Anima
Da Lezioni sull'epistola di Paolo ai romani
- Il corpo dell’uomo è animato dal soffio di Dio. Ogni uomo. Per questo in ogni uomo e su ogni uomo si estende e penetra lo Spirito di Dio con diritto di Re e con amore di Padre Creatore.(….)
L’inabitazione di Dio nell’uomo sarebbe stata perfetta se l’uomo non avesse peccato. La passione di Cristo e l’appartenenza alla sua Chiesa, ristabilendo l’Ordine, restituendo la Grazia, concede nuovamente l’inabitazione di Dio in voi: il Regno di Dio in voi.
In tal modo come l’anima è in voi eppure vi contiene, essendo cosa superiore, per origine e immortalità alla carne, così voi contenete Dio nel tempio del vostro corpo nel quale è – Santo dei Santi- l’anima in grazia, ma siete da Dio abbracciati perché Dio è l’Infinito che raccoglie nella sua Immensità tutti i suoi diletti. 84.Rm 2.2.48
- L’anima: la parte immortale come tutto ciò che viene dato direttamente dall’Eterno, lo spirito che non muore, lo spirito libero da tutte le leggi di tempo, di malattie, di cataclismi meteorologici, di insidie umane, lo spirito creato per riunirsi al suo Fonte, possederlo, goderlo eternamente, lo spirito che l’uomo soltanto, di sua propria volontà, può fare schiavo di un re crudele , ma che per sua natura e per volontà divina, non ha schiavitù alcuna, ma solo dolce figliolanza, sublime destino di eredità al Signore e al suo Regno. 90.Rm 12.2.48
- E’ l’anima quella che distingue l’uomo dall’animale e lo fa dio sopra tutti gli altri esseri creati, dio-re che domina, soggioga, comprende, istruisce, provvede, e lo fa dio per sua origine e destino futuri.
E’ l’anima quella che, illuminata dalla sua divina origine, sa, vuole, può, con forza già semidivina; forza che Dio potentemente sorregge e aiuta quanto più l’anima si eleva nella giustizia e l’uomo si divinizza con una vita di giustizia. 90-91.Rm 12.2.48
- E’ l’anima che dà all’uomo il diritto di dire a Dio: “Padre mio”.
E’ l’anima che fa dell’uomo un vivente tempio dello Spirito di Dio.
E’ l’anima che fa della creazione dell’uomo l’opera più perfetta del Creato ma (…) non la perfezione della perfezione creativa. (…) La Perfezione è Gesù, il Cristo, Colui che divinizza la materia, la glorifica, restituisce ad Adamo la sua dignità, l’anello che ricongiunge ciò che si era spezzato. 91.Rm 12.2.48
- Quando e come avrebbe l’uomo dovuto ricevere l’anima, se egli fosse il prodotto ultimo di un’evoluzione dai bruti? E’ da supporsi che i bruti abbiano ricevuto insieme alla vita animale l’anima spirituale? L’anima immortale? L’anima intelligente? L’anima libera? E’ bestemmia solo il pensarlo. Come allora potevano trasmettere ciò che non avevano? E poteva Dio offendere Se stesso infondendo l’anima spirituale, il suo divino soffio, in un animale, evoluto sin che si vuole pensarlo ma sempre venuto da una lunga procreazione di bruti? Anche questo pensiero è offensivo al Signore.
Dio volendosi creare un popolo di figli per espandere l’amore di cui sovrabbonda e ricevere l’amore di cui è sitibondo, ha creato l’uomo direttamente, con un suo volere perfetto, in un’unica operazione nel sesto giorno creativo, nella quale fece della polvere, una carne viva e perfetta che poi ha animata, per la sua speciale condizione di uomo, figlio adottivo di Dio ed erede del Cielo, non già solo dell’anima “che anche gli animali hanno nelle nari” e che cessa con la morte dell’animale, ma dell’’anima spirituale che è immortale e sopravvive oltre la morte del corpo e rianimerà il corpo oltre la morte al suono delle trombe del Giudizio finale e del trionfo del Verbo Incarnato, Gesù Cristo, perché le due nature che insieme vissero sulla terra, vivano insieme gioendo o soffrendo, a seconda di come insieme meritarono, per l’eternità. 133 – Rm. 28.5.48
- Chi ama la sua anima e vuol dare ad essa la vita eterna e beata, deve odiare la sua carne, amando anche le persecuzioni e le infermità che distruggono la materia. 178.Rm 11.6.48
Da "L'Evangelo come mi è stato rivelato"
- Guardate che l’anima può morire prima del corpo e voi potete portare, senza sapere, in giro un’anima putrida. E’ così insensibile il morire di un’anima! Come la morte di un fiore (….) e quando il corpo si accorge di portare dentro un cadavere verminoso diviene folle di spavento. 98.10
- L’anima è l’essenza spirituale dell’uomo. E’ creata di età perfetta e investe, accompagna, avviva tutta la vita della carne e continua a vivere dopo che la carne non è più, essendo immortale come Colui che la crea. 129.5
- Il nostro corpo è creato da Dio per essere tempio dell’anima che è tempio di Dio. Perciò deve essere conservato onesto, perché altrimenti l’anima viene derubata dell’amicizia di Dio e della vita eterna. 131.5
- L’anima è come la luce, incorporea, ma c’è. E’ visibile in tutto quanto differenzia l’uomo.
Dio di ogni anima buona si vuole fare un trono. 145-3
- L’uomo ha in sé un’essenza che viene da Dio e che ha nome spirito, il quale ha voce e consiglio di elevatezza sempre e spinge a cose di santa vita. 146.1
- L’anima è uno specchio che riflette e un’eco che riporta. L’anima è visibile in tutto quanto differenzia l’uomo dal bruto. 167.12
- L’intelligenza è l’anima che si disvela. Quando (uno) ama non con l’istinto ma con la ragione, quell’amore è la sua anima. Quando ammiri la bellezza non tanto di corpo ma di virtù, quella bellezza è l’anima. 167.12
- L’anima è nel tutto che è l’uomo. Vi contiene ed è in voi contenuta. Quando vi lascia, siete cadaveri. Quando viene uccisa, da un delitto di uomo a se stesso, siete dannati, separati per sempre da Dio.167.12
- L’immortalità dell’anima, ossia della parte superiore dell’uomo, è il mistero più certo e più consolante del credere. E’ quello che ci assicura di dove veniamo, di dove andiamo, di chi siamo, e che ci leva l’amaro della separazione. 167.12
- In noi vi è lo spirito, solo i poveri pagani lo ignora, questo ospite regale, questo soffio vitale, questa luce celeste che santifica e vivifica il nostro corpo. 170.3
- La Grazia santificante: la vita dell’anima. Quella spiritualissima cosa deposta nella spirituale anima nostra. La Grazia che ci fa figli di Dio perché ci preserva dalla morte del peccato, e chi morto non è, “vive” nella Casa del Padre: il Paradiso (…)..
La Grazia è amore. La Grazia è perciò Dio. E’ Dio che ammirando Se stesso nella creatura creata perfetta, si ama, si contempla, si desidera, si dà ciò che è suo per moltiplicare questo suo avere, per bearsi di questo moltiplicarsi, per amarsi per quanti sono altri Se stesso. 170.4
- Ogni anima è una vergine sposata all’Eterno Amatore, a Dio Signor nostro; questa terra è il tempo del fidanzamento, nel quale l’angelo dato a custode di ogni uomo, è lo spirituale paraninfo, e tutte le ore della vita e le contingenze della vita, altrettante ancelle che preparano il corredo nuziale. L’ora della morte è l’ora delle nozze compiute e allora viene la conoscenza, l’abbraccio, la fusione con Dio. 172.5
- L’anima, lucida, intelligente, spirituale, opera di Dio, “si ricorda”. E soffre perché desidera Dio, il vero Dio da cui viene, e ha fame di Dio. Ecco perché pungola il corpo torpido a cercare di accostarsi a Dio. 204.6
- L’anima subisce tre fasi: la prima è di creazione. La seconda di ricreazione. La terza di perfezione. La prima è comune a tutti gli uomini. La seconda è propria dei giusti che con la loro volontà portano l’anima a una rinascita ancora più completa, unendo le loro buone azioni alla bontà dell’opera di Dio e fanno perciò un’anima già spiritualmente più perfetta della prima; per cui fanno, fra la prima e la terza, da anello di congiunzione. La terza è propria dei beati, i quali hanno superato di mille e mille gradi l’iniziale anima loro, adatta all’uomo, e ne hanno fatto un che di adatto a riposare in Dio. L’anima va portata sempre più in alto, sui tre gradini della fede, speranza, carità. 204-7
- Occorre saper circondare l’anima, regina del corpo, tempio dello Spirito eterno, di una barriera che la difenda senza però impedirle la luce, né opprimerla con la vista di brutture.
Una cinta sicura e scalpellata dal desiderio d'amore da ciò che è inferiore, la carne e il sangue, verso ciò che è superiore: lo spirito. Scalpellare con la volontà. 204.8
- Le anime sono più soggette dei corpi a risorgere. (…) Tre sono le fasi della salvazione di un’anima: essere integerrimi (…)– operare anche là dove uno meno compreso nella sua missione, fuggirebbe (….)- avere un cuore più grande del mare, più dolce di quello di una mamma, più innamorato di quello di uno sposo. 234.8
- L’anima è un altare e una casa. L’altare di Dio, la casa, dove il Padre dei Cieli scende a ricevere amore e riverenza dal figlio e suddito. Ogni uomo ha un’anima e ogni anima essendo altare fa dell’uomo che la contiene un sacerdote, custode dell’altare ed è detto nel Levitico:” Il Sacerdote non si contamini”. 246.3
- Ogni anima è un fuoco sacro messo da Dio nell’altare del cuore perché serva ad ardere il sacrificio della vita con amore al Creatore della stessa. 250.7
- L’anima è in noi e ci abbraccia tutti. E i fetori di un’anima corrotta corrompono anche le carni. Mentre i profumi di un’anima pura preservano. L’anima corrotta spinge la carne a peccati osceni e questi invecchiano e deformano. L’anima pura spinge la carne a vita pura. E ciò conserva freschezza e comunica maestà. 276.5
- Per infusione di Fuoco vitale per opera di Dio s’è animata la prima argilla modellata da Dio a sua immagine e a forma d’uomo. 286.7
- L’anima sopravvive (…) e ha sempre un’attività oltre la vita. Santa se ella è santa. Malvagia se ella è malvagia. Ha i suoi sentimenti. Di amore se santa, di odio se dannata. Di odio per le cause della sua dannazione. 287.5
- L’anima non muore col corpo, ma sopravvive ad esso in eterno. Idea del Creatore Iddio, che ha dato all’uomo l’anima, era che tutte le anime degli uomini si riunissero in un unico luogo: il Cielo, costituendo il Regno dei Cieli il cui monarca è Dio e i suoi sudditi sarebbero stati gli uomini dopo una vita santa e una placida dormizione. 288.3
- Le anime non sono separate dalla morte, quelle dei giusti. Esse costituiscono una sola grande famiglia.(….) Noi ci affatichiamo sulla terra, essi ci sovvengono con le loro preghiere. Ma noi dobbiamo offrire le nostre sofferenze per la loro pace. E’ una catena che non si rompe. E’ l’amore che lega quelli che furono con quelli che sono. 289.4
- L’anima è creata di volta in volta e non mai più usata per successive incarnazioni.
L’uomo può ricordare, pur nascendo una volta sola, con la sua parte migliore che è l’anima. Essa viene da Dio Spirito intelligentissimo, potentissimo, perfetto.290.9
- Questa mirabile cosa che è l’anima, cosa da Dio creata per dare all’uomo la sua immagine e somiglianza come segno indiscutibile della sua Paternità Santissima, risente delle doti proprie di Colui che la crea. E’ dunque intelligente, spirituale, libera, immortale come il Padre che l’ha creata.
Essa esce perfetta dal pensiero divino e nell’attimo della sua creazione essa è uguale, per un millesimo di attimo, a quella del primo uomo: una perfezione che comprende la Verità per dono gratis dato. Un millesimo di attimo. Poi, formata che sia, è lesionata dalla colpa di origine. 290.9
- Le anime sono come tanti uccelli che la carne imprigiona nella sua gabbia. La terra è il luogo dove sono portati con la gabbia ma anelano alla libertà del Cielo, al Sole che è Dio, al nutrimento giusto per loro che è la contemplazione di Dio. Nessun amore umano (…) è tanto forte da soffocare questo desiderio delle anime di ricongiungersi alla loro Origine che è Dio. Così come Dio, per il suo perfetto amore per noi, non trova nessuna ragione tanto forte da superare il desiderio suo di riunirsi all’anima che lo desidera. (…)
Quando libera un’anima, lo fa sempre per un bene più grande, dell’anima stessa e dei suoi congiunti. E s'impegna anche di sostituirsi a essa nelle cure ai superstiti. 305.5
- La carne è la veste, l’essere è l’anima! E’ lei che è duratura. La carne come ogni veste, si logora e finisce, e non merita curarla come fosse una perfezione alla quale va data ogni cura. “Cercate non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna”. 354.7
- E’ lo spirito quello che vivifica e ha valore, la carne non giova a niente. Le mie parole sono spirito e vita e vanno udite e capite con lo spirito per averne vita, ma ci sono molti fra voi che hanno morto lo spirito perché è senza fede. 354.15
- L’anima sa, almeno confusamente, quanto tempo le è dato. Un nulla di tempo rispetto all’eternità. E l’anima sprona l’io tutto ad agire. Ma povera anima! Come spesse volte è soverchiata, calpestata, imbavagliata per non sentire le sue parole! Questo succede nei mancanti di buona volontà. Mentre negli uomini giusti fin dalla fanciullezza è ascolto dell’anima, ubbidienza ai suoi consigli, è operosità continua; e giovane d’anni ma, ricco di meriti, muore il santo, talora ancor nell’aurora della vita; né per cento o mille anni aggiunti, potrebbe esser più santo di quanto lo è già, perché l’amore di Dio e di prossimo, praticati in tutte le forme e con tutta la generosità, lo fanno perfetto. In Cielo non si guarda a quanti anni si è vissuti ma, ma come si è vissuti.
Si fa il lutto sopra i cadaveri. Si piange su essi, ma il cadavere non piange. Si trema di dover morire, ma non ci si cura di vivere in modo da non tremare nell’ora della morte. E perché non si piange e si fa lutto sui cadaveri viventi, i più veri cadaveri, quelli che come in un sepolcro portano nel corpo un’anima morta? (….)
Piangete, ma sulle anime morte dei vostri più cari. Cercate di portarli alla Vita. 383.5
- L’uomo ha un’anima. Una. Vera. Eterna. Signora. Meritevole di premio o castigo. Tutta sua. Creata da Dio. Destinata, nel Pensiero Creativo, a tornare a Dio. (…) Mirabile opera in verità, su cui sta il segno del Pollice eterno. 406.10
- La libertà di guidarsi, lasciata da Dio all’uomo suo figlio, è come un servo capace dato da Dio all’uomo suo figlio perché l’aiuti a fare fertile la vigna, ossia l’anima. (….)
Dunque l’uomo affida la sua vigna incolta al suo lavoratore: il libero arbitrio, ed esso comincia a coltivarla. L’anima: la vigna, ha però una voce e la fa udire all’arbitrio. Una voce soprannaturale nutrita da voci soprannaturali che Dio non nega mai alle anime: quella del Custode, quella di spiriti mandati da Dio, quella della Sapienza, quella dei ricordi soprannaturali che ogni anima ricorda anche senza che l’uomo ne abbia la percezione esatta. 428.3
- L’anima è lo spirito, è il principio immateriale della vita, il principio impalpabile, ma vero, che anima tutto l’uomo e che dura dopo l’uomo. Perciò è detta immortale. E’ tanto sublime cosa che il pensiero anche più potente, è un nulla rispetto ad essa. Il pensiero ha fine. Mentre l’anima ha bensì un principio, ma non ha più fine. Beata o dannata continua ad essere. Beati quelli che sanno conservarla pura, o ritornarla pura dopo averla resa impura, per renderla al suo Creatore così come Egli la diede all’uomo per animare la sua umanità.(…) Nel pensiero eterno l’anima, lo spirito, è la cosa che regna nell’uomo. (…) Essa venuta dal Re e Padre di tutti i re e padri, suo soffio e sua immagine, suo dono e suo diritto, avente per missione quella di fare della creatura detta uomo un re del gran regno eterno, di fare della creatura detta uomo un dio oltre la vita, un “vivente” nella Dimora del sublimissimo, unico Dio, è creata regina e con autorità e destino di regina. Sue ancelle tutte le virtù e le facoltà dell’uomo, sua ministra la buona volontà dell’uomo, suo servo il pensiero, servo e alunno il pensiero dell’uomo. E’ dallo spirito che il pensiero acquista potenza e verità, acquista giustizia e sapienza e può assurgere a perfezione regale. 524.7
- Le anime, superata la sosta sulla terra, non tornano mai più sulla terra in nessun corpo. (…). (Credere nella reincarnazione) è errore e offesa verso Dio ammettere che Egli abbia potuto creare che un numero limitato di anime. Errore e offesa verso l’uomo, giudicandolo così corrotto che difficilmente meriti premio. 524.9
- Solo per l’anima l’uomo vive, non soltanto qui vive. Ma oltre. Vive per la sua anima. (…) Perché è la morte della carne che libera l’anima dalla scorza e la fa fruttificare nelle aiuole di Dio. Il seme. La scintilla vitale che Dio ha messo nella nostra polvere e che diviene spiga se noi sappiamo con la volontà e anche col dolore, far fertile la zolla che la serra. Il seme. Il simbolo della vita che si perpetua. 550.5
- Paragone dell’anima ad una stoffa che quando viene infusa è nuova senza strappi. Ha solo la macchia originale ma non ha ferite, nella sua compagine, né altre macchie, né consunzioni. Poi, col tempo e per l’accoglimento dei vizi, si logora talora sino a recidersi, per le imprudenze si macchia, per i disordini si lacera. 567.3
- L’anima creata da Dio, è per tutti uguale, dotata delle stesse proprietà, degli stessi doni da Dio. Ha voce di consiglio e di elevatezza e spinge a cose di santa vita. 567.16
Dal Libro di Azaria
- La creatura ha una vita nella vita: la sua Anima; questa, che non muore per la morte fisica essendo immortale può ben morire se si recide dal Seno del suo Signore. L’odio qual che ne sia la forma e la testimonianza, è il coltello che recide il legame col Signore, e l’anima, separata dal suo Dio, muore.183 Az. 23.6.46
- Chi è Colui che dà o rende la vita? Dio. Sia che dal limo tragga l’uomo e lo vivifichi con l’alito divino spirato sulla forma di creta, sia che cooperi alla procreazione degli uomini con il creare un’anima per l’embrione animale che si è concepito in un seno; l’anima: la vita dell’uomo che non è un bruto e che senza questa vita della sua esistenza non sarebbe neppur materialmente vivo, perché a lui, per esserlo, non basta avere il respiro come l'animale nelle narici, ma deve possedere questa spirituale gemma, questa vena spirituale che lo tiene congiunto al Seno S.S. del suo Creatore e nutrito di Lui che è Spirito e Luce, Sapienza e Amore. E sia infine, che a colui che ha già reso l’anima, Egli rinfonda detta anima, risuscitandolo. E’ sempre il “Voglio” divino quello che fa vivere la creatura. La creatura ha una vita nella vira: la sua Anima. E questa che non muore per la morte fisica, essendo immortale, può ben morire se si recide dal seno del suo Signore. L'odio, qual che ne sia la forma e la testimonianza, è il coltello che recide il legame con il Signore, e l'anima, separata dal suo Dio, muore. 183 Az. 23.6.46
- Vedete com’è buono Dio? Alla materia concede di procreare, di essere quasi dei piccoli creatori, ma a tutti gli spiriti concede di ricreare se stessi, perché l’anima, data da Dio, può ricrearsi e super crearsi, raggiungendo la dignità eccelsa di figli di Dio, compartecipi della gloria eterna del Padre. 206 – Az. 7.7.46
- Lo spirito dominato da una carne prepotente, muore. Lo spirito dominatore della carne vive e si orna dei meriti acquistati, delle vittorie conseguite attraverso le sofferenze della carne domata. Se gli uomini meditassero la regalità dello spirito e quale dignità dà all’uomo essere un essere in cui lo spirito regna, veramente nessun uomo vorrebbe vivere diversamente che per lo spirito. 227 – Az. 4.8.46
- Ogni anima è creata da Dio, e del Padre prende una prima immagine e somiglianza. Ma, per spontanea volontà, ogni anima può, dirò così, tornare nel Padre e nascere una nuova volta da Lui. E’ questa la “ricreazione” dell’anima di cui hanno parlato i dottori della Chiesa.
“Chi ama è nato da Dio e lo conosce” Gnni.4,7-16 Chi ama. Perché se non amasse Dio non cercherebbe di “rientrare” in Lui e rinascere in piena e propria volontà da Dio.
La vostra prima nascita è voluta da chi vi ha generato. Dio la sanziona e nobilita col concedere alla materia l’anima, ma è indipendente questo nascere dalla volontà vostra. La Chiesa, Sposa a Dio, coopera alla vostra nascita col fortificare la creatura con la Grazia Battesimale e, susseguentemente, con gli altri Sacramenti. Ma solo la creatura, giunta in età di comprendere e volere, può voler nascere da Dio in una seconda e più perfetta nascita. Questa si compie mediante l’amore a Dio e al prossimo, perché questa è la Legge.
Seconda operazione: la coabitazione di Dio in voi e di voi in Dio attraverso la Carità. Dio scende ad abitare in un cuore che lo ama. L’anima sale ad abitare nella dimora di Dio, ossia nella carità. Ecco allora che “la carità di Lui in voi è perfetta”. Perfetta tanto che si annulla la distanza fra Cielo e Terra, la separazione fra creatura e Creatore, ed essi: il finito e l’Infinito, il nulla e il Tutto, divengono “una sola cosa” come ha chiesto il vostro Maestro S.S. - Terza operazione: la concessione alla creatura dello Spirito di Dio. Lo Spirito di Dio è l’Amore. Lo Spirito che Gesù chiama Spirito di Verità, Consolatore, Colui che può essere ricevuto da chi non è mondo, Colui che insegnerà ogni cosa e farà ricordare ogni cosa santa, Colui che procede dal Padre. Lo Spirito Santo imprime in chi lo riceve il carattere di veri cristiani, ossia fratelli a Cristo e perciò figli di Dio. Az. 25.8.46
- La parte eletta è lo spirito. Date allo spirito la precedenza, dategli la regalità. La carne è l’ancella, lo spirito è il re. Se l’ancella avesse a divenire abusivamente regina, la vostra natura (…) perderebbe somiglianza col Padre e col Figlio e con lo Spirito Santo, per la spirituale immortalità, per la facoltà di unirvi a Gesù, compiendo nella vostra carne ciò che manca alla Passione di Cristo. 270 Az. 15.9.46
Dai Quaderni
- Un’anima che perde la grazia perde tutto. Per lei inutilmente il Padre l’ha creata, per lei inutilmente il Figlio l’ha redenta, per lei inutilmente lo Spirito Santo l’ha infusa dei suoi doni, per lei inutilmente sono i Sacramenti. E’ morta. Ramo putrido che sotto l’azione corrosiva del peccato si stacca e cade dall’albero vitale e finisce di corrompersi nel fango.
Se un’anima sapesse conservarsi come è dopo il Battesimo e dopo la Confermazione, ossia quando essa è imbibita letteralmente dalla grazia, quell’anima sarebbe di poco minore a Dio. E questo ti dica tutto. 6.6.43
- Non tutte le anime in grazia possiedono la grazia nella stessa misura, (…) perché in diversa maniera voi la sapete conservare in voi.
Il peccato mortale distrugge la grazia, il peccato veniale la sgretola, le imperfezioni la anemizzano. 6.6.43
- Ora ti porto il paragone dell’anima. La cisterna che aduna le acque per il bene proprio e altrui è l’anima che sa accogliere la grazia, che con fluire inesausto viene in lei per bontà di Dio. 21.6.43
- E’ di somma importanza, per l’anima che vuole avanzare nella via del Cielo, saper tenere le potenze dell’anima ferme in Dio. Quando ciò avviene, l’anima è sicura. (….)
Perciò non uscire mai dal fulcro divino è necessità assoluta per l’anima che vuole meritare il Cielo. (….) Quando le potenze dello spirito sono fisse in Dio, credi pure che nessuna forza la può togliere di là. (…) L’amore è quello che dà il moto. Lo spirito fisso in Dio ama Dio suo fulcro. Dio ama lo spirito imperniato su di Lui; e questo duplice amore aumenta il moto vorticoso, la corsa alata il cui termine è l’incontro nel mio Regno fra lo spirito amante e il suo Creatore. 26.6.43
- L’ anima “posseduta“ da Dio è prezioso vaso sigillato da cui esala l’aroma che lo colma. (…)
Se le creature sapessero cosa è “il possesso“ di Dio, tutti vorrebbero essere “posseduti“.
Ma per saperlo occorre compiere il primo passo, il primo atto di generosità, di rinuncia e poi perseverare in quel primo atto. 3.7.43
- L’anima è lo scrigno, l’arca santa, il ciborio che contiene lo spirito, che è la gemma levata dalla mano di Dio dagli sconfinati tesori del suo Io per porla dentro alla creatura.(…)
Come il sangue nelle vene, sta lo spirito nel vostro interno di carne. E come il sangue dà vita alla carne per vivere i giorni della terra, così lo spirito dà vita all’anima per vivere i giorni che non hanno fine.(…)
Non vi è delitto più grande e più condannato da Dio di quello di uccidere uno spirito privandolo della grazia che lo fa figlio di Dio. 4.8.43
- Beate quelle anime che non fanno troppa dura opposizione alla grazia che le sospinge verso di Me. Beatissime quelle che non solo si lasciano portare a Me, ma a Me vengono con l’ansia del desiderio per essere inghiottite dal mio Cuore. (….)
Ma quanto più l’anima è volonterosa e tanto più presto comprende. Tanto più l’anima rinuncia ad ogni desiderio di falsa libertà e preferisce la regale schiavitù dell’amore, e tanto più presto gusta la beatitudine della sua prigionia in Me ed accelera il prodigio santificante dell’amore. (…) Chi vive in Me diventa parte di Me. 12.8.43
- L’anima che arriva a credere fermamente che tutto quanto le accade ha origine da un amore e produce una gioia eterna, è sicura come dentro una fortezza. Non può perire. Soffre, ma il suo dolore è soprannaturale e dà frutti soprannaturali di vita. 30.8.43
- Il corpo per vivere deve aspirare aria e cibo. L’anima per vivere deve aspirare la grazia. Allora avviene che la Luce scende, dove può incarnarsi e il Cristo nasce misticamente in voi come realmente nacque in Maria. 5.9.43
- L’anima rivestita della grazia battesimale, è come uno specchio che riflette Dio, è un piccolo Dio che attende, amando, di tornare al Cielo dove il suo amore Creatore l’attende.(….)
Se l’uomo riflettesse a ciò che fa, a ciò che perde, a quale delitto, a quale furto giunge levando alla sua anima il suo candore battesimale, quale sacrilegio compie profanando in sé l’immagine di Dio: Spirito di Grazia, di Bellezza, di Purezza, di Carità infinita; se riflettesse al deicidio che compie uccidendo la sua anima, oh! no! l’uomo, essere dotato di ragione, non peccherebbe. Ma l’uomo è un re stolto che disperde con la sua volontà malata, i tesori del suo regno e mette a repentaglio il possesso del regno stesso. 11.10.43
- Vi preoccupate della salute fisica, ma non vegliate a preservare dalle malattie spirituali la vostra anima. Vi preoccupate di protrarre ciò che chiamate “vivere” e che sarebbe più giusto chiamare “attendere”, e non vi preoccupate di attendere in modo da conquistarvi la Vita vera che non perisce più. 12.10.43
- Ciò che dà pregio al corpo è l’anima che è il dono di Dio, lo spirito che è manifestazione di Dio, e che ha un pregio davanti al quale quelli della carne sono un nulla spregevole. 12.10.43
- Ricordatevi di possedere uno spirito. Ricordatevi che lo spirito è eterno. Ricordatevi che per il vostro spirito è morto un Dio. Avete tanta paura di un malanno che poco dura, e non temete l’orrore della dannazione i cui tormenti non hanno termine.(…)
Imitate il Maestro in ogni cosa. Ecco il segreto che salva. Se Egli prega, pregare. Se Egli opera, operare. Se Egli si sacrifica, sacrificarsi. Nessun discepolo è da più del Maestro e diverso dal Maestro. 13.10.43
- Allo spirito che si affida a Dio poco può nuocere Satana sulla terra; allo spirito che nell’agonia invoca Dio, saranno risparmiati i terrori che la Bestia suscita per l’ultima vendetta; allo spirito che spira in Dio, verrà aperto da Dio il Cuore e da morte passerà a vita eterna, santa, beata. 16.10.43
- Segreto dell’anima che non vuole perdere il suo Amore: Iddio, deve essere quello – te ne ho già parlato – di rimanere sempre fissa, con le potenze dell’anima, a Dio. (…)
Quando l’anima ha saputo raggiungere questa amorosa scienza del saper rimanere fissa in Me con le potenze sue, essa produce atti continui d’amore. Persino nel sonno materiale mi ama, perché la carne si addormenta e si sveglia col mio Nome e il mio pensiero presenti, e mentre riposa il corpo, l’anima continua ad amare. 18.10.43
- (La) somiglianza con Dio non ha nulla a che fare con ciò che è carne e sangue, ma sebbene lo spirito, perché Dio è essere spirituale e perfetto e vi aveva fatti grandi nello spirito e capaci di raggiungere la perfezione mediante la Grazia, e l’ignoranza del male. 7.12.43
- Lo spirito vive, creato che sia, non si distrugge più. Vive nella Vita se ha vissuto sulla terra, nell’unica vita che vi è concessa, da figlio di Dio. Vive nella Morte se ha vissuto nella vita terrena da figlio di Satana. Ciò che è di Dio torna a Dio in eterno. Ciò che è di Satana torna a Satana in eterno. 7.1.44
- Il Padre per amore del Figlio, al quale vuole dare sempre più grande numero di seguaci, crea le anime. Oh! Che bello! Esse escono come scintille, come petali di luce, come gemme globulari, dal Padre. E’ uno sprigionarsi incessante di nuove anime. Belle, gioiose di scendere ad investire un corpo per obbedienza al loro Autore.
Come sono belle quando escono da Dio! Non vedo, non lo posso vedere essendo in Paradiso, quando le sporca la macchia originale.
Il Figlio, per zelo per il Padre suo, riceve e giudica, senza soste, coloro che, cessata la vita, tornano all’Origine per essere giudicati.
Non vedo questi spiriti. Comprendo se essi sono giudicati con gioia, con misericordia o con inesorabilità, dai mutamenti dell’espressione di Gesù. Che fulgore di sorriso quando a Lui si presenta un santo! Che luce di mesta misericordia quando deve separarsi da uno che deve mondarsi prima di entrare nel Regno! Che baleno di offeso e doloroso corruccio quando deve ripudiare in eterno un ribelle! 25.5.44
- Le anime cessano di animare un corpo e tornano a Dio per essere destinate a seconda dei loro meriti. Dio crea nuove anime per mantenere il numero di creature che devono popolare la terra.
Prima operazione di divino ordine. La seconda è quella di creare, a seconda delle necessità che Egli vede, quella speciale categoria più numerosa dell’altra, onde tutto sia armonico nella razza e l’uno serva all’altro come i denti di un ingranaggio servono all’ingranaggio vicino, facendo muovere la gigantesca macchina senza attriti e lesioni.
Così fa Dio. E se voi ubbidiste così, nell’ordine, tutto procederebbe. Ma voi vi ribellate. 31.5.44
- Dio provvede a creare col suo pensiero anime di diverse tendenze, allo scopo che la terra goda di un equilibrio giusto in tutte le sue necessità inferiori e superiori. Che se poi la ribellione dell’uomo altera questo equilibrio volendo andare sempre contro la Volontà divina che amorosamente lo guida per via giusta, non è di Dio la colpa. (….)
Lo spirito è al di sopra molto dell’intelligenza. E’ il re di tutto quanto è in voi. Tutte le doti fisiche e morali sono suddite e ancelle di questo re. Là dove una creatura figlialmente devota a Dio sa tenere le cose al posto giusto. Dove invece la creatura non è figlialmente devota allora avvengono le idolatrie, e le ancelle divengono regine, detronizzando lo spirito re. Anarchia che produce rovina come tutte le anarchie. 19.7.44
- Le anime non sono mai statiche. Oscillano dal basso all’alto o viceversa. Talora precipitano. Quando entra superbia o menzogna o lussuria che mi allontanano dall’anima. Oppure saettano verso il Cielo quando si immolano secondo il mio esempio. Ma questi sono casi speciali. Nella massa si notano degli alti e dei bassi. Un’anima, portata ad un dato livello, può scendere o salire. A quel livello non resta. 19.12.45
- Purgatorio ... Non posso non soffrire. Perché ora capisco. Immersi come siamo in un bagno ardente e luminoso d'amore espiativo, vediamo, conosciamo e impariamo ora, qui, ad amare il nostro Dio e il nostro prossimo che in vita abbiamo amato poco e male. E le sofferenze del prossimo aumentano il nostro espiare perché, caduto l’egoismo, sappiamo amare e soffrire con esso e per esso. Ma non affliggerti per questo. Questo ci serve ad andare più presto in Paradiso. (…) E’ terminato il periodo del rimorso, il primo ….. e sono nell’amore attivo. Ma non posso ancora fare altro che pregare per te. (…) Io imparo a conoscere, attimo per attimo di eternità. Conoscendo sempre più, sempre più imparo ad amare. Quando saprò amare come ci era comandato, avrà fine l’espiazione a allora molto più potrò. Il Paradiso e la potenza, in terra e qui, si hanno amando. (…)
Oh!, se sapessi come qui si espia ciò che si fa soffrire al prossimo. ….. Come si dovrebbe essere buoni finché si può! 16.5.46
- Lo spirito concesso da Dio, emanazione di Dio, germe di Dio, Padre degli uomini, negli uomini non era conveniente che si sperdesse dopo la morte della carne. E neppure era conveniente che un perpetuo esilio tenesse gli spiriti giusti lungi dalla Dimora del Padre in un limbo sempiterno. La prima cosa non era conveniente per la dignità che va data a tutto ciò che viene da Dio, la seconda per la Giustizia di Dio. I giusti dovevano avere un premio. Quale se non il Paradiso? Ma nel Paradiso non potevano entrare anime lese dalla colpa d'origine che nessun Purgatorio annulla. Ecco allora la necessità di annullare questa colpa. Ecco la necessità che un Dio ristabilisse l'Ordine e lo sublimasse anche, perchè la mondezza dalla Colpa non viene ora unicamente da un'eredità quale sarebbe stata quella degli uomini da un Adamo ed Eva fedeli, ma dal Sacrificio di un Dio - Uomo, dai suoi meriti infiniti, dalla sua Dottrina che, se accolta da anime di buona volontà, le fa imitatrici del Figlio di Dio nelle opere e nelle virtù. 27.10.46
- Dio creò l’uomo composto di due sostanze, una detta corpo, inizialmente creata col fango e susseguentemente procreata con la carne e col sangue dell’uomo, e di una detta anima, la quale, creata di volta in volta da Dio, e per una sola volta e per una sola carne, scende ad unirsi alla carne che si forma in un seno. Senza l’anima l’uomo sarebbe una creatura animale guidata dall’istinto e dalle doti naturali. Senza il corpo l’uomo sarebbe una creatura spirituale con doti soprannaturali d’intelligenza, volontà e grazia come gli angeli. 28.1.47
- Le vostre anime dunque, venendo da Dio, sono soprannaturalmente divinizzate per l’Origine e per la Grazia, che nei credenti nel Dio vero e nel Cristo Redentore viene infusa col S. Battesimo e conservata con la fuga dal peccato. 28.1.47
- L’anima che lascia la carne che l’animava si trova immediatamente di fronte alla Divinità che la giudica, senza necessità di salire e presentarsi alle soglie del beato Regno. E’ catechismo che Dio è in Cielo, in terra e in ogni luogo. E perciò l’incontro avviene dovunque. (…)
Il giudizio è rapido come rapida è stata la creazione: meno di un millesimo della vostra più piccola unità di tempo. Ma come nell’atomo dell’attimo creativo l’anima ha tempo di intravedere la S.S. Origine che la crea e di seco portarne il ricordo, perché sia istintiva religione e guida nella ricerca della fede, della speranza, della carità, che se voi ben osservate, sono nebulosamente, come germi informi, anche nelle religioni più imperfette – la fede in una divinità, la speranza in un premio dato da questa divinità, l’amore a questa divinità - altrettanto nell’atomo dell’attimo del giudizio particolare lo spirito ha tempo di comprendere ciò che non ha voluto comprendere nella vita terrena, e ha odiato come nemico o schernito o negato come fola vana, o anche servito con tiepidezze che esigono riparazione e di seco portare, nel luogo espiativo o nell’eterna dannazione, il ricordo, a suscitare fiamme d’amore per l’eterna Bellezza o tortura di castigo col rovello del Bene perduto che la coscienza intelligente rimprovererà di aver voluto liberamente perdere. Perché lo ricorderanno, e terribile, senza poterlo contemplare, insieme ai loro peccati.
La creazione dell’anima e il giudizio particolare, sono i due atomi di attimi in cui le anime dei figli dell’uomo, intellettualmente conoscono Dio, per quel tanto che è giusto e sufficiente a dar loro un agente per tendere al loro Bene appena intraveduto, ma rimasto impresso nella sostanza che, essendo intelligente, libera, semplice, spirituale, ha comprensioni pronte, volontà libere, desideri semplici e movimento o inclinazione o appetito, se più vi piace, a riunirsi con l’amore a Colui donde venne e a raggiungere il suo fine del quale ha già intuito la bellezza, o a staccarsene con un odio perfetto raggiungendo colui che è il loro dannato re, e avendo nel ricordo “ di odio “ un tormento, il maggiore fra i tormenti infernali, una disperazione, una maledizione indescrivibili. (ricordare dettato 15.1.44) 28.1.47
- L’anima: questa mirabile sostanza che Io ho chiamata con sublime metafora “ sangue spirituale di Dio eterno, potente, santo “, sangue del Padre (parlo in metafora, lo ripeto) che è viva in voi e vi fa immortali, potenti santi sinchè è viva, ossia sinchè è unita a Dio che è Carità. L’anima: questa parte di Cielo – e Cielo è Luce e Sapienza – che è in voi contenuta, perché l’Infinito avesse in voi un trono che fosse ancor Cielo, e che vi contiene, perché l’abbraccio santificante del Cielo, sia ancora protettivo intorno alla vostra umanità lottante la sua buona battaglia. 28.1.47
- Le anime ricordano: Perché? Perché, come Dio a temperare il rigore della condanna dette nel contempo ad Adamo la speranza di una redenzione, e di quella redenzione, così ugualmente gli lasciò il ricordo del tempo beato perché gli fosse soccorso nel dolore dell’esilio e stimolo santo ai figli di Adamo ad amare Colui che per essi era l’ignoto.
Non solo, ma nel creare le anime, a questi figli dell’uomo, Dio non lo privò di quella naturale inclinazione verso la divinità che per sé sola può aiutare a raggiungere il fine per cui l’uomo è stato creato: amare il Signore, il Dio onnipotente e onnipresente il cui Tutto incorporeo empie l’infinito e che l’uomo sente, più o meno giustamente, e vede essere in tutto che lo circonda, penetra o colpisce. (….)
Perché è soprattutto questo ricordo, più di ogni lezione che si possa apprendere nelle scuole di ogni genere, quello che istruisce l’anima a perseguire le virtù per amore al proprio Dio e per speranza di possederlo un giorno, oltre la vita, nelle Vita senza fine.
In verità, fra molti doni che l’Amore ha conservato all’uomo decaduto, questo è il più alto e il più attivo. Parlo delle anime in generale, non di quelle dei cristiani cattolici, membri del Corpo mistico, vivificati dalla Grazia che è il dono dei doni. Questa inclinazione naturale al Bene supremo, che è il ricordo spirituale di Dio, talora talmente sottile che le altre due parti dell’uomo non lo avvertono pur essendo da esso guidate a pensare e rette nell’operare, è stimolo alla ricerca della Divinità, all’operare per essere degni di essa, a vivere in una parola, in modo da giungere e ricongiungersi ad essa. Per esso le anime si creano, se non la possiedono già, una religione che può essere errata per ignoranza del Vero, ma che è sempre amore alla divinità, ossia rispondenza al fine per cui l’uomo fu creato: amare e servire Dio sulla terra e goderlo, immediatamente e completamente e dopo un tempo più o meno lungo, per l’eternità. 28.1.47
- Col suo volere creativo Dio vi dà l’anima, la parte eternamente vitale che è in voi e che costituisce la spirituale somiglianza e immagine che l’uomo ha con Dio suo Padre e Creatore. Creatore perché vi ha creati. Padre perché, come un padre terreno comunica ai figli somiglianza fisica e psichica con se stesso in un con il sangue dello stesso ceppo del suo, così l’Eterno Padre vi comunica, nello spirito, immagine e somiglianza con Lui in un con la Vita che da Lui si effonde e che, per suo desiderio, dovrebbe godere di Lui eternamente nei Cieli dopo la prova terrena. La Vita vi dà il Padre, da vero Padre, perché è padre chi dà vita. Da Padre eterno, perché eterno, è Colui che vi dà vita. 2.4.47
- L’anima figlia di Dio prende dal Padre suo questa caratteristica divina: la sollecitudine pronta e ilare nel fare ciò che è Bene. La misura della figliolanza raggiunta è data dalla prontezza con la quale l’anima esegue le divine ispirazioni, senza fermarsi a considerare ciò che queste possono esigere di sforzo dalla creatura umana ed avere in sé di pericoloso per l’individuo carnale. In vero l’anima che è figlia di Dio è già come un astro lanciato nella immensa vastità degli spazi celesti per raggiungere il suo posto e fissarsi in esso: Dio, e nulla ne può arrestare la corsa d’amore. 17.5.47
- L’anima, conservante l’esistenza sinché è unita al corpo – e in questa particolarità in tutti gli uomini uguale – ha in sé una parte eletta: l’anima dell’anima, dirò così, che col disamore a Dio e alla sua Legge e anche con la tiepidezza e i peccati veniali, perde la grazia di poter contemplare e conoscere, quanto lo può creatura e a seconda della perfezione raggiunta, Dio e gli eterni veri. 1.5.48
- L’anima non può morire perché spirituale. (….)
L’anima soltanto da Dio potrebbe essere distrutta. Perché Dio padrone assoluto del creato, tutto può: creare come distruggere. Ma Dio non può volere distruggere ciò che Egli ha creato per fine d’amore col suo Divino Volere e col suo Divino Soffio. Se avesse voluto l’uomo dotato di un’anima intelligente e ragionevole, lo avrebbe potuto fare. Questo genere d’anima avrebbe servito a fare dell’uomo il re del creato. Ma non avrebbe servito a farne il figlio adottivo di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza proprio per l’anima che è libera, immortale e che è tempio, o tal avrebbe dovuto essere, della Grazia. (…)
Dio ha voluto l’anima immortale per amore di questo suo capolavoro creativo che è parte di Se stesso infusa nella creatura uomo, per avere a soddisfare il suo amore infinito e insaziabile con l’amore che i creati spiriti a Lui fedeli gli daranno nei secoli dei secoli, e quanto più numeroso sarà il popolo celeste degli spiriti a Lui fedeli, più ardente, gioioso, il suo amore. (…)
Nell’anima dell’uomo, anche inconsapevolmente dalla stessa, Dio ha scolpito le formule della Legge e la meta e il premio che l’ubbidienza ad esse ci procura. Legge naturale, legge morale, legge spirituale, voce della coscienza, anelito dello spirito è nell’uomo, per l’anima spirituale, una forza che grida “fa” o urla “non fare”, mentre dall’alto una Luce attira e indica il vero fine, la vera gioia nell’ordine, nella pace, nel possesso del Regno di Dio. SD.1
- L’anima, ogni anima, è stata creata da Dio e predestinata alla Grazia per il Cristo. L’anima, ogni anima che è fedele al suo ultimo fine, è uguale ai miei Occhi, ha lo stesso valore, gli stessi diritti sia presso Dio che presso la Chiesa. Quad.tti 49.7