Angeli
Dall'Evangelo
- Gli angeli, spiriti puri e perfetti, viventi nella luce della Santissima Trinità e in essa giubilanti, nella loro perfezione hanno, e riconoscono d’averla, una inferiorità rispetto agli uomini: quella di non potersi sacrificare, del soffrire per cooperare alla redenzione dell’uomo. 96.5
- (Lucifero) era il più bello degli arcangeli, godeva di Dio. Avrebbe dovuto essere contento di questo. Invidiò Dio e volle essere lui dio e divenne il demonio, il primo demonio. 131.2
- L’Arcangelo di tutti gli annunzi. Puoi dire: è quello. Perché la forza di Dio (Gabriele) fu sempre il vittorioso che portò lo squillo di gioia ai santi e ai profeti, l’indomabile sul quale la pur grande forza di Satana si spezzò come stelo di musco disseccato, l’intelligente che stornò con la buona e lucida intelligenza le insidie dell’altro intelligente ma malvagio, rendendo con prontezza eseguito il comando di Dio.
In un grido di giubilo egli, l’Annunziatore che già conosceva le vie della terra per essere sceso a parlare ai Profeti, raccolse dal Fuoco Divino l'immacolata scintilla che era l’anima dell'Eterna Fanciulla e, serrandola in un cerchio di fiamme angeliche: quelle del suo spirituale amore, la portò sulla terra, in una casa, in un seno. 136.6
- Dio aveva creato gli angeli. Parte di essi, per avere voluto non credere che fosse buono il livello di gloria al quale Dio li aveva destinati, si erano ribellati e con l’animo arso dalla mancanza di fede nel loro Signore avevano tentato di assalire il trono irraggiungibile di Dio. Alle armoniose ragioni degli angeli credenti avevano opposto il loro discorde, ingiusto e pessimistico pensiero, e il pessimismo, che è mancanza di fede, li aveva da spiriti di luce, fatti divenire spiriti ottenebrati. 244.6
- Gli angeli sono spiriti puri creati da Dio a sua somiglianza spirituale, messi a congiunzione fra l’uomo: perfezione del creato visibile e materiale, e Dio: Perfezione del Cielo e della Terra, Creatore del Regno spirituale e del regno animale.
Nell’uomo anche più santo vi è sempre la carne e il sangue a porre un abisso fra lui e Dio. E l’abisso si sprofonda per il peccato che appesantisce anche ciò che è spirituale nell’uomo. Ecco allora Dio creare gli angeli, creature che toccano il vertice della scala creativa così come i minerali ne segnano la base. (…)
Angeli: Specchi tersi del Pensiero di Dio, fiamme volenterose operanti per amore, pronti a comprendere, solleciti ad operare, liberi nel volere come noi, ma di un volere tutto santo che ignora le ribellioni e i fomiti del peccato. Questo sono gli angeli adoratori di Dio, suoi messaggeri presso gli uomini, protettori nostri, datori a noi della Luce che li investe e del Fuoco che essi raccolgono adorando. 266.11
Dai Quaderni
- Lucifero, nelle sue manifestazioni, ha sempre cercato di imitare Iddio. Così come Dio ha dato ad ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero ha dato il suo demone. Ma come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Lucifero.
L’ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni non è diverso a seconda degli Stati. E’ un ordine unico per tutti. Donde si comprende che il regno di Satana non è diviso e perciò dura.
Questo ordine può essere enunciato così: “Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli si stacchino, maledicendo Dio”.
I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. Seminano l’inferno. E riescono perché trovano già il terreno propizio.
Anche i miei angeli lottano a difesa del Paese che ho loro assegnato. Ma i miei angeli non trovano terreno propizio. Onde rimangono soccombenti rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in Me. Ne trovano, ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non amano, non perdonano, non sanno soffrire. 19-6-43
- L’Arcangelo Michele era presente alla mia morte in Croce. I sette grandi arcangeli che stanno in perenne davanti al trono di Dio, erano tutti presenti al mio Sacrificio. (…)
Gabriele e i suoi celesti compagni curvi sul dolore di Gesù e di Maria, impossibilitati a sollevarlo, perché era l’ora della Giustizia, ma non assenti da esso, hanno raccolto nel loro intelletto di luce, tutti i particolari di quell’ora, tutti, per illustrarli, quando il tempo non sarà più, alla vista dei risorti: gaudio dei beati e condanna prima dei reprobi. 13.9.43
- Adorano giubilando gli angeli dei giusti, uniti alle anime dei medesimi che anticipano dalla terra l’adorazione che sarà eterna.
Adorano sperando gli angeli di coloro che cristiani non sono, sperando di divenire loro custodi nel segno della croce.
Adorano piangendo gli angeli dei peccatori che non sono più figli di Dio. E piangendo ancora supplicano il Sangue che per sua virtù redima quei cuori.
Adorano infine gli angeli delle chiese sparse per la terra, portando a Dio il Sangue elevato ad ogni Messa in ricordo di Me. 17-5-44
- Gli angeli di ogni singolo credente, anzi di ognuno che porti il nome di cristiano, nella loro angelica natura non fanno che tessere voli fra cielo e terra per attingere dai tesori divini per ogni singolo loro custodito. Né qui cessa l’operazione angelica, perché anche l’altro innumero popolo angelico, per ordine eterno, adora per coloro che, non cristiani, non adorano il vero Dio e prega il Sangue di Gesù di effondersi su tutte le creature per essere da esse adorato. 18/5/44
- (Gli angeli) spiriti perfetti ed eterni, sono tratti di luce, inferiore unicamente a quella di Dio Padre, di una forma di bellezza indescrivibile. Adorano…sprigionano armonie.(…) Splendono come acque immobili percosse da vivo sole. Il loro amore è canto. 25/5/44
- Considerate che persino gli angeli hanno differenze di compiti. E questo è custode di un uomo, e quello annunziatore, e quello serafino adorante. 31-5-44
- Gli Angeli non possono soffrire per il loro Dio per aumentare la sua gloria, né per il loro prossimo per ottenergli del bene. Ma gli uomini lo possono fare. Fare la volontà di Dio, per gli angeli è fare della gioia. Fare la volontà di Dio per gli uomini, è fare del dolore. 25.6.44
- L’angelo custode di ogni creatura adora nella stessa il Dio che l’abita, se è in grazia del Signore, (….) (infatti) ogni spirito d’uomo è il tabernacolo chiuso nel corpo consacrato dai sacramenti, nel quale è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 25/6/44
- Gli angeli non possono soffrire per il loro Dio, per aumentare la sua gloria, né per il loro prossimo per ottenergli del bene. Ma gli uomini lo possono fare. Fare la volontà di Dio, per gli angeli, è fare della gioia . 25-6-44
- L’angelo è in ginocchio al lato destro del mio letto, in fondo. Sta a capo chino con sommo rispetto e con le braccia congiunte sul seno. (….) L’angelo è uguale, è il mio! Come è bello! Il volto di luce condensata, dalle linee perfette, pur stando così curvo, mi sorride. La sua incorporea veste pare uno smeraldo chiaro fatto abito di luce. Alle spalle un breve manto di un rosso chiaro, vivissimo, come di rubino trapassato da un raggio di sole. Le ali sono due bianchi splendori raccolti lungo i lati. E come è adorante! 26/6/44
- Quando la creatura non è più in stato di grazia, il suo angelo, piangendo, venera l’opera del suo Creatore. Non può più venerare altro. Ma poiché è opera del suo Dio, la venera (…) non perché lo contiene ma perché l’ha contenuto. Ecco perché ogni angelo sta con sommo rispetto presso il suo custodito. (…) Felice quell’angelo che può dire, presso una creatura: “Ti adoro, mio Signore, chiuso in questa tua creatura” e non ha bisogno di volare in cielo per incontrare lo sguardo di Dio! 26/6/44
- Il ministero angelico istruisce e conduce gli spiriti con parole di luce. Il ministero satanico istruisce e istiga gli spiriti con parole di tenebre. E’ una lotta che non ha mai fine.(…)
Però fra i due che battagliano (…) vi è l’uomo per cui i due battagliano. L’uomo libero di seguire la sua volontà e dotato d'intelligenza e ragione, munito della forza incalcolabile della Grazia che il Battesimo gli ha reso e che i sacramenti gli mantengono e aumentano. 19/9/44
- I tre Arcangeli: Gabriele, Michele, Raffaele. Sono tre bellissimi giovani. Ritratto…..21-12-45
- (L’angelo) custode veglia soprattutto sulla vita delle tre virtù teologali virtù nello spirito del suo custodito. 15/1/46
- Gli angeli sono superiori agli uomini. Dico “uomini” per dire gli essere così chiamati, composti di materia e di spirito. Allora siamo superiori noi, tutto spirito. (…..)
Negli angeli, diversi in natura e perfezione a voi, vi è, come in voi, libertà di volere. Dio nulla ha creato di schiavo. 20-1-46
- Dio come aveva voluto al suo fianco nelle prime operazioni creative, l’arcangelo sublime, e lo volle cognito del futuro della creazione d’amore, così lo volle cognito dell’adorabile e dolorosa necessità che il suo peccato avrebbe imposto a Dio: l’Incarnazione e Morte di un Dio per controbilanciare la rovina del Peccato che si sarebbe creato se Lucifero non avesse vinto la superbia in se stesso. 20-1-46
- Gli angeli rimasti fedeli anche durante la ribellione di Lucifero e dei suoi seguaci, non possono patire tentazione essendo stati dopo la prova elevati all’ordine soprannaturale, alla contemplazione e lode di Dio. 18-2-47
- La missione dell’Angelo Custode si crede, da parte della gente, che cessi con la morte del custodito. Non è così sempre. Cessa, è cosa conseguente, alla morte del peccatore impenitente, e con sommo dolore dell’angelo custode di colui che non si pentì. Si trasfigura in gloria gioconda ed eterna alla morte di un santo che dalla Terra passa al Paradiso senza soste purgative. Ma continua qual'era, come protezione che intercede e ama il suo affidato, per coloro che dalla Terra passano al Purgatorio per espiare e purificarsi. Allora noi, gli angeli custodi, oriamo con la carità per voi davanti al trono di Dio, e uniti alle nostre orazioni d’amore presentiamo i suffragi che sulla Terra vi applicano parenti e amici. 15-6-47
- I due dolci attimi nella missione dei Custodi, i due più dolci attimi, sono quando la Carità ci dice: “Scendi, che un nuovo uomo è generato e tu lo devi custodire come gemma che mi appartiene”. E quando possiamo salire con voi in Cielo. Ma il primo è meno del secondo. Gli altri attimi di gioia sono le vostre vittorie sul mondo, la carne, il demonio. Ma come si trema per la vostra fragilità da quando vi si prende in custodia, così sempre si palpita dopo ogni vostra vittoria, perché il Nemico del Bene è vigile a tentare di abbattere ciò che lo spirito costruisce. Perciò gioioso, perfetto nella sua gioia è l’attimo in cui entriamo con voi nel Cielo. 16-7-47
- Un’altra azione dell’Angelo Custode è quella di essere costantemente e meravigliosamente attivo presso Dio, del quale ascolta gli ordini e al quale offre le azioni buone del custodito, presenta e appoggia le suppliche, intercede nelle sue pene; è presso l’uomo al quale soprannaturalmente fa da maestro che guida nel sentiero diritto, senza soste, con ispirazioni, luci, attraimenti verso Dio.
Oh!, i nostri fuochi, che sono i fuochi della Carità che ci ha creati e che c'investe dei suoi ardori, noi li convergiamo sui nostri custoditi. (…) Coi nostri fuochi noi vi consoliamo, scaldiamo, irrobustiamo, illuminiamo, ammaestriamo, attraiamo al Signore. Che se poi il gelo ostinato dell’anima e la sua durezza ostinata non si lascia da noi penetrare e vincere, che se poi l’armonia caritatevole dei nostri insegnamenti non viene accolta ma anzi sfuggita per inseguire la fragorosa musica infernale che sbalordisce e fa folli, non di noi è la colpa. Di noi è il dolore per il fallimento della nostra azione d’amore sull’anima che amiamo, con tutte le nostre capacità, dopo Dio.
Noi siamo dunque sempre presso il nostro custodito, sia che sia un santo o un peccatore. Dall’infusione dell’anima nella carne alla separazione dell’anima dalla carne, noi siamo presso la creatura umana che l’Altissimo Signore ci ha affidata.
E questo pensiero, che ogni uomo ha presso un angelo, dovrebbe aiutarvi ad amare il prossimo vostro, sopportarlo, accoglierlo con amore, con rispetto, se non per se stesso, per l’invisibile Azaria che è seco lui e che, come angelo, merita sempre rispetto e amore.
Se pensaste che a ogni vostra azione verso il prossimo, oltre l’Occhio onnipresente di Dio, presiedono e osservano due spiriti angelici i quali gioiscono o soffrono di ciò che fate, come sareste più buoni sempre col prossimo vostro!
(…) vedere con l’occhio della fede, l’angelo custode che è al fianco di ogni uomo, e agire sempre come se ogni vostra azione fosse fatta all’angelo di Dio che testimonierà presso Dio. Egli, l’angelo custode di ogni uomo – io ve lo assicuro – unito al vostro dirà al Signore: “Altissimo, costui sempre fu fedele alla carità, amando Te nell’uomo, amando il mondo soprannaturale nelle creature, e per questo amore spirituale sopportò offese, perdonò, fu misericorde verso ogni uomo, a imitazione del Figlio tuo diletto i cui occhi umani, pur mirando i suoi nemici, vedevano al loro fianco, con l’aiuto dello spirito suo santissimo, gli angeli, i loro afflitti angeli, e li onorava, aiutandoli nel tentativo di convertire gli uomini, per glorificare con essi Te, Altissimo, salvando dal male quante più creature possibile”. 10-8-47
Dal libro di Azaria
- L’angelo del Signore è come un giardiniere che cura una pianta preziosa. Dal nascere al maturare … Sempre vigile, tremando dei venti dei geli, delle tempeste, dei parassiti, dei roditori. La sua completa pace di angelo, l’angelo la ritrova quando risale al cielo col frutto colto dal ramo, levato alla terra, con l’anima che si è salvata fino alla fine. Allora con un ardore di gioia, va a ritrovare i fratelli e dice : “L’anima mia si è salvata! E’ con noi nella pace! Gloria, gloria, gloria al Signore!”
Riconoscimento dunque umile, sempre costante, del vostro “nulla” e supplica continua ai beati cittadini dei Cieli di darvi il loro aiuto. Az. 3 - 24.2.46
- Con splendori di gioia noi, gli angeli di Dio, non facciamo che dirci con gioioso, perpetuo stupore, con riconoscenza senza fine: “Ci ha fatto il Signore! Siamo il suo popolo celeste, il gregge da Lui pascolato con Luce e Carità!”? Az. 9 – 3.3.46
- Contempliamo insieme la nostra virtù di angeli. Che cosa è ciò che ci fa grandi? La bellezza nostra? La nostra sorte? La nostra origine? No: la nostra prontezza di ubbidienza al suono delle parole di Dio, al balenare del suo SS. Pensiero, perché baleno di luce beatifica è il suono che noi percepiamo, non già voce materiale di ugola. E la nostra luce si accende in giubilo accogliendo quel baleno e più aumenta nell’eseguire il suo comando. Tu sai. Se non ubbidissimo si spegnerebbe la nostra luce, cesserebbe la nostra bellezza, muterebbe la nostra sorte, condanna ci diverrebbe l’origine, come lo fu per Lucifero ed i ribelli. Di nulla ci possiamo gloriare, noi, gli angeli del Signore, non della bellezza, sorte, origine, perché tutto ci viene da Dio S.S. Ma come per le creature del Creatore che sono gli uomini, gloriarci possiamo per il servizio ubbidiente al Signore. Az. 26 - 24.3.46
- L’Arcangelo Gabriele è il Confortatore del Getsemani, l’Angelo delle Settanta Settimane, L’Arcangelo della gioia, dei felici annunci, dei sublimi conforti. 27 Az - 24.3.46
- L’uomo è tanto debole che non basta la sua volontà a fare resistenza contro la forza del Male. (…) E’ per questo che gli angeli pregano con gli uomini buoni. 105 Az - 12.5.46
- Gli Angeli hanno tremato davanti allo sconosciuto aspetto della divinità per la prima volta immisericorde (quando Gesù prova l’abbandono del Padre) ed hanno pianto, meditando e comprendendo in pieno quale abisso di peccato avesse commesso Lucifero e gli altri ribelli, instaurando il Male e provocando le sofferenze conseguenti, culminate in quelle della Grande Vittima. Hanno superadorato il Verbo ubbidientissimo e mitissimo, confrontandolo con tutto ciò che era, è e sarà creato; e persino nel regno delle Tenebre quel grido ha prodotto un fremito e ucciso l’ultimo tenace pensiero di poter essere un giorno perdonati. 142 Az - 2.6.46
- Non c’è che un Dio. Tutto è a Lui soggetto, anche l’Avversario, che gli si crede simile, è un soggetto e, volendo nuocergli, in realtà lo serve perché aumenta la corte celeste, ossia la gloria di Dio, dei santi, che egli tentò e tormentò e che seppero resistergli ed esercitare le virtù sotto la sferza della persecuzione. 219. Az - 28.7.46
- Quando il peccato di Lucifero sconvolse l’ordine del Paradiso e travolse nel disordine gli spiriti meno fedeli, un grande orrore ci sconvolse tutti, quasi che qualcosa si fosse lacerato, si fosse distrutto e senza speranza di vederlo risorgere più. In realtà ciò era. Si era distrutta quella completa carità che prima era sola esistente lassù ed era crollata in una voragine dalla quale uscivano fetori d’Inferno.
Si era distrutta l’assoluta Carità degli angeli ed era sorto l’Odio. Sbigottiti, come lo si può essere in Cielo, noi, i fedeli al Signore, piangemmo per il dolore di Dio e per il corruccio suo. Piangemmo sulla manomessa pace del Paradiso, sull’ordine violato, sulla fragilità degli spiriti. Non ci sentimmo più sicuri di essere impeccabili, perché fatti di puro spirito. Lucifero e i suoi uguali ci avevano provato che anche l’angelo può peccare e divenire demonio. Sentimmo che la superbia poteva – era latente - e poteva svilupparsi in noi. Tememmo che nessuno, fuorchè Dio potesse resistere ad essa se Lucifero aveva ad essa ceduto. Tremammo per queste forze oscure che non pensavamo potessero invaderci, che potrei dire: ignoravamo che esistessero, e che brutalmente ci si disvelavano. Abbattuti ci chiedevamo, con palpiti di luce: “ Ma dunque l’esser così puri non serve? Chi mai darà allora a Dio l’amore che Egli esige e merita, se anche noi siamo soggetti a peccare?”.
Ecco allora che, alzando il nostro contemplare dall’abisso e dalla desolazione alla Divinità e fissando il suo Splendore, con un timore fino allora ignorato, contemplammo la seconda Rivelazione del Pensiero Eterno. E se per la conoscenza della prima venne il Disordine creato dai superbi che non vollero adorare la Parola Divina, per la conoscenza della seconda tornò in noi la pace che si era turbata.
Vedemmo Maria nel Pensiero eterno. Vederla e possedere quella sapienza che è conforto, sicurezza e pace, fu una sola cosa. Salutammo la futura nostra Regina con il canto della nostra Luce e la contemplammo nelle sue perfezioni gratuite e volontarie. Oh! bellezza di quell’attimo in cui a conforto dei suoi angeli l’Eterno presentò ad essi la gemma del suo Amore e della sua Potenza! E la vedemmo umile tanto da riparare da sé sola ogni superbia di creatura.
Ci fu maestra da allora nel non fare dei doni uno strumento di rovina. Non la sua corporea effige, ma la sua spiritualità ci parlò senza parola, e da ogni pensiero di superbia fummo preservati per avere contemplata per un attimo, nel Pensiero di Dio, l’Umilissima. Per secoli e secoli operammo nella soavità di quella fulgida rivelazione. Per secoli e secoli, per l’eternità gioimmo e gioiamo e gioiremo del possedere Colei che avevamo spiritualmente contemplata. La gioia di Dio è la nostra gioia e noi ci teniamo nella sua Luce per essere da essa compenetrati e per dare gioia e gloria a Colui che ci ha creati. Az.337 - 8.12.46
- Noi angeli non abbiamo peso di carne e fomite di peccato, non abbiamo quindi che a vegliare per essere umili, ubbidienti e caritativi spiritualmente per servire con perfezione l’Altissimo Signore, Creatore nostro. Az. 386 - 12.1.47
- Noi angeli ci mostriamo con la concretizzazione che ci dà Dio per renderci sensibili ai vostri sensi pesanti, quando è necessario farlo, ma in linea di massima non è agli occhi che sono nella testa che noi ci presentiamo, ma alla vista spirituale, e parliamo al vostro udito spirituale che ne godono entrambi, vista e udito, con la vivezza che ne avrebbero gli occhi e le orecchie materiali e più ancora, perché mentre lo spirito vede e sente, giubila pure per la pace che seco noi portiamo. Az. 387 – 12.1.47