Spiegazione delle parabole di Gesù

(036)

La parabola della vigna e del libero arbitrio (428.4)

Ma pensate! Dio lo lascia libero e l’arbitrio si fa schiavo delle passioni, del peccato, delle
concupiscenze, del Male insomma. Superbia, ira, avarizia, lussuria mescolate prima, trionfanti poi sulle piante buone! …. Un disastro!  Quanta arsura che dissecca le piante perché non c’è più l’orazione che è unione con Dio e perciò rugiada di benefici succhi sull’anima!  Quanto gelo ad assiderare le radici con la mancanza di amore a Dio e al prossimo!  Quanta magrezza di terreno  perché si rifiuta la concimazione della mortificazione e dell’umiltà!   Che groviglio inestricabile di rami buoni e non buoni, perché non si ha il coraggio di soffrire per amputarsi di ciò che è nocivo! Questo è lo stato dell’anima  che ha per suo custode e coltivatore un arbitrio disordinato e volto al Male.
Mentre l’anima che ha un arbitrio che vive nell’ordine e perciò nell’ubbidienza della Legge data perché l’uomo sappia cosa è, come è e come si conserva l’ordine e che è eroicamente fedele al Bene, perché il Bene eleva l’uomo e lo fa simile a Dio mentre il Male lo abbrutisce e lo fa simile al demonio, è una vigna irrorata dalle acque pure, abbondanti, utili, della fede, debitamente ombreggiata da piante della speranza, soleggiata dal sole della carità corretta dalla volontà, concimata dalla mortificazione, legata con l’ubbidienza, potata dalla fortezza, condotta dalla giustizia, sorvegliata dalla prudenza e dalla coscienza. E la Grazia cresce, aiutata da tanto, cresce la Santità, e la vigna diviene un giardino meraviglioso in cui scende Iddio a prendere le sue delizie finché, conservandosi  questa vigna sempre un giardino perfetto fino alla morte della creatura, dai suoi angeli Dio fa portare questo lavoro di un libero arbitrio volonteroso e buono, nel grande eterno Giardino dei Cieli.
Certo voi volete questa sorte. E allora vegliate perché il Demonio, il Mondo, la Carne non seducano il vostro arbitrio e devastino l’anima vostra. Vegliate perché in voi sia amore e non amor proprio che spegne l’amore e getta l’anima in balia delle sensualità diverse e del disordine. Vegliate sino alla fine e le tempeste potranno bagnarvi ma non nuocervi e carichi di frutti andrete al vostro Signore per il premio eterno.