Le ragioni dell'Opera
- Io vi comando, con comando d’amore perché siete i miei amici, di non far sperdere queste mie parole. Usatele per voi e per molte altre anime. Non sono dette senza ragione. Ve le ho dette per vostra gioia, o amici miei, coi quali mi è dolce dire i pensieri più segreti e chiedere aiuto per essere amato da chi non sa più amare e che perisce senza sapere neppure che sta perendo. 23.8.43
- …..istruisco il mio popolo. Lo istruisco da 20 secoli. Ho iniziato l’istruzione con la mia Parola e l’ho continuata attraverso la parola dei miei servi diletti.
Ma fra gli istruiti del mio popolo ho dei discepoli di predilezione ai quali il Maestro diviene oltre che maestro: amico, e con ricchezza di re apre loro le porte dei tesori delle confidenze e delle rivelazioni. Io prendo per mano questi prediletti e li porto meco nei penetrali segreti e li rendo capaci di ricevere la mia Parola, data con un'ampiezza che è riservata ai miei novelli Giovanni.
Mio piccolo Giovanni, ti affido la mia Parola. Trasmettila ai maestri, che ne usino per il bene delle creature. Essa viene dall’Unico Pastore, dal Pastore buono che ha scritto la verità della sua Parola col Sangue suo. (…)
Ricevila con l’anima in ginocchio e il tuo amore sia l’incenso che purifica il tuo cuore che la riceve, la tua mano che la scrive, la tua bocca che la ripete, il tuo occhio che la legge. Vivi da angelo e da sacerdote, poiché ti ho concesso di udire ciò che odono gli angeli e ciò che ripetono i sacerdoti. E vivi sempre più da vittima, perché è il sacrificio quello che apre le orecchie dello spirito, ed è il sangue quello che lava la lingua che parla del Signore. 10.9.43 - Ogni missione per riuscire ha bisogno di lacrime, sofferenza, derisione, sacrificio. Lascia che deridano. Poiché non vogliono vedere e udire, quelli che più ne hanno bisogno, accumulerò su loro tenebre e silenzio. Né potranno meco rammaricarsene, perché loro, e loro soli, hanno voluto questo con la loro pertinacia all’accidia dello spirito, alla superbia dello spirito, alla negazione del potere dello Spirito Santo. (…)
Non rinnegateci. Ma guai a voi se negate lo Spirito che scende con le sue luci a far di una creatura una luce e a purificare col suo Fuoco una carne perché possa trasmettervi le parole della Sapienza. 25.10.43 - Se ti ho fatto cisterna della mia parola perché gli assetati vi bevano, tu devi aspirare la Parola, a costo di un sacrificio continuo. Sofferenze della carne, sofferenze del cuore, sofferenze della mente, sofferenze dello spirito, tutto ti deve servire a questo scopo. 11.12.43
- Alla vostra pertinacia nell’errore contrappongo la mia pertinacia nell’insegnare. (…)
Io sono il Maestro. E solo Io, che oltre che Maestro sono Dio ed ho di Dio l’onniveggenza, so quanto pochi sono nel mio popolo coloro che ascoltano, comprendono, ritengono ed applicano la mia Parola. Quanto pochi quelli ai quali l’amore è luce intellettiva e volontà. (…) Ecco la ragione del mio ripetere in mille maniere un’unica scienza. 24.12.43 - Sappi che Io adeguo le manifestazioni all’ambiente e allo scopo per i quali Io le ho suscitate. Tu hai avuto missione di essere voce mondiale. Devi cantare l’inno della Misericordia e dell’Amore, della Sapienza e della Perfezione, per tutte le orecchie e per tutti i cuori, per tutte le intelligenze e per tutte le anime. 18.12.43
- Nulla è inutile di ciò che fa Dio, neppure l’esile filo d’erba. Così nulla è di superfluo in questo lavoro. Non le figure splendide e non le deboli e tenebrose. Anzi, per i maestri di spirito sono di maggior utile le figure deboli e tenebrose che non le figure formate ed eroiche. (…)
Così, sempre per chi è di retto spirito, tutte le diverse figure, episodi, lezioni, di questi tre anni di vita evangelica, contemplate come dall’alto della vetta del monte della mia opera di Maestro, servono a dare la visione esatta di quel complesso politico, religioso, sociale, collettivo, spirituale, egoistico fino al delitto, o altruistico sino al sacrificio, in cui Io fui Maestro e nel quale divenni Redentore. (….)
Guardare tutto e tutti. Conoscere il mondo ebraico. Conoscere ciò che Io ero: l’Uomo al di sopra del senso, dell’egoismo, del rancore. L’Uomo che ha dovuto essere tentato, da tutto un mondo, alla vendetta, al potere, alle gioie anche oneste delle nozze e della casa, che ha dovuto tutto sopportare vivendo a contatto del mondo e soffrirne perché infinita era la distanza fra l’imperfezione e il peccato del mondo e la mia Perfezione, e che a tutte le voci, a tutte le seduzioni, a tutte le reazioni del mondo, di Satana e dell’io, ha saputo rispondere: “No”, e rimanere puro, mite, fedele, misericordioso, umile, ubbidiente, sino alla morte di Croce.
Comprenderà ciò la società di ora alla quale Io dono questa conoscenza di Me per farla forte contro gli assalti sempre più forti di Satana e del mondo?
Anche oggi, come venti secoli or sono, la contraddizione sarà fra quelli per i quali Io mi rivelo. Io sono segno di contraddizione ancora una volta. Ma non Io, per Me stesso, sibbene Io rispetto a ciò che suscito in essi. I buoni, quelli di buona volontà, avranno le reazioni buone dei pastori e degli umili. Gli altri avranno reazioni malvagie come gli scribi,, farisei, sadducei e sacerdoti di quel tempo. Ognuno dà ciò che ha. Il buono che viene a contatto dei malvagi scatena un ribollire di maggior malvagità in essi. E giudizio sarà già fatto sugli uomini, come lo fu nel venerdì di Parasceve, a seconda di come avranno giudicato, accettato e seguito il Maestro che, con un nuovo tentativo - d'infinita misericordia, s'è fatto conoscere una volta ancora.
A quanti si apriranno gli occhi e mi riconosceranno e diranno: “E’ Lui, per questo il nostro cuore ci ardeva in petto mentre ci parlava e ci spiegava le Scritture”! La mia pace a questi e a te, piccolo, amoroso, fedele Giovanni” . 540.12 - E’ martirio vedere l’inerzia delle anime che non si scuotono neppure davanti a queste parole che vengono da Dio.
E’ martirio non poter andare dai veri “poveri”, dai veri “affamati”, dai veri “ignoranti”, dicendo: “ Ecco non siate più poveri, affamati, ignoranti. Qui c’è tesoro, c’è cibo, c’è sapienza. Viene da Dio. Egli ve la dà per i vostri dolori, per i vostri dubbi, per le vostre solitudini. Perché vi ama. Perché ha pietà di tutti gli uomini. Perché è Padre. Prendete e santificatevi col dono di Dio. Az 31.3.46 - Il dono dell’opera fu prova proposta a te prima d’ogni altra creatura, poi a Romualdo, poi a tutto l’Ordine, infine alla Chiesa docente. Ognuno rispose nella misura della sua capacità e del suo amore.
Di questi quattro provati uno solo: tu, superasti la prova. (…)
Quest’opera, se è esaltazione mia, è pure esaltazione di Maria, da Me voluta perché il mondo la conosca in preparazione alla sua venti volta secolare instaurazione nel Regno di cui è Regina. 25.2.49 - Anche se insistendo a voler riconosciuta l’origine soprannaturale dell’Opera tu ottenessi che nessuno più se ne occupasse – parlo di sacerdoti –lasciali fare. Di tre cose avranno a rispondere a Dio: di non aver riconosciuto la Parola, di aver dato scandalo a molte anime, di aver mancato di carità verso di te, e anche verso gli affamati della Parola per i quali, avendone misericordia, Gesù SS. Aveva dettato l’Opera. 15.12.46
- Quanti saranno condannati per aver agito male con te e con l’Opera! L’Opera essendo Mia, è come Me segno di contraddizione, mezzo di salute per chi l’accoglie, mezzo di condanna per chi la schernisce o anche soltanto la ostacola. (….)
Ma non uno di quelli che mi respinsero – e chi respinge l’Opera respinge Me, e chi inchioda l’Opera inchioda Me, e chi nega questo Pane della mia Parola alle turbe languenti pecca nella duplice carità verso Me-Dio, verso il prossimo suo – ma non uno di chi male opera contro l’Opera sarà esente da duro castigo. 10.3.49 - Ho pianto di dolore! Dolore, perché proprio mentre sta per iniziare l’Anno Mariano, anno in cui più necessaria che mai sarebbe stata la pubblicazione dell’Opera che mi avrebbe fatta conoscere come nessun’opera scritta su Me neppure dai più valenti mariologi, vivi o defunti, fece mai, e col farmi conoscere, così esattamente e conformemente alla verità storica della mia vita, alla verità evangelica e teologica, avrebbe portato a Dio, a mezzo mio, infinite anime, vedo più che mai che l’Opera, per molti motivi: d’interesse, d’invidia, di superbia, d’ingiustizia, non uscirà in tempo.
Soffro per te, per tutte le anime che, non avendo l’Opera, non avranno salvezza in quest’Anno Mariano e anche per Me e per il Figlio mio che, dall’alto dei Cieli e nella luce di Dio, vediamo tutta l’enormità di questa mala azione universale, privando il mondo di luce, salvezza spirituale, privando noi di veder compiuta la volontà nostra, per il bene delle amine. Privando infine te di quanto sarebbe tuo pieno, santo diritto di avere: il mezzo potente di salvare, in questo tempo tragico, pieno di eresie, persecuzioni, delitti, tante anime. (…)
Questo impedire che Io e il Figlio da me nato si sia conosciuti in tutta la nostra perfezione, è per Me e per Gesù un dolore che fa piangere, a Me pianto amarissimo e a Lui lacrime di Sangue. L’ora della Passione e del Calvario, per l’odio ingiusto della folla, per l’avidità del traditore, per l’uccisione dell’Agnello di vera Redenzione, si ripete in pieno e questo mi affligge quanto, e più ancora, mi afflisse il tradimento di Giuda, la fuga degli Apostoli, il Processo, le torture, la morte del Figlio mio. 9.10.53 - Veramente che non lo meritate questo dono e questo sforzo del vostro Salvatore per trarvi dal miasma in cui asfissiate. Ma, poichè ve lo dono, accettatelo e sorgete. Sono note nuove nel coro che cantano i miei Vangeli. Almeno servissero a ridestarvi l’attenzione che ormai è e resta inerte davanti ai noti episodi dei Vangeli che, oltre tutto, leggete così male e con l’animo assente.
Non vorreste già pensare che in tre anni Io abbia fatto i pochi miracoli narrati? Non vorrete pensare che siano state le poche donne nominate quelle guarite, né i pochi prodigi nominati i soli compiuti. Ma se l’ombra di Pietro serviva a sanare, che avrà fatto la mia ombra? Che il mio alito? Che il mio sguardo? Ricordatevi l’emoroissa: “Se riesco a sfiorare il lembo della sua veste io sono guarita.” E fu così.
Potenza di miracolo emanava da Me, continuamente. Ero venuto per portare a Dio e per aprire le dighe dell’Amore, chiuse dal giorno del peccato. Secoli d'Amore si espandevano come flutti sul piccolo mondo di Palestina. Tutto l’amore di Dio per l’uomo che finalmente poteva espandersi come anelava per redimere gli uomini prima con l’Amore che col Sangue. 20.8.44 - Tu sei un nulla: Ma Io ti ho chiamata a questa missione. Ti ho formata per questo, vegliando sulla tua formazione anche mentale. Io ti ho dato facoltà non comune di composizione, perché ne avevo bisogno per fare di te l’illustratrice delle scene evangeliche o mistiche nelle quali Io avrei parlato o agito da Me o nei miei servi. Io ti ho crocifissa nel cuore affettivo e nella carne, per questo. Perché tu fossi libera da ogni schiavitù d’affetti e padrona di tanto tempo orario come nessuno che è sano ne può avere. Ti ho soppresso anche i bisogni fisici del nutrimento, del sonno, del riposo, riducendoli ad un minimo insignificante, per questo. Ti ho, in un corpo tormentato e logorato da cinque gravi e penose malattie maggiori e da un’altra decina di minori, aumentato l’energia per portati a poter fare quello che uno sano e ben nutrito non potrebbe fare, per questo.
E vorrei che questo fosse capito come un segno sicuro. Ma questa generazione arida e perversa non capisce nulla. Attenti, però, che il Signore non dia un segno di punizione! Lo posso, se voglio. 25.11.44 - La benedizione sull’Opera nascente. Rientra nell’orbita di quella preparazione degli spiriti all’avvento del mio Regno, di quella coesione per fare resistenza al Disgregatore del mondo, il quale affretta le sue opere e le fa più aguzze per demolire in tempo sollecito e completamente. Puoi dare dunque all’Opera quanto hai: sofferenze, preghiere, opere. (…)
Ti uso. Per questo ti uso. Per il mio Regno nel cuore degli uomini che non mi conoscono più quale sono. Quando mi conoscessero per quello che sono, molti, molti, molti verrebbero a Me. Voglio che vengano. Ho pietà di queste turbe. In esse molti sono traviati perché non conoscono il Pastore. 20.10.44 - Benedetti coloro che accetteranno il dono con semplicità di cuore e fede. In essi si accenderà quel fuoco che il Padre (Migliorini) oggi auspicava. Il mondo non muterà nella sua ferocia. E’ troppo corrotto. Ma essi ne saranno consolati e sentiranno crescere in loro la sete di Dio che è fomite di santità. 22.2.44
- La pace sia con voi e il Paraclito vi battezzi col suo Fuoco perché mi siate testimoni e tutori di questo prodigio che Io vi ho concesso per amore delle vostre anime e dell’Ordine caro all’Immacolato e trafitto cuore della Madre mia SS. e vostra e di ogni credente nel Signore SS. (…) all’Ordine al quale la mia Carità ha voluto dare un dono e una missione in questi tempi in cui le tenebre anticristiane salgono a far ciechi gli spiriti e le febbri delle dottrine maledette si inoculano ad uccidere mentre il gregge del quale ho misericordia languisce di fame e di gelo, così all’Ordine dei Servi della Beatissima mia Madre, Io parlo. (…) La mia volontà, espressa in modo chiaro e costante fin dal principio del lavoro – e Romualdo non lo ignora – è che la mia Parola sia nota, diffusa, usata dai consacrati a da fedeli, mentre lo strumento deve rimanere ignoto sino a dopo la sua morte. (…)
Cosa è ciò che santifica? La conoscenza sempre più vasta di Dio, data a controbilanciare la predicazione sempre più vasta e attiva e corrodente della Bestia, data coi mezzi adeguati ai tempi nuovi, coi mezzi che penetrano là dove non penetrano le persone. (….)
Troppe anime non hanno più nido nella fede semplicemente perché non sanno, perché non mi conoscono. Non è conoscenza di Me il povero ricordo di un Dio morto su una Croce. E’ conoscenza di Me il conoscere tutte le forme dell'evangelizzazione di Cristo, del sacrificio di Cristo, dell’amore di Cristo Uomo e Dio. Vuote, semivuote le chiese? Siano penetrate le case. Sorgete, o dormienti! Sorgete, o timidi! Non è tempo di dormire. Devo essere Io che a voi dormienti mentre la barca è presa da onde di naufragio grida: “sorgete che se no perite?” Devo essere Io che dico: “Aumentate la vostra fede?” Ciò non sia. Guardate quanti periscono o sono sedotti perché non hanno che il pane avvelenato delle eresie di ogni specie o sono sedotti perché rintronati dalle voci dei falsi apostoli servi alla Bestia. Aiutate il Maestro che ha misericordia di questa turba e vi dà il pane perché non muoia nel deserto. Date questo pane. 2.6.46 - Io vorrei che da questa Nazione, dove tanta mia grazia si è effusa, dove è la Sede Apostolica, dove tanto è da riedificare perché sia salva, l’Opera si diffondesse. Ma l’Italia è una parte del mondo cristiano, non è tutto il mondo cristiano. E le mie luci, ossia i Pastori illuminati, atti a sentire la voce di Dio e ad approvarla perché sia data – dono del mio Cuore divino agli uomini che mi sono cari perché per essi Io sono venuto a patire e a morire – sono in tutto il mondo cristiano-cattolico. (…)
Avete di fronte un miracolo continuo d'un essere finito che produce tuttavia perché Io lo voglio.
Ma il miracolo Mio non deve annullare la vostra carità. Un cuore spostato, atrofico, aritmico, finito; dei polmoni asfittici, lacerati, cicatrizzati male; una febbre continua e in aumento; la spinite che infiamma, paralizza, indurisce nervi e vertebre; le sierose invase, il fegato invaso, le reni invase: ecco il rudere che scrive sempre volonterosa, eroica, ilare, per ore e ore. Ecco il rudere che detta, detta, detta a chi dattilografa. Ecco il rudere che, dopo aver scritto anche cinque ore, e dettato altre cinque, deve correggere, rileggere, legare e tenere corrispondenza e pensare e usare carità ….(…)
E la mia Grazia e Benedizione scenderà, proporzionata alla vostra perfezione, sull’Ordine e sui singoli, a vostra protezione e conforto. 2.6.46 - La ragione più profonda del dono di quest’Opera, fra le molte altre che il mio portavoce conosce, è che in questi tempi, nei quali il modernismo, condannato dal mio S. Vicario Pio X, si corrompe in sempre più dannose dottrine umane, la S. Chiesa rappresentata dal mio Vicario, abbia materia di più a combattere coloro che negano: la soprannaturalità dei dogmi; la divinità del Cristo; la verità del Cristo Dio e Uomo, reale e perfetto così nella Fede come nella storia che da Lui è stata tramandata (Vangelo, Atti degli Apostoli, Epistole apostoliche,Tradizione); ………3.2.47
- Perciò – vi ordino di crederlo – l’Opera riporta esattamente il mio pensiero, le mie azioni, le manifestazioni mie e le parole e le azioni di mia Madre, dei Dodici, e di chi si agitava intorno a Me e a noi tutti.
Prendete tranquillamente l’Opera così come ve l’ho fatta dare. E’ giusta. Ed è soprannaturale. 6.12.47 - Ma tu, mia piccola Maria, mio piccolo Giovanni, tu, tu sola sai tutto di Me e di Maria. Tu hai vissuto la nostra vita, al fianco nostro. Tu hai respirato l’aria della nostra casa, della casa di Gioacchino e poi di Maria, della nostra Nazaret, della nostra Palestina tutta. Tu hai sentito l’odore del pane sfornato da Maria, delle tele da Lei lavate, del suo Corpo verginale e del mio. Tu hai sentito l’odore dei balsami della Maddalena, della putredine del risorto Lazzaro, l’odore dell’agnello e del vino della Cena pasquale e quello del mio Sangue sparso nella Passione.Tu hai contato i nostri respiri e voci e sguardi, atti, lezioni, miracoli.
Più del grande Giovanni tu sai: O mia crocifissa adoratrice, questo ti ho voluto dare per il tuo lungo patire: la perfetta, completa conoscenza di Noi, quali Santi e Dottori non l’ebbero.
Ma i tempi urgono. Solo una conoscenza ampia di Me può salvare. E a chi tutto mi ha dato tutto ho dato, perché molti per il sacrificio, che ha tutto ottenuto dal mio amore, avessero vita. 15.8.49 - Di tutto si preoccupano i novanta centesimi dei cattolici, di tutto meno che della vita nella e per la mia Fede. E allora Io intervengo. Intervengo con l’insegnamento diretto che si sostituisce, con le sue luci e le sue fiamme, a tanti pulpiti troppo gelidi e troppo bui. Intervengo per essere il Maestro al posto dei maestri che preferiscono coltivare i loro interessi materiali agli spirituali interessi vostri e soprattutto miei. Poiché Io ho loro affidato i talenti vivi che siete voi, anime che ho comprate col mio Sangue, vigne e granai del Cristo Redentore, non perché li lasciassero inoperosi e incolti, ma perché consumassero se stessi nel farli fruttare e fruttificare. Ebbene, Maria, lo sai quali sono i più retrivi ad accettare questo aiuto che Io do per riparare i danni dell’inedia spirituale per cui voi cattolici morite? Sono proprio i miei sacerdoti.
Le povere anime sparse nel laicato cattolico accolgono con devozione questo pane che Io spezzo alle turbe sperse nel deserto poiché ho compassione di esse che vengono meno. Ma i dottori della dottrina no. (….)
…….ma voi che non credete alle mie manifestazioni provocate, in fondo, da voi, poiché è per riparare alle rovine provocate da voi che vengo ad ammaestrare i cuori spersi per il mondo, e osservate che tanto più vengo quanto più i tempi si caricano di eresie, anche nell’interno della mia Chiesa; ma voi deridete e perseguitate i miei portavoce e li insultate dando loro del “pazzo” e dell’ “ossesso” come i vostri lontani antenati dettero a Me; ma voi sarete trattati con severità.
Purificatevi col fuoco dell’amore e della penitenza i sensi dell’anima e udrete, vedrete, gusterete, odorerete, sentirete Me nelle parole che dico agli umili e che taccio a voi superbi, perché solo chi ha cuore di pargolo entrerà nel mio Regno e solo ai piccoli Io rivelo i segreti del Re, perché il più grande fra voi cattolici è non colui che riveste una veste di autorità, ma colui che viene a Me con puro cuore, fidente come un bambino, amoroso come un pargolo verso la mamma che lo nutre. 20.9.4 - Se da quando venni al mondo ad ora e da ora alla fine del mondo si avessero a scrivere i prodigi che compio, come stelle nel cielo sarebbero numerosi i volumi, ed è anche vero che ciò che sanno coloro che si credono di tutto sapere è un pugno di rena rispetto alla rena della riva.
Le luci di Dio sono inesauste e inesauribili e non ve n'è una di inutile o di non esatta. Perciò coloro che “sanno” sono dei semi-analfabeti, ai quali non posso esser Maestro, perché nella loro stolta superbia credono di non aver bisogno di maestro e si permettono di sindacare l’opera di Dio che prende un fanciullo per istruire i sapienti. 2.12.43 - Hai nelle mani le verghe e nello spirito la Sapienza. Io te le ho date quando ti ho eletto. Usa il potere e il sapere come ti conviene e non disgustare il tuo Signore che ha voluto contrassegnare il tuo Papato di un dono straordinario: la Buona Novella nuovamente evangelizzata, a conferma dell’antica di secoli, a tuo aiuto, o Padre della Cristianità, e ad aiuto di tutta la cristianità contro la quale avanza il Dragone maledetto.
Non crollare Tu pure il capo. Non dire: “Non c’è proporzione fra il dono e l’insidia”, come dicono alcuni e ti tentano a dirlo. Non offendere Me che ho generato il Verbo. Me che sono il Potente e tutto posso se voglio. E Padre sono e se un figlio mi ubbidisce Io lo soccorro. Quale che sia la misura dell’insidia che lo assale.
Non guardare al mezzo per cui ti venne il dono della Parola che viene in soccorso di chi crede, di chi dubita ed anche di chi non crede.
Il mezzo ha ubbidito nel servire la Parola e agli ordini ricevuti da Dio. E per questo a Te si è rivolto. Perché Tu faccia ciò che Dio vuole. Ma se Tu respingi il mezzo, non tanto lui colpisci e contro lui, innocente pecchi; quanto Me colpisci, Noi, ché siamo un solo Dio nella nostra mirabile Trinità e pecchi contro l’Amore.
Perché l’Amore, il nostro Trino Amore, volle dare al tuo Pontificato questo: la Parola di Dio. (…) Dio s'allontana quando l’Umanità lo respinge. (…) Propiziati il Signore Iddio tuo. Tu puoi. Sei il Pontefice. Non hai scuse al tuo non fare. Quad.tti 48.41 - La Carità infinita che è il mio Attributo, aveva, da questo Cuore Misericordioso, tratto un nuovo dono d’infinita Misericordia, di divina Misericordia per gli uomini: l’Opera. Essa doveva servire a fortificare negli spiriti le tre virtù Teologali e le quattro virtù Cardinali, a dare il mio Amore, l’esatta estensione di esso a coloro che stanno per essere travolti dall’odio di Satana, dall’Anticristo e dai suoi servi.
E l’avevo dato in tempo, prima della scadenza tremenda, perché fosse diffuso, manna e medicina alle moltitudini perché non muoiano (…) .
L’avevo data in tempo, chiedendo ai miei servi primi, i Sacerdoti, che sono pastori d’anime, la ben piccola, facile, giusta, meritoria fatica di concederne la pubblicazione, fatica minuscola rispetto al mio grandissimo Dono e alla tua grandissima fatica, compiuta nelle tue condizioni fisiche e morali.
L’avevo data in tempo, Io che sono la Sapienza e tutto so, che sono Carità e tutto faccio per amore, che sono Onniveggenza e so l’ora giusta per ogni evento o manifestazione. Ho parlato in tutti i modi, con le preghiere, con le profezie già compiute, con rimproveri anche, ai Pastori non pastori che, stoltamente sicuri del loro benessere, non hanno viscere di Pastori per i loro agnelli.
Hanno irriso, deriso il mio Volere d’amore. Hanno afflitto, condannato ad una lunga passione i miei servi. Hanno agito secondo il loro volere, per partito preso, non suffragato dalla benché minima ragione d'agire come agiscono, privando le anime del mio dono. (…)
Io maledico! Perché mi s'impedisce e proprio da parte di uomini miei servi, d'essere il Re dei re e il Signore dei signori anche in Terra come lo sono in Cielo, il Re Universale ed Eterno, padrone di beneficare i suoi sudditi, il Pastore dei pastori fra il mio gregge assalito da tanti nemici materiali, morali e spirituali, ai quali ogni libertà è concessa (…) 16.6.50 Q.tti - Disposizioni divine circa l’Opera. 16.12.50 Q.tti
- La mia Divina Misericordia aveva dato l’Opera per misericordia d’infinite anime, perdute o sulla via di perdersi, laiche e anche consacrate, perché riavessero Salvezza eterna. L’Opera era l’applicazione pratica delle opere di misericordia spirituali che Io ho insegnato: “Istruire gli ignoranti, convertire i peccatori …”
Chi l’ha bloccata da anni, senza giustizia e senza vero motivo, anzi solo per riprovevole motivo, non ha capito il fine, lo scopo, la potenza del mio dono ed ha ferito profondamente il mio Cuore e si è reso responsabile della morte spirituale di tante creature e di una grande mancanza di carità e giustizia verso di te. (…)
E poiché da ormai cinque anni mi si ferisce senza sosta, con l’ingiusta azione verso l’Opera, ha chiuso il fiume della Divina Sapienza che volevo riversare in te, mia cisterna d’amore e di grazia per le anime, dandoti le spiegazioni dell’Apocalisse, delle altre Epistole Paoline e di quelle di Pietro, Giacomo e Giuda d’Alfeo. Tutte le lettere apostoliche. 17.5.53 Q.tti - Giorni sono dicesti che muori dal desiderio inappagato di vedere i Luoghi Santi. Tu li vedi e come erano quando Io li santificavo con la mia presenza. Ora, dopo venti secoli di profanazioni venute da odio o da amore, non sono più come erano. Perciò pensa che tu li vedi e chi va in Palestina non li vede. E non te ne rammaricare.
Seconda cosa: ti lamenti che anche quei libri che parlano di Me ti sembrano senza più sapore mentre prima li amavi tanto. Anche questo ti viene dalla tua attuale condizione. Come vuoi che ti paiano più perfetti i lavori umani quando tu conosci la verità dei fatti per opera mia? E’ quello che avviene nelle traduzioni anche buone. Mutilano sempre il vigore della frase originale. Le descrizioni umane sia dei luoghi, come dei fatti e dei sentimenti, sono “traduzioni” e perciò sempre incomplete, inesatte, se non nelle parole e nei fatti, nei sentimenti. Specie ora che il razionalismo ha tanto sterilito. Perciò, quando uno è portato da Me a vedere e a conoscere, ogni altra descrizione è fredda e lascia insaziati e disgustati. 3.3.44 - Ho dato attraverso te tutte le prove. In te non è peccato di ribellione, di simulazione, di superbia. (…) Per la tua crocifissione è sicuro che tu non puoi scrutare libri di dottori. Per la tua cultura è certo che tu non puoi scrivere quelle pagine. E che altro vogliono, se questo a loro non basta per dire: “Si. E’ lo Spirito di Dio qui presente”? Errore dogmatico non ve n'è, in verità non ve n'è nell’Opera. 16.8.49
- Bene farebbero a meditare la pagina del Vangelo dove Io, Maestro dei maestri, Sapienza, Parola e Verità incarnate, dicono che i peccati contro lo Spirito Santo non saranno perdonati.
E in verità questa è opera dello Spirito dello Spirito di Dio, dell’Amore del Padre e del Figlio, dello Spirito che sa ogni vero e viene a dirlo agli uomini presi dal turbine attuale, nei turbini anzi, perché possano difendersi dalle dottrine infernali. (…)
E piangiamo insieme, perché una volta ancora Io venni “alla mia casa e non fui accolto né riconosciuto”, ed ancora una volta “Gerusalemme uccide i suoi profeti fra il tempio e l’altare …..”.
Quante dalla creazione degli Angeli e dell’Uomo, le opere perfette di Dio conculcate o disperse dall’uomo?! E non erano forse da Dio perché non trionfarono? Anzi, proprio perché da Dio, sono conculcate. Io te lo dico che è così. 16.8.49 - E martirio di vedere l’inerzia delle anime che non si scuotono neppure davanti a “queste parole che vengono da Dio”. E martirio di non poter andare dai v eri “poveri”, dai veri “affamati”, dai veri “ignoranti”, dicendo: “Ecco non siate più poveri, affamati, ignoranti. Qui c’è tesoro, c’è cibo, c’è sapienza. Viene da Dio. Egli ve la dà per i vostri dolori, per i vostri dubbi, per le vostre solitudini. Perché vi ama. Perché ha pietà di tutti gli uomini. Perché è Padre. Prendete e santificatevi col dono di Dio. Az. 31.3.46
- Il Consolatore mostrerà a coloro che ti respingono e non hanno pietà dello strumento e perciò si elevano a giudici contro Dio che lo ha scelto, mostrerà il loro peccato, il loro errore di ostinatezza e sordità, lo spregio fatto alla Parola che una volta di più ha parlato per fine di amore e l’anticarità avuta per una sorella; mostrerà la giustizia del suo operato in te e attraverso te e d'ogni ordine che ti ha dato; mostrerà il Suo giudizio, inappellabile, riguardo alla piccola “voce” che il mondo, che i grandi del mondo, del tuo piccolo mondo di cristiana non hanno voluto accogliere. Perché una volta di più gli uomini respingono la Luce la quale si manifesta quando e dove vuole, coi mezzi più umili, coi fini più santi, per controbilanciare le tenebre di una falsa sapienza che sa molto di umano, ma non sa più che ben poco della Sapienza vera, di quella che ha parlato sempre agli umili per levarli sopra i potenti ed è fluita dalle labbra dei semplici più che dei dotti, perché lo Spirito del Signore non cerca cattedre preparate pomposamente, ma cuori ardenti d'amore dai quali irraggiare i suoi ammaestramenti. Az.19.5.46
- Un giorno il Signore dirà loro: “Io ho parlato e non mi avete conosciuto. Ho preso, secondo la mia Parola, un “piccolo” e l’ho messo in mezzo a voi dottori, e l’ho istruito perché vi dicesse le mie parole, dato che lo Spirito del Signore si compiace di rivelarsi agli umili coi quali scherza come padre ai suoi pargoli, trovando in essi il suo ristoro. Io sono venuto e non mi avete accolto. Ho parlato e non mi avete ascoltato. Vi ho chiamato e invitato ad entrare nella stanza dei miei tesori che vi aprivo, e non siete venuti. Il mio amore non vi ha commossi. La mia dottrina l’avete negata, dicendo che non poteva avere aggiunta quella che avevo predicata in Palestina. Vi volevo fare ricchi, vi volevo fare dotti, volevo darvi in mano uno strumento arricchito di nuove note perché poteste cantare le infinite, e da molti ignorate, misericordie di Dio, convertendo i cuori; vi volevo santi: la mia conoscenza è amore e non vi è limite ad essa, perché il Cristo docente è Dio, e Dio è infinito nel suo amore e in ogni altro suo attributo e chi più conosce più ama e chi più ama più si santifica. Az.11.8.46
- Commiato all’Opera. Vedi 10° volume scritto il 28.4.47
- La ragione più profonda del dono di quest’opera è che in questi tempi nei quali il modernismo condannato dal mio S. Vicario Pio X, si corrompe in sempre più dannose dottrine, la S. Chiesa, rappresentata dal mio Vicario, abbia materia di più a combattere chi nega:- la soprannaturalità dei dogmi;
- la divinità del Cristo;
- la dottrina di Paolo e Giovanni e dei concili di Nicea, Efeso e Calcedonia;
- la mia scienza illimitata perché divina e perfetta;
- l’origine divina dei dogmi dei Sacramenti della Chiesa, Una, Santa, Cattolica, Apostolica;
- l’universalità e continuità, sino alla fine dei secoli, del Vangelo da Me dato e per tutti gli uomini;
- la natura perfetta dall’inizio, della mia dottrina che non si è formata qual'è attraverso a successive trasformazioni, ma tale è stata data: Dottrina del Cristo, del tempo di Grazia, del Regno dei Cieli e del Regno di Dio in voi, divina, perfetta, immutabile.
- Risvegliare nei Sacerdoti e nei laici un vivo amore al Vangelo e a quanto è attinente al Cristo. Prima fra tutte le cose, una rinnovata carità alla Madre mia, nelle preghiere della quale, è il segreto della salute del mondo.
- Dare ai maestri di spirito e direttori d'anime, aiuto al loro ministero, studiando il mondo di spiriti diversi che si agitò intorno a Me e dei diversi modi da Me usati per salvarli.
- Restituire nella loro verità le figure del Figlio dell’Uomo e di Maria;
- Conoscere esattamente la complessità e durata della mia lunga Passione, la quale culmina nella Passione cruenta compiuta in poche ore, che mi aveva consumato in un tormento quotidiano durato lustri e lustri e andato sempre crescendo, e con la mia, la passione della Madre alla quale la spada del dolore trafisse il cuore per un tempo uguale.
- Dimostrare il potere della mia Parola e gli effetti diversi della stessa a seconda che chi la riceveva, apparteneva alla schiera degli uomini di buona volontà, o a quella di coloro che avevano una volontà sensuale che non è mai retta.
- Infine. Farvi conoscere il mistero di Giuda, quel mistero che è la caduta di uno spirito che Dio aveva beneficato straordinariamente. 652
Gli Apostoli e Giuda. Ecco i due esempi opposti.