Spiegazione delle parabole di Gesù

(027)

La parabola del buon coltivatore (il fico non fece frutti e fu tagliato) (338.6)

Il coltivatore fu giustificato del recidere una pianta ancora giovane e fiorente perché aveva fatto “tutto” il suo dovere. Io pure voglio essere giustificato per causa di coloro sui quali dovrò mettere la scure e reciderli dalla mia vigna, dove sono piante sterili e velenose, nidi di serpi, succhiatori di succhi, parassiti o tossici che guastano o nuocciono i compagni discepoli, o anche che penetrano, strisciando con le loro radici malevole per proliferare, non chiamati, nella mia vigna, ribelli ad ogni innesto, entrati solo per spiare, denigrare, sterilire il mio campo. Questi li reciderò quando tutto sarà tentato per convertirli. E per intanto, prima della scure, alzo la cesoia e il coltello del potatore e sfrondo e innesto … Oh! sarà un lavoro duro. Per Me che lo faccio, per coloro che lo subiranno. Ma va fatto. Perché si possa dire in Cielo: “Egli ha tutto compiuto, ma essi sono divenuti sempre più sterili e malvagi più Egli li ha potati, innestati, scalzati, concimati, con sudore e lacrime, con fatiche e sangue.