Sacerdoti
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Libro di Azaria
- Le palme sacerdotali sono sacre per l’ordinazione ricevuta, e non dovrebbero quelle mani toccare nulla d’impuro o fare gesti impuri dovendo toccare il Corpo S.S. di Nostro Signore. Ma le labbra che hanno consacrato la Parola Divina, che per suo ordine hanno ripetuto quella Parola, devono conservarsi santificate, con sommo rispetto, per ciò che da esse è passato. E così la mente e così il cuore. Altrimenti diverreste impudichi e fornicatori, e perdereste il vostro posto in Terra e in Cielo. Az. 30 - 24.3.46 .
- Per essere degni dell’elezione con la quale vi ho prescelto, voi, miei veri servi fra i servi, fate, in memoria di Me che con questo v’insegno cosa e come si diviene Maestri e Redentori, “fate la frazione di voi stessi”. Senza ripugnanze, senza orgogli, senza paure e umane considerazioni. Spezzatevi, frangetevi, annichilitevi, distruggetevi, datevi, agli uomini, per gli uomini e per amore di Me che per amor loro mi do a chi mi frange come mi sono dato a chi voleva miracolo e istruzione. Non è buon discepolo chi non si sa frangere e darsi. E la generosità, l’immolazione di chi sa frangersi per saziare le fami dei fratelli, è il segno che fa riconoscere i veri servi di Dio.
“E lo riconobbero quando franse il pane”. E vi riconosceranno dal vostro frangervi per la carità e la giustizia. Vi riconosceranno per servi veri. Az.98 - 5.5.46
- Il Sacerdozio è milizia, milizia che deve saper combattere a fianco dei laici, a protezione degli strumenti di Dio per essere di detti strumenti gli arcangeli che fugano l’Avversario nelle sue diverse forme. Pronti a morire nella tranquillità di una vita piana, pronti a uscire momentaneamente menomati e in che? Nel misero concetto degli umani, ma aureolati del serto fulgido di una giustizia eroica per essere stati i “padri”, i “cirenei” degli strumenti crocifissi. Az.133 - 26.5.46
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- (Sacerdote) vuol dire consacrato, vuol dire dedicato, offerto completamente al suo Dio per portare anime al suo Dio. Tutto deve perire per il sacerdote, tutto e rimanere solo Dio e solo le anime. Egli deve essere spogliato da tutto, anche della sua umanità. Deve essere immolato alla sua missione, come Cristo. Quando è così, è un operaio di Cristo. Può seminare e mietere, sicuro che non gli crescerà zizzania nel suo solco, sicuro di fare di ogni uomo un'anima, una candida anima. Az.247 - 18.8.46
Dai Quadernetti
- Essere sacerdoti non deve costituire una singolarità che dà onori e risparmia da ciò che è castigo dell’uomo: lavoro, fatica, povertà, fame. Io ebbi fame, ed ero Dio; Io ebbi fatica, povertà, lavoro ed ero Dio. Io vissi nel pericolo, non lo schivai, ed ero Dio.
Prendete i più santi tra voi e spargeteli e contemporaneamente, nel silenzio, nel nascondimento, una mistica armata li aiuti con la preghiera, la penitenza, il dolore: quella delle anime vittime.
Andate, scendete, spargetevi fra queste turbe che muoiono spiritualmente di fame e sbriciolate loro il pane della Verità. La mia Parola è Verità e Vita. Andate, insegnate, amate.
Ho detto che istruire gli ignoranti, ammonire i peccatori, perdonare le offese, sono opere di misericordia. Fatelo dove più ve ne è bisogno, dove più c’è da faticare e da vincersi e vincere.
Ognuno prenda la sua croce e la porti e la innalzi, dopo aver lavorato e sofferto, sulle nuove posizioni riconquistate al Cristo, così come fanno i soldati per la gloria della propria patria. Il sacerdote è soldato di Cristo e la gloria del mio Regno nel mondo deve essere il suo scopo supremo.
Innalzate il mio segno nel cuore degli uomini e Satana fuggirà da loro. Questo e non altro li salverà, perché questa è arma spirituale e valida. Satana e i suoi servi sono vinti non dai partiti e dalle parole e atti umani, ma da ciò che è soprannaturale. Fate ciò che Io dico ed Io sarò con voi. Quad.tti 48.12
- Ai veramente miei do il mio segno: l’essere perseguitati, accusati, condannati ingiustamente. Ricorda di temere sempre sulla verità di uno che abbia veste o si professi mio servo se non lo vedi perseguitato.
Il mio vero discepolo passa per le prove che provarono il Maestro e per quelle che il Maestro profetizzò ai Dodici quando li preparò alla missione. Mt.10 Quad.tti 49.7Dai quaderni
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Ora parlo dei sacerdoti, di coloro che hanno l'onore sublime di perpetuare dall'altare il mio Sacrificio, di toccare Me, di ripetere il mio Vangelo.
Dovrebbero essere fiamme. Invece sono fumo. Fanno stancamente quello che devono fare. Non si amano fra loro e non amano voi come pastori che devono essere pronti a dare tutti se stessi, anche sino al sacrificio della vita, per le loro pecorelle. Vengono al mio altare con il cuore colmo di sollecitudini della terra. Mi consacrano con la mente altrove e neanche la mia Comunione accende nel loro spirito quella carità che deve essere viva in tutti ma che nei miei sacerdoti deve essere vivissima. 14.6.43 - .
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Troppo pochi i veri sacerdoti che spezzano se stessi per prodigarsi ai loro figli! Mai come adesso è necessario pregare il Padrone della messe, perché mandi “veri” operai alla sua messe che cade sciupata perché non è sufficiente il numero dei veri instancabili operai, sui quali il mio occhio si posa con benedizioni e amore infiniti e grati. (…)
Quanti più veri sacerdoti saranno nel mondo quando i tempi saranno compiuti, meno lungo e crudele sarà il tempo dell'Anticristo e le ultime convulsioni della razza umana.14.6.43 - .
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Uno dei maggiori dolori che Io abbia, è quello di vedere come il razionalismo sia infiltrato nei cuori, anche nei cuori che si dicono miei. Sarebbe inutile mettere a parte di tanto dono i sacerdoti. Proprio tra questi si trovano quelli che, predicando Me e i miei passati miracoli, negano la Potenza mia, quasi Io non fossi più il Cristo capace di parlare ancora alle anime che languono per mancanza della mia Parola, quasi ammettendo la mia incapacità attuale al miracolo e la potenza della grazia in un cuore.
Credere è segno di purezza oltre che di fede. Credere è intelligenza oltre che fede. Chi crede in purezza e in intelligenza distingue la mia Voce e la raccoglie. (…)
Non pensano che Io possa avere altro da dire, atto ai bisogni dei tempi, e che sono Padrone di dirlo come e a chi mi piace, poiché Io sono il Dio e il Verbo eterno che mai non cessa d’essere Parola del Padre. Tento le ultime prove per infiammare le anime che non sono più anime vive ma automi dotati di moto, ma non d’intelligenza e carità.
Il mio operare, dal principio di questo secolo, è un miracolo di Carità per tentare la 2° salvezza del genere umano, specie delle anime sacerdotali senza le quali la salvezza di molti è impossibile. Mi sostituisco Io ai pulpiti vuoti o suonanti parole senza vita vera. Ma pochi sono coloro che sono degni di capirmi, pochi anche tra i miei ministri. (…)
Meno scienza e più carità. Meno libri e più Vangelo. E luce nelle anime perché Io sono Luce. Sgomberare tutto per far posto alla Luce. 18.7.43 - .
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Quando il tempo verrà, molte stelle saranno travolte dalle spire di Lucifero che per vincere ha bisogno di diminuire le luci delle anime.
Ciò potrà avvenire perché non solo i laici, ma anche gli ecclesiastici hanno perso e perdono sempre più quella fermezza di fede, di carità, di forza, di purezza, di distacco dalle seduzioni del mondo, necessarie per rimanere nell’orbita della luce di Dio.
Comprendi chi sono le stelle di cui parlo? Sono quelli che Io ho definito sale della terra e luce del mondo: i miei ministri. Studio dell’acuta malizia di Satana è di spegnere, travolgendoli, questi luminari che sono luci riflettenti la mia Luce alle turbe. (…)
Non morrà la Chiesa perché Io sarò con essa, ma conoscerà ore di tenebre e orrore simili a quelle della mia Passione, moltiplicate nel tempo perché così deve essere.
Deve essere che la Chiesa soffra quanto sofferse il suo Creatore, avanti di morire per risuscitare in forma eterna. 23.7.43
- Di tutto si preoccupano i novanta centesimi dei cattolici, di tutto, meno che della vita nella e per la mia Fede e allora Io intervengo. Intervengo con l’insegnamento diretto che si sostituisce, con le sue luci e le sue fiamme, a tanti pulpiti troppo gelidi e troppo bui. Intervengo per essere il Maestro al posto dei maestri che preferiscono coltivare i loro interessi materiali agli spirituali interessi vostri e soprattutto, miei. Poiché Io ho loro affidato i talenti vivi che siete voi, anime che ho comprate col mio Sangue, vigne e granai del Cristo Redentore, non perché li lasciassero inoperosi, ma perché consumassero se stessi nel farli fruttare e fruttificare.
Lo sai quali sono i più retrivi ad accettare questo aiuto che Io do per riparare ai danni dell’inedia spirituale per cui voi cattolici morite? Sono proprio i miei sacerdoti. Le povere anime sperse nel laicato cattolico, accolgono con devozione questo pane che Io spezzo alle turbe sperse nel deserto, poiché ho compassione di esse che vengono meno. Ma i dottori della dottrina, no. (…)
Voi non credete alle mie manifestazioni provocate, in fondo, da voi, poiché è per riparare alle rovine provocate da voi che vengo ad ammaestrare i cuori spersi nel mondo e osservate che tanto più vengo, quanto più i tempi si caricano di eresie, anche nell’interno della mia Chiesa.
Purificatevi col fuoco dell’amore e della penitenza i sensi dell’anima e udrete, vedrete, gusterete, odorerete, sentirete Me nelle parole che dico agli umili e che taccio a voi superbi, perché solo chi ha cuore di pargolo entrerà nel mio Regno e solo ai piccoli Io rivelo i segreti del Re, perché il più grande fra voi cattolici non è colui che riveste una veste d’autorità, ma colui che viene a Me con cuore puro e fidente come un bambino, amoroso come un pargolo verso la mamma che lo nutre. 20.9.43
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In verità vi dico, con dolore di Fondatore eccelso, che all’ultima ora, i tre quarti della mia Chiesa mi rinnegheranno e li dovrò recidere dal tronco come rami morti e corrotti da lebbra immonda. 5.10.43
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“Guai ai pastori i quali pascono se stessi“. Pastori d’anime e pastori di uomini. Miei sacerdoti e capi di nazioni. (….) Svisate la vostra missione ; vi pascete in luogo di pascere. (…)
“Il buon pastore dà la vita per quella delle sue pecore“. Voi badate a conservarvi la vostra; e le grandi e piccine si sono disperse, preda ai feroci, e sono morte per essersi cibate di pascoli malsani. (…)
Ora Io vi dico: ecco, Io stesso diverrò il loro Pastore. Io verrò per radunare le mie pecore. Le radunerò nei miei pascoli fuor dalla caligine delle dottrine stolte e perniciose che danno le febbri mortali dello spirito. Le separerò, anzi da se stesse si separeranno dai capretti e dagli arieti, perché udranno la Voce che li ama. La udranno non più come ora, attraverso ai miei servi, ma sgorgante come fiume di Vita dalla bocca del Verbo, tornato a prendere possesso del suo Regno.
Raccoglierò con pietà le mie pecore, anche quelle che la vostra incuria ha rovinato. Ma via, via dal mio gregge i lupi in veste d’agnello, via i pastori infingardi, via gli avidi di ricchezze e di piacere. Chi mi segue deve amare ciò che è netto e onesto. Chi mi segue deve avere carità per il fratello e non impinguarsi lasciando ad altri miseria d’erba calpestata e sporca e acqua intorbidata da mene umane. (…) (Ezechiele, 33-34 )
Quando avrò mondato il gregge da ciò che è falso e impuro, nel mio periodo di Re della Pace, istruirò i rimasti per l’ultima istruzione. Conosceranno Me come ora solo gli eletti mi conoscono. Saranno non dodici ma, dodicimila volte dodicimila creature chiamate alla conoscenza del Re. Cadranno le eresie e le guerre. Luce e Pace saranno il sole della Terra. Si nutriranno del germe vivo della mia Parola e non saranno più languenti della fame spirituale. Mi adoreranno in spirito e verità. Quando l’ultima rivolta di Satana a Dio, avverrà, non mancheranno gli ultimi Giuda fra i chiamati alla conoscenza del Re.
L’oro della Città eterna deve essere depurato per tre filtri per divenire turibolo davanti al trono dell’Agnello glorioso. E questo sarà l’ultimo filtro, ma i “fedeli“ resteranno fedeli, conosceranno che Io sono in essi e che essi sono il mio popolo eterno. 28.10.43 - .
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Portate il Cristo in voi. Il mondo ha bisogno, fra tanta scienza inutile, di avere chi comunica la sapienza vera. E chi mi ha in sé, anzi chi annulla sé in Me, anche se non dice parole, comunica con le sue opere la Sapienza, perché le sue opere testimoniano Dio. 1.11.43
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I dottori della scienza sacra dimenticano troppo di che trattano, a servizio di chi sono e di quali potenze parlano. Dimenticano anche a chi parlano e le conseguenze del loro insegnamento. (…)
La Parola non ha bisogno di erudizione umana per essere compresa, ma di purezza d’animo e di amore. Amore, amore, amore intorno e dentro di voi … perché è da quanto è nell’interno che s’irraggia essenza all’esterno. Le anime non hanno bisogno di scienza ma di luce. 4.11.43 - .
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Per meritare di trasmettere la Parola di Dio occorre avere labbra e cuore mondi. Cuore mondo, poiché è dal cuore che escono i moti che muovono pensiero e carne. 13.11.43
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Imparate da Me, Sacerdote eterno, come si è sacerdoti. Esser sacerdoti vuol dire essere angelici, vuol dire essere santi. In voi le folle dovrebbero vedere il Cristo con un’evidenza totale. Ahi! che spesso mostrate loro un aspetto più simile a quello di Lucifero. 13.11.43
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Semplicità, carità, castità, umiltà, amore al dolore sono le cinque gemme maggiori della corona sacerdotale. Distacco dalle sollecitudini, longanimità, costanza, pazienza, sono le altre gemme minori. 13.11.43
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La salvezza di quest’umanità sta nelle vostre mani. Non fate che nel grande Giorno Io debba fulminare folte schiere di consacrati responsabili di rovine immense che dai cuori hanno dilagato sul mondo. 13.11.43
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Ricordatevi che per voi non esistono le differenze degli umani circa le anime. Vi è anzi un capovolgimento dei valori. (…) Voi dovete amare colui che è un infelice spirituale. Più uno è sozzo, più uno è lontano da Me, più voi dovete essere per lui padre e luce. Nessuna ripugnanza, nessuna stanchezza, nessun abbandono, nessuna paura vi è concessa. Dovete piegarvi su tutte le miserie. Le dovete cercare per curarle. Le dovete amare per portarle all’Amore. Respinti tornate all’assalto; derisi, aumentate la vostra carità. Servitevi delle cose umane per portare le anime alle soprannaturali. 13.11.43
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Guai a coloro che non tengono puri se stessi ed osano parlare in mio Nome con anima di peccato. Non sono costoro miei discepoli e miei apostoli. Sono i miei predatori. Perché mi depredano delle anime per darle a Satana.
Le anime, sia quelle che seguono il sacerdote con rispetto e fede, sia quelle diffidenti, lo osservano, sono soggette a riflettere, poiché hanno una ragione, sulla condotta del sacerdote. (…) Troppi sono tra voi che imitano il dodicesimo apostolo e per bassi interessi umani vendono le parti di Me – le anime che bagnate del mio Sangue vi ho affidate – al Nemico di Dio e dell’uomo. (…) Povere anime! Tuonate contro di loro. E perché non tuonate verso voi stessi? (…) Di quante, di quante anime Io chiederò conto ai miei sacerdoti! (…)
Per la coltura tornate ai Testi e chiedete a Dio di purificarvi mente e cuore col fuoco della continenza e dell’amore per poterli capire come vanno intesi. Perché, sappiatelo, avete reso le gemme ardenti del mio Vangelo delle pietruzze opache sporche di fango, se pure non ne avete fatti dei pietroni di anatema per lapidare le povere anime, dando alle parole dell’amore un rigorismo che agghiaccia e porta a disperare. (…)
La mente di Pietro la infondo Io ai miei Vicari, ma il cuore ve lo dovete fare da voi. E quel cuore è indispensabile in chi mi è sacerdote: dall’altissimo mio Santo che è candido d’anima e di pensiero come di veste e che è l’Ostia maggiore in questa cruenta messa che la Terra celebra, al più piccolo mio ministro che spezza il Pane e la Parola in un paesello sperduto. (…)
Mutatevi il cuore, sacerdoti. La salvezza di quest’umanità sta molto nelle vostre mani. Non fate che nel gran Giorno Io debba fulminare folte schiere di consacrati responsabili di rovine immense che dai cuori hanno dilagato sul mondo. 13.11.43 - .
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Nessuna ripugnanza, nessuna stanchezza, nessun abbandono, nessuna paura vi è concessa. Dovete piegarvi su tutte le miserie. Le dovete cercare per curarle. Le dovete amare per portarle all'Amore. Respinti, tornate all'assalto; derisi, aumentate la vostra carità. Servitevi delle cose umane per portare le anime alle soprannaturali.(…) Tornate a essere come i miei primi apostoli. Tornate a essere eroi del sacerdozio che è l'unica milizia santa. Fate tutti il vostro dovere fino all'immolazione. Che se poi le folle si ostinano a perdersi Io provvederò loro. 14.11.43
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Troppo sgretolare di umana scienza rode come una carie, i cuori dei miei ministri che non sanno esser di Dio ma del mondo e che assorbono lo spirito del mondo e danno al mondo il loro alito non più di Cielo. E’ il grande dolore del Cristo. Troppe plaghe senza chiese. Troppe chiese senza sacerdoti. Troppi fedeli senza guida. Troppi cuori senza amore. 29.11.43
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Tornate a Dio. Tornate al Cristo. Sacerdoti, tornateci per divenire “sacerdoti”. Avete bisogno della sua consacrazione, di quest’olio che stilla dal Sacerdote eterno. Siete in troppi ridotti a lampade prive d’olio e i fedeli si smarriscono perché non hanno luce nelle tenebre. Portate la Luce a essi. Io sono Luce del mondo. Ma non potete portarmi se non mi avete in voi. 2.12.43
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Se i fedeli sono gelidi, i pastori sono freddi e la morte dello spirito viene per assideramento. (…)
Pensaci, o Cristo in terra, nato a tanta sorte. E senza stancarti insisti, predica, esorta, riprendi, evangelizza. Troppi sono i templi in cui il Vangelo ha perduto valore e troppi i cuori che odono del Vangelo un suono non vero che da esso li allontana.
Sopperisci tu, come Pietro primo, alle deficienze dei ministri, e fa che le turbe risentano attraverso alle tue labbra la dottrina dolce, santa e salutare del Cristo, e i non ancora uccisi si salvino e tornino a Me, e torni la pace a questa terra in cui non vi è zolla che non conosca la rugiada dei martiri. 29.12.43 - .
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I fedeli sono, salvo le sempre esistenti eccezioni, quali li formano i sacerdoti, non tanto con le parole quanto con l’esempio.
Le chiese sparse fra mezzo alle case dell’uomo dovrebbero essere come un faro e un purificatoio. Da esse dovrebbe sprigionarsi una luce dolce e potente, penetrante e attirante, che, com’è della luce del giorno, penetrasse, nonostante tutti i serrami, nel fondo dei cuori. (…)
Se dalle chiese sparse fra le case si effondesse una “ luce “ quale Io, ve l’ho indicata come vostro segno, o sacerdoti che Io chiamo “luce del mondo“ – vi ho chiamato così quando vi ho creati – un filo, un punto, un pulviscolo penetrerebbe, quel tanto da ricordare che vi è sul mondo “ una Luce“, quel tanto da metter fame di luce, di quella “Luce“ nei cuori.
Ma quante sono le chiese dalle quali emana una così viva luce da forzare le chiuse porte dei cuori e penetrarvi e portarvi Dio, Dio che è Luce? Ma quante sono le anime delle chiese, voi parroci e curati, voi sacerdoti e monaci, voi tutti che io ho vocati ad esser portatori di Me ai cuori, che siano talmente accesi dalla Carità da riuscire a vincere il gelo delle anime ed a portare nei cuori degli uomini l’amore di Dio e l’amore a Dio che è Carità? 27.1.44 - .
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Io, chiamandovi, non vi ho additato una reggia, una tavola, una borsa, una famiglia, ma una croce, la mia Croce, (...) e questo per dire a tutti, a voi in specie, che le anime si salvano con il sacrificio, con la generosità nel sacrificio che va fino allo spogliamento totale, assoluto, degli affetti, dei comodi, del necessario, della vita. 27.1.44
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La terra corrotta da tante cose, fermenta come corpo che imputridisce e contamina col suo lezzo di peccato le anime; ma se le chiese sparse fra le case fossero incensieri dove un sacerdote vive ardendo e si arde amando, il lezzo del mondo, sarebbe bilanciato dal profumo di Dio, traspirante dai cuori dei sacerdoti viventi in totale fusione con Dio , annullati in Dio, sino a non essere più che simili a Me che sono presente nel Sacramento a disposizione dell’uomo ad ogni ora, - Io Dio, ci sono senza stanchezze, senza superbie, senza resistenze – ed i cuori verrebbero purificati. I sacerdoti così perfetti, sono come il sole. Aspirano le anime al Cielo come fossero gocce d’acqua, le purificano nell’atmosfera del Cielo (…) per portare refrigerio alle ferite e alle arsioni dei cuori.
Aspirano: per aspirare a sé occorre una grande forza che solo l’amore vivissimo per il Signore e per i fratelli ve la possono dare. Fissi in Dio, in alto, molto in alto sulla terra, voi potete, se volete, attirare a voi, ossia a Dio in cui vivete, le anime. E’ un’operazione che richiede generosità e costanza. (…) Sacrificio, sacrificio, sacrificio, o sacerdoti: Preghiera, preghiera, preghiera, o pastori. 27.1.44 - .
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I sacerdoti che vivono in totale fusione con Dio, annullati in Dio sino a non essere più che simili a Gesù presente nel Sacramento a disposizione dell’uomo ad ogni ora,(.....) aspirano le anime al Cielo come fossero gocce d’acqua, le purificano nell’atmosfera del Cielo (....) per portare refrigerio alle ferite ed alle arsioni dei cuori.
Per aspirare a sé occorre una grande forza che solo l’amore vivissimo per il Signore e per i fratelli può dare. Fissi in Dio, in alto, molto in alto sulla terra, i sacerdoti possono, se vogliono, attirare a loro, ossia in Dio in cui vivono, le anime. E’ un’operazione che richiede generosità e costanza. (…) Vi sono sguardi che possono convertire un cuore quando da quegli sguardi traluce Dio (…) Siate perfetti e riuscirete nell'unico scopo degno della vostra veste: quello di portare anime a Dio. 27.1.44 - .
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L'umanità si trova a un grande bivio. Da esso si dipartono due strade: una porta salendo a Dio, l'altra conduce scendendo a Satana. Al bivio è un masso. Siete voi. Se farete di voi baluardo e spinta verso la prima, Satana non irromperà e le vostre anime saranno spinte a Dio, ma se voi per i primi rotolate contro la china di Satana, trascinerete l'umanità con anticipata ora, verso gli orrori dell'Anticristo. 27.1.44
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(Per avere un posto in Cielo) prima occorre saper bere tutto il calice che ha bevuto Gesù. Tutto: con la sua carità data in compenso dell’odio, con la sua castità contro le voci del senso, con la sua eroicità nelle prove, con il suo olocausto per amore di Dio e dei fratelli. Poi quando si è tutto compiuto del proprio dovere, dire ancora “siamo servi inutili” e attendere che il Padre vi conceda, per sua bontà, un posto nel suo Regno. (pag. 401-2°vol. ed. 1975) 13.2.44
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Quando alla Consacrazione, le specie divengono Carne e Sangue, ecco che Io m’incarno come un tempo. Non nel seno della Vergine, ma nelle mani di un vergine. Ecco perché nei miei sacerdoti richiedesi verginità angelica. Guai ai profanatori che, col corpo insozzato da unione carnale, toccano il Corpo di Dio! Che se il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo e perciò deve esser conservato santo e casto, il corpo del sacerdote al cui comando Io scendo dal Cielo per divenire Carne e Sangue, e come nella cuna poso nelle sue mani, deve essere più illibato del giglio. E col corpo la mente, il cuore, la lingua. 18-5-44
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Non soltanto vi cacceranno dalle sinagoghe, e per queste intendo tutte le posizione sociali, nelle quali potreste avere onore e utile. Sarete perseguitati per il mio Nome e per la vostra fedeltà a esso anche nello spirito. Non perché chi vi perseguita lo faccia per sincerità di zelo verso di Me e il mio culto. Ma perché le parole che dite sono tali che urtano la maggioranza – e fra questa specie quella parte di maggioranza che dovrebbe essere la migliore – e perciò voi divenite per essa oggetto di odio. 21.5.44
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Il Sacerdozio è necessario alla vita dello spirito come i quattro elementi vitali della terra: luce, aria, acqua e fuoco, ma come può esser luce se è spento e offuscato? Ma come può esser acqua se è arido? Ma come può esser respiro se è di suo, asfittico? Ma come può esser fuoco se è gelo? 391-44 - 29.5.44
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Ma i sacerdoti idolatri, impuri, atei, sono flagelli pesanti e uncinati. Rompono con le percosse e lacerano con l'uncino. 14.11.44
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Il sacerdote mentre è nelle sue funzioni sacerdotali, è degno del massimo rispetto. E ve lo assicuri il fatto che Io ubbidisco al suo comando e scendo, Sangue, a lavarvi il cuore, e scendo, Carne, a nutrirvi lo spirito. Imparate da Me, che sono umile, ad avere umiltà. 27.12.44
Dall'Evangelo come mi è stato rivelato
- Il sacerdote è generalmente sempre illuminato da Dio. Lo è quando è un vero sacerdote. Bisogna giudicare ciò che esce dalla sua anima. 31.8
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- Guai ai sacerdoti che perdono la loro fiamma apostolica! Ma guai anche a chi si crede lecito sprezzarli! Perché essi consacrano e distribuiscono il Pane Vero che dal Cielo discende, e quel contatto li rende santi come un calice sacro, anche se totalmente santi non sono.(…) Non siate più intransigenti del vostro Signore Gesù il quale al loro comando lascia il Cielo e scende per essere elevato dalle loro mani. (…). Salvare un’anima sacerdotale è salvare un numero grande di anime, perché ogni sacerdote santo, è una rete che trascina anime a Dio. 31.10
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- Non è il gesto che fa il sacerdote e non è l’abito.
Non è la sua mondana cultura, né le relazioni mondane e potenti che fanno il sacerdote. E’ la sua anima. Un’anima tanto grande da annullare la carne. Tutto spirito . 133.2 - .
- Voi siete il sale della terra e la luce del mondo, ma se falliste alla vostra missione, diverreste un insipido e inutile sale. (…)
Voi siete la luce del mondo. (…) Chi è posto in alto brilla ed è visto perché l’occhio anche più svagato si posa qualche volta sulle alture. Direi che l’occhio materiale, che è detto specchio dell’anima, riflette l’anelito dell’anima, anelito inavvertito spesso ma sempre vivente finché l’uomo non è un demone, l’anelito dell’alto, dell’alto dove la istintiva ragione colloca l’Altissimo. (…)
Voi dovete ricordare il Dio Vero. Fate allora di non avere in voi il paganesimo settemplice. (…)
Voi dovete portare la luce di Dio. (…)
La luce di Dio splende là, dove è solerte la volontà a pulire giornalmente dalle scorie che lo stesso lavoro, con i suoi contatti e reazioni e delusioni, produce. La luce di Dio splende là dove il lucignolo è immerso in abbondante liquido di orazione e di carità. La luce di Dio si moltiplica in infiniti splendori, quante sono le perfezioni di Dio delle quali ognuna suscita nel santo una virtù esercitata eroicamente, se il servo di Dio tiene netto, il quarzo inattaccabile della sua anima dal nero fumo di ogni fumigante mala passione. (…) 169.8 - .
- Guai, tre volte guai, ai pastori che perdono la carità, che si rifiutano di ascendere giorno per giorno per portare in alto il gregge che attende la loro ascesa per ascendere. Io li percuoterò, abbattendoli dal loro posto e spegnendo del tutto il loro fumo.
Guai, tre volte guai, ai maestri che ripudiano la Sapienza per saturarsi di scienza sovente contraria, sempre superba, talora satanica, perché li fa uomini - udite e ritenete – mentre se ogni uomo ha destino di divenire simile a Dio, con la santificazione che fa dell’uomo un figlio di Dio, il maestro, il sacerdote ne dovrebbe avere l’aspetto già dalla terra, e questo solo, di figlio di Dio. Di creatura tutt’anima e perfezione dovrebbe avere aspetto, dovrebbe avere, per aspirare a Dio i suoi discepoli. Anatema ai maestri di soprannaturale dottrina che divengono idoli di umano sapere.
Guai, sette volte guai ai morti allo spirito fra i miei sacerdoti, a quelli che col loro insapore, col loro tepore di carne mal viva, col loro sonno pieno di allucinate apparizioni di tutto ciò che è fuorché Dio uno e Trino; pieno di calcoli di tutto ciò che è, fuorché sovrumano desiderio di aumentare le ricchezze dei cuori e di Dio; vivono umani, meschini, torpidi, trascinando nelle loro acque morte quelli che li seguono credendoli “ vita “. Maledizione di Dio sui corruttori del mio piccolo amato gregge. Non a coloro che periscono per ignavia vostra, o inadempienti servi del Signore, ma a voi, di ogni ora e di ogni tempo, e per ogni contingenza e per ogni conseguenza, Io chiederò ragione e vorrò punizione. 169.9 - .
- Non portano a Dio quei sacerdoti che non vanno alla conquista degli spiriti con la dolcezza paziente, umile, amorosa, ma sembrano guerrieri armati che si lancino a un assalto feroce, tanto marciano con irruenza e intransigenza contro le anime. Oh! Povere anime! Se fossero sante, non avrebbero bisogno di voi, sacerdoti, per raggiungere la Luce. L’avrebbero già in sé. Se fossero giusti, non avrebbero bisogno di voi giudici per essere tenuti nel freno della giustizia, l’avrebbero già in sé. Se fossero sani, non avrebbero bisogno di chi cura. Siate dunque mansueti. Non mettete in fuga le anime. Attiratele con l’amore. Perché la mansuetudine è amore, così come lo è la povertà di spirito. 170.7
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- Vi è sempre qualcuno per cui l’apostolo si affatica invano. Ma non devono queste sconfitte , far perdere lena. L’apostolo non deve pretendere di ottenere tutto. Contro di lui sono forze avverse dai molti nomi che come tentacoli di piovre riafferrano la preda che egli aveva loro strappato. Il merito dell’apostolo resta ugualmente.
Occorre andare, anche se uno solo su mille si salverà. La sua giornata apostolica sarà fruttuosa
per quell’uno per mille, poiché egli avrà fatto tutto quanto poteva e Dio premia questo.
Altra cosa che deve assolutamente praticare l’apostolo è l’amore. Palese amore. (…), grande amore. Il rigore paralizza il lavoro dell’apostolo e il movimento delle anime verso la Luce. Non rigore ma amore. (…) 234.7 - .
- Le tre fasi della salvazione di un’anima sono:
Essere integerrimi per poter parlare senza timore d’essere posti a tacere. (…)
Seconda qualità: operare anche là dove uno, meno compreso della sua missione, fuggirebbe. (…) Terzo punto: Non appena l’anima che nel silenzio si è pentita, piangendo e pensando sui suoi trascorsi, osa venire timidamente, paurosa d’essere cacciata, verso l’apostolo, l’apostolo abbia un cuore più grande del mare, più dolce di un cuore di mamma, più innamorato di un cuore di sposo, e lo apra tutto per farne fruire onde di tenerezza.
Se avrete Dio in voi, Dio che è Carità, troverete facilmente le parole di carità da dire alle anime. 234.8 - .
- Andate perciò guarendo gli infermi, mondando i lebbrosi, risuscitando i morti del corpo e dello spirito perché corpo e spirito possono essere ugualmente infermi, lebbrosi, morti. E voi anche sapete come si fa a operare miracolo: con una vita di penitenza, una preghiera fervente, un sincero desiderio di far brillare la potenza di Dio, un’umiltà profonda, una viva carità, un’accesa fede, una speranza che non si turba per difficoltà di sorta. In verità vi dico che tutto è possibile a chi ha in sé questi elementi. Anche i demoni fuggiranno di fronte al Nome del Signore detto da voi, avendo in voi quanto ho detto. 265.4
- Ai servi di Dio Io dico: “Non si fa conquistare il Cielo ai credenti se non si amano con perfezione”.
(…) Un amore totale a Dio, un amore totale al prossimo. Il vostro scopo: servire. Come? Rendendo a Dio coloro che il mondo, la carne, il demonio hanno rapito a Dio. In che modo? Con l’amore. L’amore che ha mille forme per esplicarsi, e un unico fine: far amare. 275.4 - .
- Non siate servi che per voi molto volete e poi nulla date a chi a voi chiede. Come fate, così vi sarà fatto. E vi sarà chiesto anche conto del come fanno gli altri, trascinati al bene o al male dal vostro esempio. Oh! Che in verità se sarete santificatori, possederete una gloria grandissima nei Cieli! Ma, ugualmente, se sarete pervertitori o anche solamente infingardi nel santificare, sarete duramente puniti. 278.5
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- Curate sempre prima lo spirito. Promettete agli infermi il Regno di Dio se sapranno credere in Me, e vista in loro la fede comandate al morbo di andarsene, ed esso se ne andrà. E così fate per i malati dello spirito. Accendete per prima cosa la Fede. Comunicate con la parola “sicura” la Speranza. Io sopraggiungerò a mettere in essi la Divina Carità, così come a voi l’ho messa in cuore dopo che in Me avete creduto e nella Misericordia avete sperato. E non abbiate paura né degli uomini, né del demonio. Non vi faranno male. Le uniche cose di cui dovete temere sono la sensualità, la superbia, l’avarizia. Per esse potrete consegnarvi a Satana e agli uomini-satana, perché ci sono essi pure. 278.6
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- Venire a Me come discepolo vuol dire rinuncia di tutti gli amori a un solo amore: il Mio. Amore egoista verso se stessi, amore colpevole verso le ricchezze, o il senso, o la potenza, amore onesto verso la sposa, santo verso la madre, il padre, amore amabile dei e ai figli e fratelli, tutto deve cedere al mio amore se si vuole essere miei. In verità vi dico che più liberi di uccelli spazianti nei cieli devono essere i miei discepoli. (…)
Se uno vuol venire a Me e non odia santamente suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli e le sorelle, e persino la sua vita, non può essere mio discepolo. (…)
Io dico di odiare la pesantezza dell’amore, la passionalità carnale dell’amore al padre e alla madre, e sposa e figli, e fratelli e sorelle, e alla stessa vita, ma anzi ordino di amare, con la libertà leggera che è propria degli spiriti, i parenti e la vita. Amateli in Dio e per Dio, non posponendo mai Dio a loro, occupandovi e preoccupandovi di portarli dove il discepolo è giunto, ossia a Dio Verità. Così amerete santamente i parenti e Dio, conciliando i due amori e facendo dei legami di sangue non peso ma ala, non colpa ma giustizia. 281.6 - .
- Esigi il massimo rispetto nelle ore d’istruzione e nei luoghi d’istruzione. (…)
E’ sempre Dio che parla sulle labbra dei suoi servi, nelle ore del loro ministero. E come tale va udito con silenzio e rispetto. 365.2 - .
- Sapete come l’uomo può possedere infinito amore? Essendo talmente unito a Dio da essere tutt’uno con Dio. Allora, veramente, scomparendo la creatura nel Creatore, opera il Creatore, il quale è Infinito. E così, uniti col loro Dio per potenza d’amore che tanto si stringe all’Origine da fondersi a essa, devono essere gli apostoli miei. Non sarà come parlerete ma per come amerete che convertirete i cuori. Troverete peccatori? Amateli. Soffrite per discepoli che si traviano? Cercate di salvarli con l’amore. Ricordate la parabola della pecorella smarrita. (…)
Con ogni arte, con ogni sacrificio, anche a costo di perdere la vita nel tentativo di salvare un’anima, con ogni pazienza, voi dovrete andare cercando gli smarriti per riportarli all’Ovile. (…)
E ogni azione deve essere sovrabbondanza della carità che non si appaga più di amare Dio o il prossimo soltanto mentalmente, ma scende nell’agone, in lotta con i nemici di Dio, per amare Dio e prossimo anche contingentalmente, in azioni anche materiali, vie ad azioni più vaste e perfette che terminano alla redenzione e santificazione dei fratelli.
Per la contemplazione si ama Dio, ma per l’azione si ama il prossimo, né i due amori sono scissi perché uno solo è l’amore, e amando il prossimo amiamo Dio che ci comanda questo amore e che il prossimo ci ha dato per fratello. 380.4 - .
- Non sarà il nome che porterete, né la veste, né le funzioni che eserciterete che vi faranno sacerdoti, ossia ministri del Cristo, maestri e medici di anime, ma sarà l’amore che possederete che vi farà tali. Esso vi darà tutto quanto occorre per esserlo, e le anime, tutte diverse fra loro, giungeranno a un’unica somiglianza: quella del Padre, se voi saprete lavorare con l’amore. 476.5
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- Due cose sono essenziali per essere veri maestri e degni di essere maestri: 1° una vita austera per se stessi di modo di poter giudicare senza le ipocrisie di condannare negli altri ciò che a noi si perdona. 2°: una paziente misericordia per dare modo alle anime di guarire e di fortificarsi. Non tutte le anime guariscono istantaneamente dalle loro ferite. (…) Aprite le vostre braccia e il vostro cuore, sempre, alle povere anime. Che esse sentano in voi un vero e santo confidente sulle cui ginocchia non si vergognano di piangere. Se voi le condannate privandole degli aiuti spirituali, sempre più le farete malate e deboli. (…)
Voi dovete essere il termine di paragone, la misura di ciò che è Dio. 495.3 - .
- Servite il Padre vostro. Perciò i suoi interessi devono esservi sacri, anche se possono procurare dolore o lesione ai vostri interessi umani. Abbiate spirito di abnegazione e di ubbidienza. 495.5
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- Siate sempre soggetti ai Pastori in quel che è ubbidienza ai loro consigli e ordini.
Siate sempre a loro fratelli e sorelle in quello che è aiuto nella missione e sostegno alle loro fatiche. 583.8 - .
- Vi ho dato la potestà di rimettere i peccati, ma non si può dare ciò che non si possiede. Voi dovete dunque esser certi che questa potestà Io la possiedo perfetta e la uso per voi che dovete esser mondi al sommo per mondare chi verrà a voi, sporco di peccato. Come potrebbe uno giudicare e mondare se fosse meritevole di condanna e fosse immondezza di suo? Come potrebbe uno giudicare un altro se fosse con le travi nel suo occhio e i pesi infernali nel suo cuore? Come potrebbe dire: “Io ti assolvo nel nome di Dio” se per i suoi peccati, non avesse Dio con sé? 629-6
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- Grande ministero il vostro di giudicare e assolvere in nome mio! Quando consacrerete per voi il Pane e il Vino e ne farete il Corpo e il Sangue mio, farete una grande e sublime cosa. Per compierla degnamente dovete essere puri poiché toccherete Colui che è il Puro e vi nutrirete della Carne di un Dio. Puri di cuore, di mente, di membra e di lingua dovrete essere perché col cuore dovrete amare l’Eucaristia e non dovranno essere mescolati a questo amore celeste profani amori che sarebbero sacrilegio.
Puri di mente perché dovrete credere e comprendere questo mistero d’amore e l’impurità di pensiero uccide la Fede e l’Intelletto. Resta la scienza del mondo, ma muore in voi la Sapienza di Dio. Puri di membra dovrete essere perché nel vostro seno scenderà, il Verbo così come scese nel seno di Maria per opera dell’Amore. 629-7 - .
- E benedettissimi quei sacerdoti che sapranno rimanere apostoli: pane, acqua, luce, voce, riposo e medicina dei miei poveri figli. Di luce speciale risplenderanno in cielo. Io ve lo giuro, Io che sono la Verità. 629.13
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- E non pensate di quanto dolore dovrà ancora soffrire il mio Cuore nei secoli, per ogni peccatore impenitente, per ogni eresia che mi nega, per ogni credente che mi abiura, per ogni – strazio negli strazi – per ogni sacerdote colpevole, causa di scandalo e rovina. (…) Nel contemplare Giuda Io ho contemplato gli eletti ai quali l’elezione si muta in rovina per la loro perversa volontà Oh! Voi che siete fedeli, voi che formerete i sacerdoti futuri, ricordate il mio dolore, formatevi sempre più santi, per consolare il mio dolore, formateli santi perché per quanto è possibile, non si ripeta questo dolore, esortate, vegliate, insegnate, combattete, siate attenti come madri, instancabili come maestri, vigili come pastori, virili come guerrieri per sostenere i sacerdoti che da voi saranno formati. La colpa del dodicesimo apostolo, fate, oh! fate che non abbia troppe ripetizioni in futuro…634-7
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- Ripetete il gesto di Maria sulle membra degli eletti. Nessuno lo reputi indegno di lui. Io l’ho accettato quell’olio balsamico da una donna. Ogni cristiano se ne tenga onorato come di una grazia suprema da parte della Chiesa di cui è figlio e lo accetti dal Sacerdote per detergersi dalle ultime macchie. Ogni Sacerdote sia lieto di fare l’atto d’amore di Maria verso il Cristo penante sul corpo del morente fratello. In verità vi dico che ciò che non avete fatto allora a Me, lasciando che una donna vi superasse e ora vi pensate con tanto dolore, potete farlo in futuro e per tante volte quante con amore vi curverete su uno che muore per prepararlo all’incontro con Dio. 635.10
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- Trasmettete per questo in Nome mio il Sacerdozio ai migliori fra i discepoli perché la Terra non resti senza Sacerdoti. E sia carattere sacro concesso dopo acuto esame, non verbale, ma delle azioni di chi chiede d’essere sacerdote o di chi voi giudicate buono a esserlo.
Pensate a ciò che è il Sacerdote. Al bene che può fare. Al male che può fare. Avete avuto l’esempio di ciò che può fare un Sacerdote decaduto dal suo carattere sacro. (...) Ma anche in verità vi dico che ugualmente sarà distrutta la Terra quando l’abominio della desolazione entrerà nel novello Sacerdozio conducendo gli uomini all’apostasia per abbracciare lo dottrine d’inferno.(…)
Sacerdoti? Più che sacerdoti dovranno essere quelli dell’ultima ora, tanto feroce sarà la persecuzione delle orde dell’Anticristo. (…) Sacerdoti? Angeli. Angeli agitanti il turibolo carico degli incensi delle loro virtù per purificare l’aere dai miasmi di Satana. Angeli? Più che angeli: altri Cristi, altri Me perché i fedeli dell’ultimo tempo possano perseverare sino alla fine. 635-11 - .
- Un Sacerdote indegno, impuro, eretico, infedele, incredulo, tiepido o freddo, spento, insipido, lussurioso, fa un male decuplo di quello di un fedele colpevole degli stessi peccati, e trascina molti altri al peccato. La rilassatezza nel Sacerdozio, l’accoglimento d’impure dottrine, l’egoismo, l’avidità, la concupiscenza nel Sacerdozio, voi sapete, dove sfocia: nel deicidio. Ora nei secoli futuri, non potrà più essere ucciso il Figlio di Dio, ma la fede in Dio, l’idea di Dio, sì. (…)
La mia Chiesa scardinata dai suoi stessi ministri! 635-12 - .
- Ed Io che la sorreggo con l’aiuto delle vittime. Ed essi, i sacerdoti, che avranno unicamente la veste e non l’anima del Sacerdote, che aiutano il ribollire delle onde agitate dal Serpente infernale contro la tua barca, o Pietro. In piedi! Sorgi! Trasmetti quest’ordine ai tuoi successori: “Mano al timone, sferza sui naufraghi che hanno voluto naufragare, e tentano di far naufragare la barca di Dio”. Colpisci, ma salva e procedi. Sii severo, perché sui predoni giusto è il castigo. Difendi il tesoro della fede. Tieni alto il lume come un faro sopra le onde sconvolte, perché quelli che seguono la tua barca vedano e non periscano. Pastore e nauta per i tempi tremendi, raccogli, guida, solleva il mio Vangelo perché in questo e non in altra scienza è la salute. Verranno i tempi nei quali, così come avvenne a noi d’Israele e ancor più profondamente, il Sacerdozio crederà d’essere classe eletta perché sa il superfluo e non conosce più l’indispensabile, o lo conosce nella morta forma con cui ora conoscono i Sacerdoti la Legge: nella veste di essa, esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo spirito. Verranno i tempi in cui tutti i libri si sostituiranno al Libro. (…) Così verrà il tempo in cui sarà insegnato il Vangelo scientificamente bene, spiritualmente male. Or che è la scienza se manca sapienza? Paglia è. Paglia che gonfia e non nutre. 635-13
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- Eppure Io vi dico che un tempo verrà nel quale i Sacerdoti, immemori che con poche spighe Io ho istruito gli spiriti alla Verità, e immemori di ciò che è costato al loro Signore quel vero pane dello spirito, tratto tutto e solo dalla Sapienza Divina, detto dalla Parola Divina, dignitoso nella forma dottrinale, instancabile nel ripetersi, perché non si smarrissero le verità dette, umile nella forma, senza orpelli di scienze umane, senza completamenti storici e geografici, non si cureranno dell’anima di esso, ma della veste da gettargli sopra per mostrare alle folle quante cose essi sanno, e lo spirito del Vangelo si smarrirà in loro sotto valanghe di scienza umana. 635-13
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- In verità vi dico che come il Padre e Creatore moltiplica le stelle perché non si spopoli il cielo per quelle che, finita la loro vita, periscono, così ugualmente Io dovrò evangelizzare cento e mille volte dei discepoli che spargerò fra gli uomini e fra i secoli. E anche in verità vi dico che la sorte di questi sarà simile alla mia: la sinagoga e i superbi li perseguiteranno come mi hanno perseguitato. (…)
Ma tu Pontefice, e voi Pastori, in voi e nei vostri successori vegliate perché non si perda lo spirito del Vangelo e instancabilmente pregate lo Spirito Santo perché in voi si rinnovelli una continua Pentecoste. (...) onde possiate comprendere tutti gli idiomi e discernere e scegliere le mie voci da quelle della scimmia di Dio: Satan.
E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future. Ognuna di esse è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno quanto più per ragioni divine Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi. 635-14.
- E la tua bussola, il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime, è in esso. E fa che da esso non si scostino Sacerdoti e fedeli. Fa che non vengano dubbi su esso. Alterazioni a esso. Sostituzioni o sofisticazioni di esso. Il Vangelo è Me stesso. Dalla nascita alla morte. Nel Vangelo è Dio. Perché in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. 635-14
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