anima in grazia. Dio non si allontana neppure quando il Tentatore si avvicina. Dio si allontana soltanto quando la creatura cede al Tentatore e corrompe l’anima sua. (…)
L’unito con Dio è saturo di Dio e ogni altra cosa che non sia Dio resta alla superficie (…) e anziché assorbire l’esterno in sé, diffonde l’interno sui prossimi, diffonde cioè, il Bene, Iddio. 5.9.43
- "Benedetta tu fra tutte le donne”.
Questa benedizione che voi dite malamente o non dite affatto a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la Redenzione, risuona continuamente in Cielo, pronunciata con infinito amore dalla nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della Misericordia divina. 6.9.43
- “Benedetto il frutto del tuo seno”
Si, ma Io, a quel seno che meritava tutta la gioia destinata ad un Adamo senza colpa, ho dovuto dare tutto il dolore, per voi. Per voi la pena di addolorare Giuseppe. Per voi il puerperio fra tanto squallore. Per voi la profezia di Simeone che le rigirò la lama nella ferita, ribadendo e acutizzando il morso della spada. Per voi la fuga in terra straniera, per voi le ansie di tutta una vita, per voi gli affanni di sapermi evangelizzante e perseguitato dalle caste nemiche, per voi lo spavento della cattura, il tormento della molteplice tortura, l’agonia della mia agonia, la morte della mia morte. 7.9.43
- Sempre dal cominciare della preghiera la grazia del Signore scende su voi. Parlo della preghiera santa, non della stolta richiesta di cose inutili, o da Dio e dalla morale retta riprovate. L’Eterno che veglia su voi dai cieli non ha cuore di bronzo simile al vostro che siete duri ai fratelli e ingrati a Dio. Egli subito si piega su voi quando con cuore umile, amoroso e fidente, quando con sacrificio e costanza, chiedete a Dio pietà.
Pane e conforto, scienza e guida vi dà Dio quando a Lui vi rivolgete. E se non sempre siete esauditi, non pensate di rimanere senza risposta al vostro pregare. Per un che, negato da una Intelligenza che tutto conosce, voi ricevete altri doni che non sempre subito apprezzate e dei quali non siete subito riconoscenti. Ma prima o poi dovete riconoscere questa Bontà intelligente che vi cura. E se qui non lo conoscete, sarà certamente oltre la vita della terra che conoscerete quanto fu grande e buono con voi il Signore. 29.11.43
- Il mio Cuore pregò sulla Croce per i suoi crocifissori e quelli che pregano per chi li fa soffrire sono simili a Me che pregai per i miei carnefici. Fiducia in Me che vedo e pazienza verso gli altri, verso le cose che vi si accaniscono contro. La ricompensa è tale che merita ogni sacrificio e non tarderà a venire. 20.1.44
- State uniti a Me, Io ero solo a pregare il Padre, ma voi non siete soli: voi avete con voi il Salvatore, il Figlio dell’Altissimo. Pregate il Padre con Me, nel mio Nome. 27.2.44
- Per tutti coloro che non vogliono o non possono pregare in maniera che ogni giorno abbia quel numero di omaggi che la Divinità richiede,(…) pregano i claustrati.Pregano Dio per onorarlo, Lo pregano per placarlo, lo pregano per impetrarlo. Sono le braccia alzate sopra coloro che combattono, e chiedono per tutti. 16/3/44
- Pregare per dar lode e riparazione a Dio bestemmiato da tanti.
Pregare per chi non prega.
Pregare per la Chiesa.
Pregare per il Sacerdozio (…)
Pregare per la società umana che vada a Dio se vuol salvarsi.
Pregare per la patria che abbia pace e bene.
Pregare per chi soffre, per chi ha fame, per chi è senza tetto.
Pregare per chi dubita e sente che la disperazione lo abbranca.
Pregare, pregare, pregare
Per ultimo pregare per te 16/3/44
- Pregate per amare, siate buoni per amare, vivete per amare. 19/3/44
- Il Signore Gesù Cristo ha insegnato agli uomini a chiedere il pane quotidiano. Ma, se lo si sapesse meditare, ha messo questa petizione, di una necessità tutta umana, dopo le tre sublimi petizioni che il Nome Ss. di Dio abbia gli onori ed Esso dovuti, che il Regno venga, che la Sua Volontà sia fatta come in Cielo così in Terra. (…) Questa orazione, senza lacuna e difetto, insegna all’uomo come, perché, per cosa si deve pregare. 2.6.46
- Chiedete, chiedete, chiedete. Per tutti. Per i buoni perché Dio li benedica. Per i malvagi perché Dio li converta. Dite con Me: “Padre perdona loro”. Chiedete la salute, la pace in famiglia, la pace nel mondo, la pace per l’eternità.
Chiedete la santità.(…) Dio è il santo ed è il Padre. Chiedetegli in un (insieme) con la vita che vi mantiene, la santità attraverso la Forza che viene da Lui.
Non abbiate paura di chiedere. Il pane quotidiano e la benedizione quotidiana.(…) Non temete di osare troppo. 14/6/44
- Il Signore Gesù Cristo ha insegnato agli uomini a chiedere il pane quotidiano. Ma, se lo si sapesse meditare, ha messo questa petizione, di una necessità tutta umana, dopo le tre sublimi petizioni che il Nome Ss. di Dio abbia gli onori ed Esso dovuti, che il Regno venga, che la Sua Volontà sia fatta come in Cielo così in Terra. (…) Questa orazione, senza lacuna e difetto, insegna all’uomo come, perché, per cosa si deve pregare. 2.6.46
- L’uomo dà carità a Dio quando riducendo allo stretto necessario pratiche e preghiere vocali, opera e ora con tutto sé stesso senza interruzione, come fece Gesù. 11/9/49
Dal Libro di Azaria
Il Ss. Signore Gesù Cristo ha insegnato agli uomini a chiedere il pane quotidiano. Ma se lo si sapesse meditare, ha messo questa petizione, di una necessità tutta umana, dopo le tre sublimi petizioni che il Nome Ss. di Dio abbia gli onori ad Esso dovuti, che il suo Regno venga , che la Sua Volontà sia fatta come in Cielo così in Terra. La preghiera perfetta, perché insegnata dal Verbo. (…)
Questa orazione, senza lacuna e difetto, insegna all’uomo come, perché, per cosa si deve pregare. 136-Az
- Beati quelli che sanno pregare per lo spirito e per le cose dello spirito. Più beati quelli che sanno pregare neppure per chiedere cose sante, ma per dire: “Tu che sai ciò che è il meglio per me, dammi il meglio”. Beatissimi quelli che giungono a dimenticare se stessi e di chiedere a Dio di fare per il meglio, ma chiedono soltanto: ”Ti prego perché si compia ciò che è tua gloria e ciò che può essere santificazione dei fratelli”.
Allora l’orante sale alla perfetta orazione, a quella che dimentica i propri martiri ma, supplica per gli altri. La preghiera di Gesù SS. sulla Croce, più alta ancora di quella di ubbidienza del Getzemani. Più alta perché perfetta carità: “Padre, perdona loro”.
Quando dici: “ Padre, non per me, ma per il bene che tanti fratelli possono averne, ma perché questo bene aumenti la Tua gloria” allora tu tocchi il perfetto pregare. Quello della creatura che aderisce talmente al suo Dio da fondersi in Esso e da avere i suoi stessi desideri: il bene, la santificazione, la gloria degli uomini per dare gloria al Signore. Az. 140
- Nella necessità, alzare lo sguardo spirituale a Dio. Nella soddisfazione della grazia ottenuta, alzare lo sguardo a Dio. Nella gioia, alzare lo sguardo spirituale a Dio. Nel dolore, alzare lo sguardo spirituale a Dio. Nelle solitudini, alzare lo sguardo spirituale a Dio. Per avere aiuto, per ringraziarlo, per renderlo partecipe della vostra gioia, per avere chi compassiona il vostro dolore, per non essere soli. Az-141- 2.6.46
- L’orazione, quando è veramente “orazione” è uniformare i propri palpiti d’amore di creatura ai palpiti d’amore del suo Dio. 157-Az
- "Il padre vostro sa di che avete bisogno. Ad ogni giorno il suo affanno”. Perché mettervi in tristezza e tedio per cose future e che forse vedete solo per suggestione e opera demoniaca volta a spaurirvi e farvi dubitare della Provvidenza? L’affanno del domani è come acqua gettata sul dolce fuoco della speranza nella divina bontà, e come della rena gettata a distruggere le tenere pianticelle della vostra giornaliera fiducia in Dio.
Gesù Santissimo nell’insegnarvi l’orazione domenicale vi ha detto di dire “Dacci oggi”,non “dacci per tutto l’anno o per tutta la vita”. Perché il Pater è, deve essere un atto giornaliero do carità, di fede, di speranza, di dolore che chiede perdono. Non lo avete mai riflettuto che nel Pater ci sono i 4 atti di fede, speranza, carità e dolore che la chiesa mette fra parti dell’orazione che un buon cristiano deve giornalmente fare per aiutarsi a raggiungere queste virtù, ad accrescerle nella propria anima, e a professarle eroicamente contro il rispetto umano e lo scherno del mondo, mentre l’atto di dolore è utile riparazione e mezzo a maggior virtù nel dì successivo, perché si presuppone che in chi prega sia presente l’attenzione a ciò che dice, altrimenti non sarebbe pregare, ma balbettare suoni senza valore, e perciò l’atto di dolore sia il termine ad un giornaliero e utilissimo esame di coscienza durante il quale l’uomo umilmente riconosce i peccati e le omissioni fatte durante il giorno e se ne accusa con sincero dolore di avere offeso Dio? 360- 361-Az
- “Benedite quelli che vi perseguitano”. Sono (….) i principali autori del vostro trionfo eterno. Amateli dunque perché, (….) vi tessono la veste incorruttibile degli eletti di Dio in eterno. (Az-399) 19.1.4
- Gesù esaudisce le preghiere di quelli che lo amano. (…) ma a tutte le anime, io dico che sempre il Signore ama e porta al largo, in salvo, quelli che a Lui si affidano senza paura.
Vincete la paura che paralizza l’amore, la confidenza e la preghiera. Vincete la paura che mostra ancora in voi ignoranza di Dio e della sua potenza e che mostra anche una non buona fede in Dio. (…) Tutto può Dio. Tutto dovete sperare che Dio possa. Tutto dovete credere che Dio possa. Az.23.6.46
- Saputo che tutto si ottiene attraverso il Cristo e che il Padre non sa rimanere severo se chi alza gli sguardi supplici è il Cristo, Capo della Chiesa, ecco che potete pregare con parole sicure per Essa che ha bisogno di tante preghiere per essere forte, compatta, e santa.
Pregate, pregate, perché l’organismo dei credenti, la Chiesa militante, rimanga “Pietra” e non divenga mota, calcina o mattone. Alzatele intorno la barriera del vostro orare perché veramente l’ora è tremenda. Az. 15..9.46
- Tutto potete, sol che viviate da figli, sul Padre vostro che è Dio Altissimo; anche parlargli così come a paterno amico, anche a chiedere di stornare la già pronta punizione sui fedifraghi che lo offendono, anche ad ottenere il compimento dei desideri audaci che vi sorgono in cuore nell’impeto dell’amore acceso. Az.6.10.46
- Dio è pronto ad usare misericordia anche ai peccatori e salvarli dalla punizione, se fra essi sono giusti che pregano. Salvarli dalla sventure materiali e morali finché dura il loro giorno, lasciando tempo sino alla loro sera di tornare al Signore. Az. 17.11.46
- I giusti pregano per i peccatori. Guai se così non fosse Al lavacro quotidiano e perpetuo del Sangue Divino si mescono le preghiere e le lacrime dei giusti. E questa rugiada di carità deterge il mondo da quel soprappiù di lordura che l’Infinita Misericordia non potrebbe sopportare. Az.17.11.46
- Sulla Croce del Divino Martire sono stati tutti i peccati degli uomini per essere espiati. Ma sono anche tutti i bisogni degli uomini e Gesù li ha pagati per voi. Tutto quanto voi ottenete Egli lo ha pagato col suo Amore e Dolore. Tutto avete per i meriti di Lui. E per tema che non sapeste parlare al Padre con parola perfetta, Egli vi ha insegnato la Preghiera nella quale tutte le vere necessità degli uomini sono compendiate, tanto quelle per la carne che quelle per lo spirito. E non contento ancora, dalla Croce ha pregato e dalla Croce prega, indicando al Padre suo il suo patibolo tremendo e dicendo: “Per quello che soffrii dammi le grazie per loro”. Az. 10.11.46
Lezioni sull'epistola di Paolo ai romani
- Il “Pater noster” vissuto, reso vivo dai giusti, reso “azione” continua e non sterilito a parola mormorata più o meno distrattamente. Il “Pater” veramente vissuto, santificando il Nome Ss. di Dio col dargli la lode più vera: quella di adorarlo in spirito e verità e lavorare perché altri lo adorino mediante l’amore duplice (…).
Il “Pater” reso vivo dall’instaurazione del Regno di Dio nelle creature e nel mondo (….)
Il “Pater” reso vivo dall’aderenza alla Volontà di Dio, quale che sia, per il duplice amore che fa accettare prove, pene, agonie, lutti, con pacifica ubbidienza, dalla mano di Dio (…)
Il “Pater” reso vivo nella carità di prossimo più difficile a compiersi: quella del perdono ai propri offensori, offerto a Dio Amore perché vi perdoni dei vostri debiti verso di Lui. Rm. 166 - 3.6.48
Dai Quadernetti
- Il Pater è la preghiera al Padre. L’Ave è la preghiera alla Madre.
La prima parte del Pater è lode a Dio, la prima parte dell’Ave è lode a Maria.
La seconda parte del Pater è richiesta al Padre per tutti i vostri bisogni di figli di Dio in temporanea sosta sulla Terra, ma destinati al Cielo. La seconda dell’Ave è la richiesta alla Madre per i vostri bisogni di mortali e di immortali nello spirito. Va invocata come il Padre, la Madre vostra. Non dovete pensare che Ella abbia assenza di Misericordia e di Potere e non possa soccorrervi nei vostri combattimenti, nelle vostre pene, nelle necessità e nelle tentazioni. Bisogna saper pregare e bisogna pregare nei momenti di pace, per invocare l’aiuto per le ore di lotta. 44.7