Le parabole di Gesù

(053)

I mal consigliati (570.6 - 570.7 - 570.8)

Un tempo vi era una famiglia numerosissima tanto da essere una tribù. Figli numerosi si erano sposati, formando, intorno alla prima famiglia, molte altre famiglie ricche di figli i quali a loro volta, sposandosi avevano formato altre famiglie. Cosicchè il vecchio padre si era come trovato a capo di un piccolo regno del quale egli era il re. Come sempre avviene nelle famiglie, fra i molti figli, e i figli dei figli, erano diversi caratteri. Chi buono e giusto e chi prepotente e ingiusto. Chi contento del suo stato e chi invidioso, parendogli minore la sua parte a quella del fratello o del parente. E vi era, presso il più malvagio, il più buono di tutti. E naturale era che questo buono fosse il più teneramente amato dal padre di tutta la grande famiglia.
E, come sempre avviene, il malvagio, e quelli più simili a lui, odiavano il buono, perchè era il più amato, non riflettendo che essi pure avrebbero potuto essere amati, se fossero stati buoni come lui. E il buono, al quale il padre confidava i suoi pensieri perchè li dicesse a tutti, era seguito dagli altri buoni. Cosicchè, dopo anni e anni, la grande famiglia si era divisa in tre parti. Quella dei buoni e quella dei malvagi. E fra questa e quella era la terza parte, fatta degli incerti, i quali si sentivano attirati verso il figlio buono, ma temevano il figlio malvagio e quelli del suo partito.
Questa terza parte barcamenava fra l'una e l'altra delle due prime, nè sapeva decidersi per l'una o per l'altra, con fermezza. Allora il vecchio padre, vedendo questa incertezza, disse al figlio suo diletto: "Sinora tu hai speso la tua parola specialmente per quelli che l'amano e per quelli che non l'amano, perchè i primi te la chiedono per amarmi sempre più con giustizia, e gli altri sono degli stolti che devono essere richiamati alla giustizia. Ma tu vedi che questi stolti non solo non l'accolgono, restando ciò che erano, ma alla loro prima ingiustizia verso te, portatore del mio desiderio, uniscono quella di corrompere con mali consigli quelli che ancora non sanno volere fortemente prendere la via migliore. Va' dunque da essi, e parla loro di ciò che io sono, e di ciò che tu sei, e di ciò che devono fare per essere con me e con te."
Il figlio, sempre ubbidiente, andò come voleva il padre, e ogni giorno conquistava qualche cuore. E il padre vide così chiaramente chi erano i veri suoi figli ribelli, e li guardava con severità senza però rimproverarli perchè era: padre, e voleva attirarli a sè con la pazienza, l'amore e l'esempio dei buoni.
Ma i malvagi dissero, vedendosi soli: "Così troppo chiaramente appare che noi siamo i ribelli. Prima ci confondevano fra quelli che non erano nè buoni nè cattivi. Ora vedeteli là! Vanno tutti dietro al figlio diletto. Occorre fare. Distruggere la sua opera. Andiamo, fingendoci ravveduti, fra quelli appena convertiti, e anche presso i più semplici dei migliori; e spargiamo voce che il figlio diletto finge di servire il padre, ma in verità si fa dei seguaci per poi rivoltarsi a lui; o anche diciamo che il padre ha intenzione di eliminare il figlio e i suoi seguaci, perchè troppo trionfano ed offuscano la sua gloria di padre-re, e che perciò, per difendere il figlio diletto e tradito, bisogna trattenerlo fra noi, lontano dalla casa paterna dove lo attende il tradimento".
E andarono, così astutamente sottili nel suggerire e spargere voci e consigli, che molti caddero nel tranello, specie quelli che erano da poco convertiti, ai quali i cattivi consiglieri davano questo cattivo consiglio: "Vedete quanto egli vi ha amato? Ha preferito venire fra voi che stare presso il padre, o quanto meno presso i buoni fratelli. Tanto ha fatto che al cospetto del mondo vi ha rialzato dalla vostra abbiezione di esseri che non sapevano ciò che volevano ed erano perciò derisi da tutti. Per questa sua predilizione per voi, voi avete il dovere di difenderlo, anche di trattenerlo, con la forza se non bastano le vostre parole di persuasione a rimanere nei vostri campi. Oppure sollevatevi, proclamandolo vostro duce e re, e marciate contro il padre iniquo e i suoi figli come lui iniqui".
Dicevano ancora, a chi titubava osservando: "Ma egli vuole, ha voluto che noi si andasse con lui ad onorare il padre, e ci ha ottenuto benedizioni e perdono", dicevano a questi: "Non credete! Non tutto il vero egli vi ha detto, nè tutto il vero il padre vi ha mostrato. Egli ha fatto così perchè sente che il padre sta per tradirlo e ha voluto provare i vostri cuori per sapere dove trovare protezione e rifugio. Ma forse... è tanto buono! forse poi si pentirà di aver dubitato del padre e vorrà tornare a lui. Non glielo permettete". E molti promisero: "Non lo permetteremo" e si infervorarono in disegni atti a trattenere il figlio diletto, senza accorgersi che mentre i cattivi consiglieri dicevano: "Noi vi aiuteremo a salvare il benedetto", i loro occhi erano pieni di luci di menzogna e crudeltà, nè che essi si ammiccavano fregandosi le mani e bisbigliando: "Cascano nel tranello! Noi trionferemo!" ogni volta che qualcuno aderiva alle loro subdole parole.
Poi se ne andarono, i cattivi consiglieri. Se ne andarono spargendo in altri luoghi la voce che presto si sarebbe visto il tradimento del figlio diletto, uscito dalle terre del padre per creare un regno, avverso al padre, con coloro che erano in odio al padre o per lo meno di incerto amore. E i suggestionati dai cattivi consigli intanto complottavano come fare ad indurre il figlio diletto al peccato di ribellione che avrebbe scandalizzato il mondo.
Solo i più sapienti fra loro, quelli nei quali era penetrata più in fondo la parola del giusto e vi aveva messo radice perchè caduta in terreno avido di accoglierla, dissero, dopo aver riflettuto: "No. Ciò non è bene fare. E' atto di malvagità verso il padre, il figlio e anche verso di noi. Noi conosciamo la giustizia e sapienza dell'uno e dell'altro. La conosciamo anche se sventuratamente non l'abbiamo sempre seguita. E non dobbiamo pensare che i consigli di quelli che sono sempre stati apertamente contro il padre e la giustizia, e anche contro il figlio diletto del padre, possano essere più giusti di quelli che ci ha dato il figlio benedetto".
E non li seguirono. Anzi, con amore e con dolore, lasciarono andare il figlio là dove doveva, limitandosi ad accompagnarlo con segni di amore sino ai confini dei loro campi, ed a promettergli, nel commiato: "Tu vai. Noi restiamo. Ma le tue parole sono in noi, e d'ora innanzi noi faremo ciò che il padre vuole. Va' tranquillo. Tu ci hai levato per sempre dallo stato in cui ci trovasti. Ora, messi sulla via buona, noi sapremo progredire in essa sino a giungere alla casa paterna in modo da essere benedetti dal padre".

(Spiegazione)