Spiegazione delle parabole di Gesù

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La parabola dei pescatori (239.6)

Il padrone della città bella, luminosa e santa è il Signore. La città è il Regno dei Cieli. I pescatori i miei apostoli. I pesci del mare, l’umanità nella quale è presente ogni categoria di persone. I pesci buoni i santi.
Il padrone della città orrida è Satana. La città orrida, l’Inferno. I suoi pescatori il mondo, la carne, le passioni malvagie incarnate nei servi di Satana sia spirituali, ossia i demoni, sia umani, ossia uomini che sono i corruttori dei loro simili. I pesci cattivi, l’umanità non degna del Regno dei Cieli: i dannati.
Fra i pescatori delle anime per la Città di Dio ci saranno sempre quelli che emuleranno la capacità paziente del pescatore che sa perseverare nella ricerca, proprio negli strati dell’umanità, dove altri suoi compagni, più impazienti, hanno levato solo le bontà che appaiono tali a prima vista. E vi saranno purtroppo anche pescatori che, per essere troppo svagati e ciarlieri, mentre il lavoro di cernita esige attenzione e silenzio per udire le voci delle anime e le indicazioni soprannaturali, non vedranno pesci buoni e li perderanno. E vi saranno anche quelli che per troppa intransigenza respingono anche anime che non sono perfette nell’aspetto esteriore ma ottime per tutto il resto.
Che vi importa se uno dei pesci che catturate per Me mostra i segni di lotte passate, presenta mutilazioni prodotte da tante cause, se poi queste non ledono il suo spirito? Che v’importa se uno di questi, per liberarsi dal Nemico, si è ferito e si presenta con queste ferite, se il suo interno mostra la sua chiara volontà, di voler essere di Dio? Anime provate, anime sicure, più di quelle che sono come infanti salvaguardati dalle fasce, dalla cune e dalla mamma e che dormono sazi e buoni, o sorridono tranquilli che possono in seguito, con la ragione e l’età e le vicende della vita, dare dolorose sorprese di deviazioni morali.
Vi ricordo la parabola del figliol prodigo. Altre ne udrete perché sempre Io mi studierò a infondervi un retto discernimento nel modo di vagliare le coscienze e di scegliere il modo con cui guidare le coscienze che sono singole ed ognuna perciò, ha il suo speciale modo di sentire e di reagire alle tentazioni e agli insegnamenti. Non crediate facile, essere cernitore di animi. Tutt’altro. Ci vuole occhio spirituale tutto luminoso di luce divina, ci vuole intelletto infuso di divina Sapienza, ci vuole possesso delle virtù in forma eroica, prima fra tutte la carità. Ci vuole capacità di concentrarsi nella meditazione perché ogni anima è un testo oscuro che va letto e meditato. Ci vuole unione continua con Dio, dimenticando tutti gli interessi egoisti. Vivere per le anime e per Dio. Superare prevenzioni, risentimenti, antipatie. Essere dolci come padri e ferrei come guerrieri. Dolci per consigliare e rincuorare. Ferrei per dire: “Ciò non è lecito e non lo farai”. Oppure: “Ciò è bene si faccia e tu lo farai”. Perché pensatelo bene, molte anime saranno gettate negli stagni infernali, ma non saranno solo anime di peccatori, anche anime di pescatori evangelici vi saranno; quelle di coloro che avranno mancato al loro ministero, contribuendo alla perdita di molti spiriti.