Spiegazione delle parabole di Gesù

(018)

Parabola della vite e dell'olmo (252.7 - 252.8)

La parabola ha un senso più ampio del piccolo episodio di una fede premiata. Ed è questo.
Iddio aveva messo la sua vite, il suo popolo, in luogo adatto, fornendolo di tutto quanto gli occorreva per crescere e dare sempre maggiori frutti, appoggiandolo ai maestri perché più facilmente potesse comprendere la Legge e farne sua forza. Ma i maestri vollero superare il Legislatore e crebbero, crebbero, crebbero fino ad imporsi più della eterna parola. E Israele si è sterilito. Il Signore ha mandato allora il Sapiente perché coloro che in Israele, con animo retto, si addolorano di questo sterilire e tentano e questo e quel rimedio, secondo i dettami e i consigli dei maestri, dotti umanamente ma indotti sopranaturalmente e perciò lontani dal conoscere il necessario da farsi per rendere vita allo spirito di Israele, possano avere un consiglio veramente salutare.
Or bene che accade? Perché non riprende forza Israele e torna vigoroso come ai tempi aurei della sua fedeltà al Signore? Perché il consiglio sarebbe: levare tutte le cose parassitarie  cresciute a detrimento della Cosa santa: la Legge del Decalogo, quale è stata data, senza compromessi, senza tergiversazioni, senza ipocrisie, levarle per lasciare aria, spazio, nutrimento alla Vite, al Popolo di Dio, dandogli un robusto, diritto, non piegabile sostegno, unico, dal nome solare: la Fede. E questo consiglio non viene accettato.
Perciò vi dico che Israele perirà, mentre potrebbe risorgere e possedere il Regno di Dio, se sapesse credere e generosamente ravvedersi e mutare sostanzialmente se stesso.