Da "Lezioni sull'epistola di Paolo ai romani "
- Amando Maria, Dio ancora ama Se stesso, perché Egli l’ha formata piena di Grazia, per un pensiero di Grazia, perché partorisse la Grazia al mondo. Maria può dirsi: il Seno di Dio, perché ha partorito il Figlio di Dio, la Grazia di cui era piena, e ha dato un Uomo, sulla terra, degno del paterno Amore.(…)
Maria, acqua purissima, di fontana sigillata, uscì dall’incandescente fervore del Pensiero eterno e scorse per rive di pace, portando seco pace e purezza, e in Dio rientrò per accogliere Dio e generare il Figlio di Dio. Rm 2.1.48 - (Maria) è l'inviolata Fonte di purezza, unico degno specchio alla Perfezione che tutto dimentica di ciò che è offesa guardando l'Immacolata.Rm.2.1.48
- Maria Arca dilettissima di puro oro che contiene Dio come da Lui è contenuta. (Rm.6.1.48)
- Maria, l’Angelo nostro, Colei che pur avendo carne, fu Serafino, Colei in cui abbiamo fatto dimora, né più dolce e più degna potevamo averla, l’Arca dilettissima di puro oro che ancor ci contiene così come da Noi è contenuta, e che trasvolerà i cieli, raggiando il suo amore per preparare al Re dei re la strada profumata e regale e per preparare – per generare e partorire, in un’ultima maternità – quanti più germi di viventi sono e vorranno essere partoriti al Signore. (…) si delinea un albore che più dolce non v’è. Esso è il tempo di Maria che sorge. L’estrema misericordia che il nostro Amore ha pensato per voi. Grande sarà la lunghezza del suo cammino. Contrastata dal suo eterno nemico che, per essere vinto, non è meno ostinato a crucciarla e combatterla. Egli ottunde gli intelletti degli uomini per non far loro conoscere Maria. Spegne la fede in Lei, crea nebbie, getta fango, ma la Stella del Mare è troppo alta sulle onde inquinate.
Scenderà solo, ratta come un arcangelo, a scrivere, presso il segno del Tau, la sua sigla sulla fronte dei fedeli, dei salvati al Regno eterno. E fortezza e pace entrerà nei loro spiriti sotto il tocco della mano di Lei, Madre della Vita, Sorgente della Salute.
Benedite Iddio che ha concesso alla Stella purissima di iniziare il suo cammino per attrarvi a Dio con la dolcezza del suo amore, Salvatrice pietosa, estrema, compensante gli spiriti buoni del sempre più profondo allontanarsi da Dio, disgustato dalla colpe degli uomini. Rm. 6.1.48 -
Maria, Immacolata, Piena di Grazia, Figlia, Sposa, Madre di Dio, Colei che al volere divino corrispose con la sua volontà che, libera come quella di Gesù, volle usare questa sua libera volontà per camminare sempre alla presenza di Dio ed essere perfetta. (…) “non peccò perché non volle peccare”.
---- Seconda Eva, non imitò la prima e calpestò il Serpente perché, tutta persa in Dio regnante nel suo spirito e abbracciante Lei, suo amore, fu cieca, sorda, dimentica di tutto ciò che non fosse Dio e l’amore per Lui.
Maria non morì. Trapassò in un rapimento da questa all’altra vita e nel trapasso il suo spirito purissimo fu più che mai trono di Dio. Così doveva essere anche di ogni uomo se, in Adamo, non avessero tutti peccato.
Maria non fu giudicata. Era l’Innocente, non soggetta a giudizio né a morte qual voi l’avete. Maria non tornò polvere nella sua carne immacolata quanto l’anima e fatta incorruttibile per aver portato il Figlio di Dio e dell’Uomo. In corpo e anima fu assunta in Cielo dagli Angeli. E neppure nell’ora del trapasso l’anima si separò totalmente, ma intellettualmente completamente assurse, non al terzo ma al Cielo supremo ed empireo e adorò, mentre ugualmente lo Spirito Uno e Trino non lasciò il suo dolce verginale tabernacolo dove aveva riposo. Rm. 2.2.48 - Maria è in Cielo in corpo e anima, viva come era in terra, beata come Lei può esserlo, in Cielo. E Dio che inabitò in Lei sulla terra, inabita in Lei in Cielo. Nulla è mutato. Messa al centro del divino Fuoco, che su Lei converge i suoi ardenti amori, Ella eternamente dice: “Ecco l’Ancella, o Dio” e apre il suo cuore e accoglie Dio in un mistero ineffabile. Rm.2.2.48
- I Santi amanti di Maria hanno proclamato che chi vuol trovare Dio, la Salvezza, la Vita, vada a Maria, e là troverà la Carità, il Salvatore, la Vita. la Luce, la Sapienza. E là rinascerà da uomo a vero figlio di Dio. Rm.2.2.48
- ..Maria, divina Genitrice, è anche la feconda santa matrice che sino alla fine dei secoli accoglie e accoglierà nel suo seno coloro che vogliono nascere figli di Dio..(....) e ne farà i "viventi del Regno di Dio", dando questi figli al suo Dio. Rm. 2.2.48
- Maria è Corredentrice e Cooperatrice instancabile per il divino trionfo finale, è carità inesausta e inesauribile, operosa come di Serva e gloriosa come di Regina, per la gloria di Dio, è Madre perfetta per tutti coloro che chiedono a Lei la Vita. Rm. 2.2.48
- In Maria, paradiso vivo dove la Trinità prende le sue compiacenze, l’amore di Dio prese carne, il Verbo amato dal Padre s’incarnò per essere offerto vittima per la salute del mondo. E Sacerdotessa regale e purissima fu la Vergine ardente della carità più pura e forte che creatura nata d’uomo mai ebbe. Essa lo accettò e l’offerse per tutti gli uomini. Rm. 12.2.48
- Da Te, o Maria, o Vergine per un capovolgimento dei fattori fu tratto l'Uomo, il Cristo, senza che fecondazione di seme umano fosse necessaria a far fertile il tuo grembo. Tu sola Generante. Da Te sola concepisti e donasti la Luce alla Luce. La Grazia, in Te già piena, in un tripudio d'ardori incontenibili, penetrò il tuo seno, e il Verbo prese Carne per abitare tra gli uomini e dare loro la Vita. Rm.13-2-48
- Vergine bella, umile, casta, paziente, amorosa, Eva nuova, per volere di Dio Immacolata, per volere suo fedele alla Grazia, Dio decretò: “Tu non morrai, non può morire Colei che ha dato alla terra la Vita”, ma anzi per aver dato il Frutto del tuo seno, per averlo dato onde fosse colto, preso, mangiato e spremuto, Pane, Vino, Sangue, Redentore, si apriranno i tuoi occhi e sarai come Dio avendo la conoscenza del Bene e del Male, per amare e insegnare ad amare, mirabile Maestra, il primo e per combattere con le tue armi il secondo. Rm. 13.2.48
Per Te l’Adamo nuovo. Per Te l’Ordine ricostruito. Per Te la Grazia agli uomini. Per Te la Redenzione, per Te il Cristo e , per Te e il Cristo, lo, Spirito Santo.
Io ti ho resa feconda e sembra così che tu agli uomini abbia dato soltanto il Verbo fatto Carne. Ma Colui che vede e sa, dice che tu hai dato - in una maternità sovra eccelsa, nella quale la tua carne non è neppur argilla a modellarvi la divina Forma - hai dato agli uomini lo Spirito Santo. Rm. 13.2.48 - Maria Madre del Cristo e Madre nostra non in senso simbolico ma reale, perché è madre colei che dà la vita, e Maria ci ha dato la Vita e conseguentemente lo Spirito Santo, ossia Colui che mantiene la Vita in voi e più ancora fa di voi dei portatori di Cristo. Rm. 13.2.48
- Maria, pacifico ponte che ricongiunge Cielo e Terra, Amatissima che con la sua sola presenza ottiene misericordia ai peccatori. E Dio, nei secoli avanti il Cristo, quando le prevaricazioni degli uomini accumulavano le nubi dei divini castighi sull’Umanità dalla dura cervice e dallo spirito superbo, contemplando nel suo Pensiero Colei che ab eterno era stabilita Arca della divina Parola, Fonte della Grazia, Sede della Sapienza, Pacifica Gioia del suo Signore, disperse le nubi dell’inesorabile castigo, concedendo tempo all’Umanità in attesa della Salvezza. (…) E nei secoli dopo il Cristo, Pace e Misericordia è per l’umanità, Maria. Rm. 14.2.48
- (Maria) Arcobaleno di pace, la Corredentrice è fra le nubi, sopra le nubi, dolce astro che splende al cospetto di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini ed ha dato il Figlio suo perché gli uomini abbiano perdono. Vi è non come dolcezza pensata, ma come realtà vera, completa, con la sua anima senza macchia e la sua carne senza corruzione. Né si accontenta di esservi adorante e beata. Ma attiva si mostra e chiama, richiama l’umanità alla Salvezza. L’arcobaleno dopo il diluvio fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla Terra, ma nell’ora presente, invece, l’arcobaleno, il segno di pace, Maria, in un sovrabbondare di misericordia sarà visto da molti che giusti non sono. La sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, saranno noti a giusti e a peccatori e beati quelli, fra questi ultimi, che come per l’Arcobaleno di Dio l’ira di Dio non si scatena, così per esso alla giustizia, alla fede nel Gesù in cui è salvezza, si volgeranno.Rm.14.2.48
- Per una infedeltà della donna l'umano genere conobbe il peccato, il dolore, la morte. Per la fedeltà, la purezza, la verginità di corpo e di spirito di Maria, il genere umano ha ottenuto la rigenerazione alla Grazia e perciò il perdono, la gioia pura, la Vita. Rm. 28.5.48
- (Non solo per i meriti di Gesù avete la Vita ma anche per quelli di Maria). Ella, Madre della Vita, Madre Vergine, pura, innocente, ha sofferto più di Eva colpevole. Rm. 28.5.48
- Neppure Maria, la Senza Macchia per divino privilegio e per eroica volontà e fedeltà, sfuggì alla legge del dolore, conseguenza del peccato. (…) conobbe il dolore ed assaporò la morte del cuore vedendo spirare su una Croce il suo Dio e il Figlio del suo seno. Rm. 26.1.50
- La Rivelazione e i Dottori della Chiesa, chiamano Maria “Primogenita” perché per grazia e santità è seconda solo al Verbo fatto Carne. Rm.18.5.50
- Dal "Libro di Azaria"
- Oh, sublime manifestazione dell’Amore, nella casa verginale di Maria! L’Amore che si manifesta in tutto il suo amore, riversandosi sull’Amorosa per generare il Salvatore. Riempiendo il cuore della Vergine sapeva quello che faceva: faceva che la Vergine concepisse l’Uomo onde si compissero le promesse e l’uomo tornasse amico e figlio di Dio attraverso successive operazioni d’amore. Colui che aveva presieduto a tutte le azioni del Creatore e perciò anche al Pensiero di creare l’Immacolata, futura Madre del Redentore, ecco che ora scende a disposarla, trovandola più bella dello stesso Paradiso, perché bella di giustizia per volontà propria, oltre che per volontà del Signore del Paradiso. Quale più dolce epifania dell’Amore Divino di questa? E per questa dolce Epifania ecco formarsi nel seno della Vergine la Carne del Verbo S.S. e avervi inizio il Cuore del Cristo. Az.154 - 9.6.46
- Maria era bella e amata perché bella di giustizia per la volontà propria oltre che per volontà di Dio, e per questo meritò il divino connubio. Az.155 - 9.6.46
- Il Figlio divenuto Pane, e la Madre, beata, che voi, cibandovi di Lui, di Lei anche vi cibate. (….)
S'è fatta fior di farina. Non è un modo di dire! Per vostro amore, per amor degli uomini, s'è immolata, s'è ridotta in polvere fra le mole dell’ubbidienza e del dolore. Lei, l’Intatta che non le nozze, non il parto e non la morte, hanno potuto incidere, viSolo l’amore. Esso l’ha consegnata alla macina in cui la Corredentrice è divenuta, da spiga, fior di frumento…. Az 169 - 20.6.46 - Si è fatta fior di farina. Non è un modo di dire! Per vostro amore, per amor degli uomini, si è immolata, si è ridotta in polvere fra le mole dell’ubbidienza e del dolore. Lei, l’Intatta che non le nozze, non il parto e non la morte, hanno potuto incidere, violare, o ridurre in polvere come ogni mortale. Solo l’amore. Esso l’ha consegnata alla macina in cui la Corredentrice è divenuta, da spiga, fior di frumento …. Az. 169 – 20.6.46
- Santa, Santa Madre e Nutrice del Genere Umano! Giardino colmo di fiori e api d’oro! Orto chiuso e fonte soave!
Veramente il Pane vero è Gesù, ma è ancor Maria Colei che ha della Parola fatto un Uomo per darlo agli uomini a redenzione e nutrimento. Az.170-171 - 20.6.46 - Sapienza, Vita, Forza è questo Pane, ma è ancor Purezza, Grazia, Umiltà. Perché se questo Pane è Gesù, questo pane è ancor Maria che ha fatto Gesù col fiore del suo corpo e col miele del suo Cuore. Pane che ricorda la Passione divina, Pane che ricorda il vero Corpo e il vero Sangue di Gesù Cristo, ma Pane che, per aiutarvi ad essere degni di fruire della Redenzione, che è la consumazione dell’Agnello sull’Altare della Croce, deve pure ricordarvi la Deipara che quel Pane formò nel suo Seno. Az.171–20.6.46
- Maria è la preparazione di Gesù. (….)
Maria, Madre del Signore, è Quella che prepara lo spirito ad una unione vera e fruttuosa con Gesù.
Ella Genitrice universale, versa il suo latte di grazia sui suoi poveri figli peccatori, deboli, malati, paurosi, nauseati, stanchi. Da una Madre è sempre dolce avere conforto e cure. E li irrobustisce, dà loro un sano appetito, una volontà di più perfetto Cibo, di quel Cibo che è in Lei, una sola cosa con Lei: il suo Gesù.
Oh! La Regina nostra è il perfetto Ciborio. Sempre il Pane di Vita e la Grazia è in Lei. E non vi giungete, voi uomini, a quel Pane e a quella Fonte di Grazia, altro che andando a Lei. Az 263 - 8.9.46 - Maria è la santa necessità, Gesù è il Compimento. Ella prepara. Egli completa. Ella mantiene la fame e la sete e l’aumenta, per portarvi, con la dolcezza dei suoi santi sapori, al sempre più vivo e rinnovato desiderio di vivere di Cristo.
E’ l’Eva vera. La radice e l’Albero dei Viventi: Il Padre l’ha creata, l’Amore l’ha fecondata, e dal suo midollo è venuta la linfa di Grazia che v'ha dato il Frutto che è la Grazia stessa. (…)
Vero Albero di Vita, Ella tende i suoi rami, carichi del Frutto del suo Seno, perché voi ne mangiate. Ora chi mai non va all’albero per cogliere i frutti? E non vi torna quando i frutti sono soavi? Nessuno, a meno che non sia stolto. Così voi pure andateci, o spiriti cristiani, e mangiate e bevete di Maria per giungere al santo appetito di Gesù che, a voi comunicandosi, vi dia la Vita Eterna. Az 264 - 8.9.46 - Maria, ebbe, nel suo dolore che non fu simile a nessun altro, la gioia esultante di fare, sino al sacrificio totale, ciò che Dio voleva, ciò che Dio le aveva significato di pretendere da Lei, da quando l’aveva rivestita con le vesti della salvezza e coperta col manto di giustizia come sposa ornata di gioielli. Az 342 - 8.12.46
- Maria ha sempre esultato magnificando con lo spirito il suo Signore, anche quando la sua umanità conosceva lo scherno di tutto un popolo ed era sommersa e torchiata dal suo dolore a dal dolore della sua Creatura.
Ha esultato pensando che quel suo dolore, quel dolore del suo Gesù, dava gloria a Dio salvando uomini a Dio.
Sopra i gemiti della Madre, sopra i suoi lamenti di Donna, cantava la gioia del suo spirito di Corredentrice. Cantava con la sommissione a quell’ora, con la speranza nelle parole della Sapienza, con l’amore che benediceva Dio di averla trafitta. Az 343 - 8.12.46 - La lunga passione di Maria, ha completato Maria, unendo alle grandi cose che Dio in Lei aveva fatte, le grandi cose che Ella sapeva fare per il Signore. Az.343 - 8.12.46
- Dio aveva preparata una degna dimora al suo Verbo con l'Immacolata Concezione di Maria, ma Maria ha saputo serbare quella dimora degna di Dio che in Lei doveva incarnarsi. (...) Imitate Maria, sapendo serbare la dimora del vostro cuore degna del Santo che chiede di entrare in voi per godere di voi e vivere fra i figli degli uomini, da Lui amati senza misura. Az.344 - 8.12.46
- Maria è l'amabile e instancabile Madre che genera i figli al Signore perchè attraverso Maria si va alla Vita e perciò, chi è languente o morto e non osa alzare gli occhi al Signore, può tornare vivo e gradevole all'Eterno se entra nel Seno, nel Cuore che hanno dato al mondo il Salvatore. Az.344
- ell'infanzia e puerizia e nella morte, nel cuore purissimo per 33 anni, mai è stato inerte Dio-Figlio per la sua amabile Madre. (...) perciò tutta la Sapienza si è fusa con tutta la Purezza, e Maria non può parlare che con la Parola di Dio, con quella Parola che il Cristo ha detto Vita di chi l'ascolta. Az.345 - 8.12.46
- Chi vive in Maria ha salute, vita, sapienza, gloria, letizia e onore, perché Ella è tutto questo, avendo le sue radici in Dio stesso, fondata com’è sul monte di Dio per esserne il Tempio, amata più d'ogni altra creatura dal Signore Altissimo, dovendo Essa in eterno essere la Madre dell’Uomo. Az-346
- Cosa è Maria? E’ la Riparatrice. Ella annulla Eva. Ella riporta le cose sconvolte al punto dove erano quando le sconvolse il Serpente maligno ed Eva imprudente. L’angelo la saluta : “Ave“. Si dice che Ave è il capovolgimento di Eva. Ma Ave è ancora un’eco che ricorda il Nome SS. di Dio. Az- 346
- Ave, Maria, Madre dell’Uomo come Eva, più di Eva, che hai riportato l’uomo, attraverso all’Uomo, alla sua Patria, alla sua eredità, alla sua figliolanza, alla sua Gioia.
Ave, Maria, Seno di santità in cui è rideposto il seme della Specie, perché l’eterno Abramo abbia i figli di cui l’invidia satanica lo aveva fatto sterile. Az. 347 - Ave, Maria, Madre Deipara del Primogenito eterno. Madre pietosa dell’Umanità, lavata nel tuo pianto e nel Sangue che è tuo sangue.
Ave, Maria, Perla del Cielo, Luce di Stella, Bellezza soave, Pace di Dio.
Ave, Maria, Piena di Grazia in cui è il Signore, mai divisa da Lui che in Te prende le sue delizie e i suoi riposi.
Ave, Maria, Donna benedetta fra tutte le donne, amore vivente, fatta dall’Amore sposa all’Amore, Madre dell’Amore.
In Te purezza, in Te Pace, in Te Sapienza, in Te Ubbidienza, in Te umiltà, in Te perfette le tre e le quattro virtù…..
Il Cielo delira d’amore nel contemplare Maria. Il suo canto aumenta sino a note incomparabili. Nessun mortale, per santo che sia, può comprendere cosa sia per tutto il Cielo Maria. Az. 348 - 8.12.46 - Tutte le cose sono state fatte per il Verbo, ma anche tutte le opere più grandi sono state fatte dall’Amore Eterno in Maria e per Maria. Perché Colui che è potente l’ha amata senza limite e l’ama. E la potenza di Dio sta nelle sue mani di Giglio purissimo per essere sparsa su chi a Lei ricorre. Az. 349
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Dai Quaderni
- L’aver osservato la Parola di Dio e affinato i sensi dell’anima con una purezza totale fin dall’infanzia, questo era grandezza. L’aver ascoltato la Parola che mi era Figlio per renderla mio pane e sempre più fondermi al mio Signore, questa era beatitudine. 7.2.43
- Maria testimonia il super-amore misericordioso di Dio verso l'uomo, perchè attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perchè Maria mi ha concepito e dato al mondo. 6.5.43
- Maria il più dolce dei nomi. Il nome della Mamma mia (di Gesù). Quel nome è scudo e difesa contro le insidie del demonio, quel nome che è musica di Cielo, quel nome che fa trasalire di gioia la Trinità, quel nome di cui si circondò Gesù nella vita e nell’ora della morte. 4.6.43
- In Essa (in Maria) lo spirito di raccoglimento era intensissimo. Anche nelle occupazioni della vita Ella sapeva vivere raccolta in Dio e sua grande gioia era potersi isolare nella contemplazione, nel silenzio, nella solitudine. 13.6.43
- “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a te”. Il demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del mio Nome e della mia Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei fedeli in mille maniere; ma l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in fuga. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo. 15.6.43
- La vita di Maria, mia Madre fu tutta eucaristica. Maria visse eucaristicamente quasi tutta la vita, poiché Io in mia Madre ero prima d’essere, come uomo, al mondo, né quando come uomo al mondo non fui più, cessai d’essere in Lei. Non ci siamo più separati dal momento in cui l’ubbidienza fu santificata sino all’altezza di Dio ed Io divenni carne nel suo seno così puro che gli angeli lo sono meno al paragone, così santo che tale non è nessun ciborio che m’accolga.
Solo nel seno di Dio vi è perfezione di santità maggiore a quella di Maria. Ella è dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi. (…)
Se vedere Dio, è la gioia dei beati, vedere Maria è la gioia di tutto il Paradiso, perché in Lei non soltanto si beano i cori angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo la contemplano come l’opera più bella della loro trinità d’amore. 19.6.43 - Solo nel seno di Dio v'è perfezione di santità maggiore a quella di Maria. Ella è dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi. (...). Se vedere Dio è la gioia dei beati, vedere Maria è la gioia di tutto il Paradiso, perché in Lei non soltanto si beano i cori angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo la contemplano come l’opera più bella della loro Trinità d’amore. 19.6.43
- Se l’Eucaristia è il cuore di Dio, Maria è il ciborio di quel Cuore. Mia Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi vuol trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia Maestà e Potenza, la mia Divinità, nella dolcezza, nella purezza, nella carità di Maria. E’ Lei che del suo cuore fa il ciborio per il cuore del suo e vostro Dio. 23.6.43
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Il Corpo del Signore s'è fatto corpo nel seno di Maria, ed è mia Madre che con un sorriso ve lo porge come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo deposto nella cuna del suo purissimo e materno cuore.
E’ gioia di Maria, nel Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore. Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel cuore che ha amato e sofferto in misura infinita.23.6.43 - La Madre dei mortali ha conosciuto ogni genere di dolore. Non perché l'avesse meritato. Era immacolata e l’eredità dolorifica d'Adamo non era in Lei. Ma perché essendo Corredentrice e Madre di tutto l’umano genere, doveva consumare il sacrificio fino in fondo in tutte le forme. 23.6.43
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Maria è come la luna rispetto al sole. Ne è illuminata e riflette su voi la luce che l’ha illuminata, ma addolcendola di quei mistici vapori che la rendono sopportabile alla limitata vostra natura. 27.6.43
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La purezza di Maria è tanto alta che Io, suo Figlio e Dio, la tratto con venerazione. La sua perfezione è tale che l’intero Paradiso s’inchina al suo trono sul quale scende l’eterno sorriso e l’eterno splendore della nostra Trinità, ma questo splendore che la compenetra e india più di ogni altra creatura, è soffuso dai veli candidissimi della sua carne immacolata, per cui Ella raggia come una stella, raccogliendo tutta la luce di Dio e diffondendola come una luminosità soave su tutte le creature.27-6-43
- Ella vi è in eterno Madre. E della Madre ha tutte le pietà che vi scusano, che intercedono, che ammaestrano pazientemente.
Grande è la gioia di Maria quando può dire a chi l’ama: “Ama mio Figlio”.
Grande è la mia gioia quando posso dire a chi m'ama: “Ama mia Madre”.
E grandissima è la nostra gioia quando vediamo che staccatosi dai miei piedi uno di voi va a Maria, o staccatosi dal grembo di Maria uno di voi viene verso di Me. Perché la Madre giubila di dare altri innamorati al Figlio e il Figlio giubila di vedere amata da altri la Madre. La nostra gloria non cerca di sopraffarsi ma si completa nella gloria dell’altro. 27.6.43 - La Madre non è diversa dal Figlio. Non nella natura umana non nella missione soprannaturale di Redenzione. (…)
La Madre per toccare l’apice del dolore, dovette provare la separazione del Figlio: nei tre giorni della sua sepoltura. Maria allora fu sola. Le rimasero solo la Fede, la Speranza, la Carità. Ma Dio era assente. Fu la spada non confitta ma trapassante, ma frugante nel suo Cuore. Non ne morì per unico volere dell’Eterno. Perché per la Piena di Grazia restare priva dell’unione col suo Figlio e Dio era tale spasimo, che senza una speciale grazia ne sarebbe morta.
Maria è Corredentrice. Dunque tutto essendo in Lei inferiore solamente a Dio, anche il suo dolore dovette essere quale nessun dolore di creatura umana giungerà mai ad essere. 2.7.43 - Se il mondo sapesse chiamare “Maria” sarebbe salvo. “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a Te”. (...) A chi ancora crede, nel mondo, Io dico: La salvezza del mondo è in Maria. (...) Unico ponte resta Maria. Ma se dispregiate Essa pure, sarete schiacciati. Non permetto sia vilipesa Colei in cui lo Spirito Santo discese per generare Me, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. 4.7.43
- Ella (Maria), la purissima che accolse il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore immacolato il Verbo del Padre dopo le nozze divine con lo spirito Santo, non s’è limitata a generare il Salvatore. L’ha nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di Me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto sangue in Me. 4.7.43
- Se non fosse per le cure di Maria, per le preghiere di Maria, la razza umana non sarebbe più. L’avrei cancellata perché veramente il vostro vivere ha toccato il profondo del Male e la Giustizia è ferita, e la Pazienza è colmata, e la Punizione è pronta; ma c’è Maria che vi ripara con il suo manto, e se Io posso, con un volger di sguardo, far prostrare il Paradiso e tremare gli astri, non posso nulla contro mia Madre.
Sono il suo Dio, ma sono sempre il suo Pargolo. Su quel Cuore mi sono riposato nel primo sonno d’infante e nell’ultimo della morte, e di quel Cuore so tutti i segreti. So, dunque, che punirvi sarebbe dare un trafiggente dolore alla Madre del genere umano, alla Madre vera, che sempre spera potervi condurre al Figlio suo. Sono il suo Dio ma Ella è mia Madre ed Io perfetto in tutto, vi sono Maestro anche in questo: nell’amore per la Madre. A chi ancora crede, nel mondo, Io dico: “La salvezza del mondo è in Maria”. (…)
Unico ponte resta Maria, ma se dispregiate Essa pure, sarete schiacciati. Non permetto sia vilipesa Colei in cui lo Spirito Santo discese per generare Me, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. 4.7.43 - Maria Corredentrice eccelsa, non cessa di soffrire, come non cesso Io. Nella gloria intangibile dei Cieli, noi si soffre per gli uomini che ci rinnegano e offendono. (…)
Può Maria non soffrire di vedere perire le sue creature che costano il Sangue del Figlio?
Il Sangue sparso per tutti che giova a così pochi! 6-7-43 - Il dolore di Maria fu sommo dolore. (...) Maria fu grandissima nel ciclo della mia Passione, ossia, dalla sera della Cena all’alba della Risurrezione. Allora Ella fu il secondo – in numero e potenza – il secondo Cristo e mentre il cielo si oscurava sulla tragedia compiuta e si squarciava il velo del Tempio, i nostri Cuori si squarciarono d’uguale ferita vedendo il numero immisurabile per cui la Passione fu inutile. 6.7.43
- Maria la purissima che accolse il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore immacolato il Verbo del Padre dopo le nozze divine con lo spirito Santo, non s’è limitata a generare il Salvatore. L’ha nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di Me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto sangue in Me. 14.7.43
- Con Me è Maria, la Madre di tutti, l’Aiuto di tutti. E’ Lei che ha sorriso ai martiri per rincuorarli al Cielo. E’ Lei che ha sorriso ai vergini per aiutarli nella vocazione angelica. E’ Lei che ha sorriso ai colpevoli per attirarli al pentimento. E’ di Lei che ha sempre bisogno l’uomo e specie nelle ore di più viva angoscia. E’ sul seno della Madre che vi corroborate e trovate Me e il mio Perdono e col Perdono la forza, perché se voi siete in Me, fruite dei doni del Cristo e non conoscete il perire. 27.7.43
- Maria portò la croce prima di Me. La Madre conobbe le atroci torture dei crocefissi prima di Me. Cominciò a portarla e a conoscerla dal momento in cui le fu rivelata la sua missione e la mia missione. Io col mio Sangue, Maria con le sue lacrime, ci hanno ottenuto il Perdono di Dio. 1.8.43
- Una sola creatura non ha gustato l'amaro odore del peccato. E fu Maria, la mia dolcissima Madre, Colei che non mi fece rimpiangere il Paradiso lasciato per divenire Carne fra voi e redimere la carne vostra, perchè in Maria Io trovavo gli eterni candori e gli splendenti amori che sono in Cielo. In Lei il Padre che la vezzeggiava come la Perfetta fra le creature, in Lei lo Spirito Santo che del suo Fuoco la penetrò per fare della Vergine la Madre, intorno a Lei le angeliche coorti adoranti la Trinità in una creatura. 7.8.43
- Maria nella sua anima così perfetta, seconda solo a Dio, seppe amare e soffrire come nessun altro perché la santità, porta di conseguenza una accresciuta capacità di amare o di soffrire, tanto più accresciuta quanto più l’anima è santa. E l’anima di Maria era santissima. 1.9.43
- Ricordatevi sempre che Ella è la Figlia del Padre, la Madre del Figlio, la Sposa dello Spirito Santo e la sua fusione con la Trinità è perfetta. Perciò Ella del suo Signore possiede le potenze, le intelligenze, le sapienze e le possiede con la pienezza assoluta. 3.9.43
- Ave Maria”. E’ un saluto che monda le labbra e il cuore perché non si possono dire queste parole, con riflessione e sentimento, senza sentirsi divenire più buoni! E’ come avvicinarsi a una sorgente di luce angelica e a un’oasi fatta di gigli in fiore.
Ave, la parola dell’angelo che c’è concesso di dire per salutare Quella che salutano con amore le Tre Eterne Persone, l’invocazione che salva (…) se detta come moto dello spirito che s’inchina davanti alla regalità di Maria, e si tende verso il suo Cuore di Madre.Se voi sapeste dire con vero spirito queste parole, anche solo queste due parole, sareste più buoni, più puri, più caritatevoli, perché gli occhi del vostro spirito sarebbero allora fissi in Maria e la santità di Lei vi entrerebbe nel cuore attraverso questa contemplazione. Ella è la fonte delle grazie e della misericordia.3.9.43 - L’amicizia con Maria è causa di perfezione, perché infonde e trasfonde le virtù dell’Amica eletta, che Dio non ha sdegnato e che v'ha concesso come coronamento dell’opera di Redenzione del Figlio suo. 3.9.43
- "Piena di grazia” La grazia era in Lei. La grazia ossia Dio, e la grazia ossia il dono di Dio da Lei saputo far fruttare al mille per cento. 4.9.43
- Più Dio innalzava Maria verso il suo trono e più aumentavano in Lei riconoscenza, amore e umiltà. Più Dio le faceva capire come su di Lei fosse stesa la mano divina a protezione contro ogni insidia del male e più in Lei aumentava la vigilanza contro il male. (...) Maria pur riconoscendo l'opera di Dio in Lei, agì come se fosse la più derelitta delle creature. (...) La sua anima rimaneva sempre vigilante. 4.9.43
- Gabriele disse a Maria "Ave", e il suono della voce angelica portò, sulla già inondata di Grazia, una nuova onda di Grazia. La luce vivissima del suo spirito immacolato toccò il vertice della luminosità perché la rispondenza dello spirito di Maria fu perfetta. 4.9.43.
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Maria era con Dio e Dio era con Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia inconcepibile a possedere questa creatura. La perfezione umana di Maria: l’unica dei figli dell’uomo che sia sempre stata perfetta, si lanciava incontro alla Perfezione divina per aver modo di vivere. 5.9.43
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Maria ha posseduto alla perfezione l’unione con Dio e con tutte le sue forze ha teso a sempre più fondersi con Esso. Si potrebbe dire che Maria s'annullò in Dio tanto visse di Lui solo. 5.9.43
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Maria ignorava il suo destino e la sua immacolatezza. Conobbe il mistero alle parole di Gabriele e nell’abbraccio nuziale con lo Spirito Eterno. Ma durante la sua giovinezza (…) trovò nell’unione con Dio la forza. La volle trovare a qualunque costo perché avrebbe preferito morire cento volte anziché uscire per un attimo dall’alone con Dio. 5.9.43
- L’essere con Dio era la vita di Maria e nell’ora superstraziante del Calvario, quando i Cieli si chiusero sul Morente e sulla Trafitta, la privazione di Dio fu, delle sette spade, la più accesa e trafiggente, tocco insuperabile all’edificio di dolore richiesto dalla Redenzione. 5.9.43
- Maria ha toccato il vertice del dolore, completo anche in Lei nonostante non sia stata crocefissa materialmente, dal Calvario al momento della Risurrezione. E il motivo di tale superdolore è uno solo: l’esser privati dell’unione con Dio. 5.9.
- "Il Signore è con te”. Il Signore è sempre con chi ha l’anima in grazia.(...)
Maria era con Dio e Dio era con Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia inconcepibile a possedere questa creatura.(...)
L’essere con Dio era la vita per Maria. 5.9.43 - "Benedetta tu fra tutte le donne”. Questa benedizione (...) a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la Redenzione, risuona continuamente in Cielo, pronunciata con infinito amore dalla nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della Misericordia divina. 6.9.43
- Benedetta la Pura destinata al Signore.
Benedetta la Desiderata della Trinità che anticipava col desiderio l’attimo di fondersi a Lei con amplesso di trino amore.
Benedetta la Vincitrice che schiaccia il Tentatore sotto il candore della sua natura immacolata.
Benedetta la Vergine che non conosce che il bacio del Signore.
Benedetta la Madre divenuta tale per obbedienza santa alla volontà dell’Altissimo.
Benedetta la martire che accetta il martirio per pietà di tutti voi.
Benedetta la Redentrice della donna e dei figli della donna, che annulla Eva e s'innesta al suo posto per portare il frutto della vita là dove il Nemico ha messo seme di morte.
Benedetta, benedetta, tre volte benedetta per il tuo “si” o Madre mia che hai permesso a Dio di mantenere la promessa fatta ad Abramo, ai patriarchi, ai profeti, che hai dato sollievo all’Amore, oppresso dal dovere essere punitore e non salvatore, che hai sollevata la terra dalla condanna portata a lei da Eva.
Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa, per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale. Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il Regno del tuo Gesù.
Generatrice di grazia e di salvezza, generatrice della divina Misericordia, generatrice della Chiesa universale, che tu sia benedetta in eterno per quanto hai compiuto, come benedetta in eterno eri per quello che avresti compiuto.
Sacerdotessa santa, santa, santa, che hai celebrato il primo sacrificio e preparato con parte di te stessa l’Ostia da immolare sull’altare del mondo.
Santa, santa, santa Madre mia, che non mi hai fatto rimpiangere il Cielo e il seno del Padre, perché in te ho trovato un altro paradiso non dissimile a quello in cui la Triade opera le sue opere divine; Maria che sei stata il conforto del tuo Figlio sulla terra e il gaudio del Figlio in Cielo, che sei la gloria del Padre e l’Amore dello Spirito.6.9.43 - La perfezione di Maria è tale che essa testimonia non solo della sapienza e della potenza, ma dell’amore con cui Dio ha creato il mondo. Maria testimonia il super-amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perché Maria mi ha concepito e dato al mondo.6.9.43
La Vergine, creata senza macchia per essere matrice alla carne di un Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la Perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della Terra, fiore della Creazione più bello di tutti i fiori dell’Universo, astro vivo, davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43- La Vergine, creata senza macchia per essere matrice della Carne di Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della terra, fiore della creazione più bello di tutti i fiori dell'Universo, astro vivo davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43
- “Benedetto il frutto del tuo seno”.
La maternità divina e verginale rende Maria seconda soltanto a Dio, ma non soffermatevi a guardare unicamente la gloria di Maria; pensate cosa le costò conseguire quella gloria. (…)
Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del suo altissimo “fiat” e del suo castissimo sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata ad una missione di redentrice, il dolore superò dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla sua Assunzione.
Congiunta allo Spirito di sapienza Ella ebbe rivelato allo spirito quale futuro era riserbato alla sua creatura, e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Lei. 7.9.43 - Voi – dice Gesù – mi avete avuto perché Maria ha accettato, trentatre anni prima di me di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa che ho bevuta tra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di mia Madre, e l’amaro del suo pianto era fuso con il fiele del mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei che non meritava il dolore, è stata per Me la cosa più costosa…7.9.43
- Il cuore di mia Madre conobbe il morso delle spade del dolore dal momento in cui la Luce, lasciando il centro del Fuoco Uno e Trino, penetrò in Lei iniziando l’Incarnazione di Dio e la Redenzione dell’uomo. 7.9.43
- Io vorrei che per il dolore che ha straziato mia Madre per voi, voi le deste amore. Amore grande, tenerissimo, di figli verso la più perfetta di tutte le madri, la Madre che non ha ancora cessato di soffrire piangendo lacrime celesti sui figli del suo amore che ripudiano la casa paterna e si fanno guardiani di bestie immonde: i vizi, anzichè restare figli di re, figli di Dio. 7.9.43
- Sappiate che Io, Dio, non reputo sminuire Me stesso nell’amare con infinito e venerante amore la Madre mia, della quale vedo la natura immacolata, opera del Padre, ma anche ricordo la vita martirizzata di Corredentrice, senza la quale Io non sarei stato Uomo tra gli uomini e vostro Redentore eterno.7.9.43
- Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del suo altissimo “fiat” e del suo castissimo sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata ad una missione di redentrice, il dolore superò sin dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla sua Assunzione.
Congiunta allo Spirito di sapienza Maria ebbe rivelato allo spirito quale futuro era riserbato alla sua creatura, e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Maria. 7.9.43 -
Maria ha attirato a sé milioni di creature con l’arma soave del suo sorriso e del suo silenzio. Bastava apparisse perché si chetassero le parole acri o impure, cadessero i rancori, si calmassero i dolori.
Il suo sguardo purificava, il suo silenzio innalzava, il suo sorriso insegnava.(….) Da essi traspariva il volto di Dio. 8.9.43 - lla santa e benedetta fu concesso di esser Portatrice del Verbo, non tanto per la sua natura immacolata, quanto per la sua umiltà superperfetta.
Tutte le umiltà umane non fanno il tesoro di umiltà dell’Umilissima che è rimasta tale anche quando seppe il suo destino d’esser la più Alta di tutte le creature. Maria ha consolato le tre Divine Persone, rimaste ferite dalla superbia di Lucifero e dalla Prima coppia, con la sua umiltà seconda solo a quella del Verbo. 12.9.43
- (Maria) fu un abisso di speranza e perciò ho messo Lei Stella vostra per indicarvi la via del Cielo. Se in Lei crederete sempre, non conoscerete mai l'orrore della disperazione e non ucciderete voi stessi con la disperazione. Maria, Speranza di Dio che attendeva Lei per compiere la Redenzione dell'uomo, sia dell'uomo, la speranza.
Non perdete, o mortali, la vista della Stella del mattino i cui raggi sono fatti delle sette spade infitte nel suo Cuore dolcissimo e purissimo, infisse per vostro amore. Vivete in Lei. E nella Santa Madre di Dio e che per voi prega, senza stancarsi, davanti al nostro Trono, morite. 15.9.43 - La mia nascita fu un’estasi dolcissima. Nel silenzio della notte che isolava dal mondo la dimora solitaria e umilissima, Maria s’era immersa nelle sue fervide contemplazioni di Dio. La preghiera di Maria era sempre rapimento in Dio e uscendo dal rapimento conobbe il Figlio. Fu anzi il primo pianto del Figlio-Dio quello che strappò la Madre dalla contemplazione spirituale di Dio per portare il suo sguardo a contemplare il miracolo più grande dell’Universo: un Dio incarnato per la redenzione dell’uomo. 15.9.43
- Maria è Maestra di Dolore come Io sono Maestro di Vita.
Maria è la Speranza oltre che la Fede e la Carità. 15.9.43 - Maria era l'“Immacolata”, esente dall'eredità della colpa di Adamo e dei frutti di tale colpa, e in tale senso avrebbe dovuto essere preservata dal soffrire perché il Creatore aveva creato la razza umana esente dal dolore e dalla morte, che è il supremo dolore dell’uomo. Ma Maria era la Corredentrice, e la missione di Redentore è sempre missione d'infinito dolore.(...) Giusto quindi che il Dolore fosse il suo compagno. 15.9.43
- Maria che si addormì sul Cuore di Dio, vive ora in Cielo con la carne glorificata. L'anima che si addormenta sul Cuore di Maria avrà in Cielo la carne glorificata quando il tempo sarà compiuto, perchè Ella è salvezza vostra. 15.9.43
- La morte di Maria fu un altro rapimento. L'orazione l'avvolse nelle sue bende d'amore, precludendole ogni sensibilità umana, e l'Amore le venne incontro per la seconda volta per stringere a sè la Sposa desiderata da prima che il tempo fosse. 15.9.43
- Maria che fu seconda a Me (Gesù) nel saper amare, ha aderito alla volontà di Dio sino al sacrificio della sua vocazione, che era dedicarsi unicamente alle contemplazioni di Dio, e del suo cuore che le fu chiesto da Dio per essere stritolato.
La divina maternità di Maria è la prova viva della sua adesione alla volontà di Dio.
Gesù che non ha levato alla Madre il suo candore di giglio inviolato, è la testimonianza della condiscendenza di Maria ai voleri di Dio. Ella ha sfidato l’opinione del mondo, il giudizio dello sposo, oltre che abbracciato il suo patibolo di Madre del Redentore, senza esitare. Garantita che Dio non respingeva il dono del suo candore, disse il più alto “fiat” detto da labbra mortali e non ebbe timori: la sua forza era Dio e a Lui Ella fidava il suo onore, il suo futuro, tutto senza riserve. 18.9.43 - Vedo l’ovale, piuttosto tondo del volto di Maria. D’una tinta d'avorio come certi petali di magnolia, uguale nel colore a quello del Figlio suo, diverso nella forma che in Gesù è più allungata e magra. Sul viso di fiore solo le labbra e le ciglia sottili, lievemente scure, mettono un colore.
Gli occhi, non spalancati, ma semivelati dalla palpebra, hanno lo stesso sguardo del Figlio e hanno il colore azzurro di quelli di Gesù ma più pallido. (...)
Gesù ha occhi di zaffiro e Maria di turchese. Lo sguardo serio e mesto di Gesù è in Maria d'una mestizia però unita al sorriso: il sorriso buono di chi è addolorato, ma vuole consolare e incitare nello stesso tempo.
I capelli sono colore del grano maturo o oro zecchino, sempre tendenti al biondo-rosso, ma più biondi che rossi, mentre in Gesù vi è tendenza al biondo-rame.
Le mani lunghe e sottili, dalle dita molto lunghe e affusolate, escono dalle maniche strette col loro polso delicato e bianchissimo. (...)
Il suo corpo glorificato emana luce, una dolcissima luce che mi fa proprio pensare a una lampada ardente davanti al Tabernacolo. 19.9.43 - Maria, l'Unità della Trinità Santa, vi comunica la sua potenza d'amore che attrasse Dio in Lei dal profondo dei Cieli, e col suo sorriso v'insegna ad amare con la perfezione che fu sua. 11.10.43
- La Madre mia, la Senza Colpa, la Tutta bella, la Desiderata da Dio, la Destinata ad essermi Madre, possedeva l'armonica integrità delle membra, in cui era palese il pollice modellatore di Dio che l'aveva creata a sua perfetta somiglianza. 15.10.43
- Maria tiene il male sotto il suo calcagno verginale e, se Maria fosse vostra Regina e voi foste veramente suoi sudditi e imitatori, il Male non potrebbe più farvi male.
Siate di Maria. Sarete automaticamente di Dio. Perchè Ella è il Giuardino chiuso dove Dio sta, il Giardino santo dove Dio fiorisce. Perchè Ella è Fontana dalla quale sgorga l'Acqua Viva che ascende al Cielo e dà il mezzo per ascendere al Cielo: Io, il Cristo, Redentore del mondo e Salvatore del l'uomo. 15.10.49 - Santificatevi per vedere Maria. Anche se nel Paradiso non aveste, per un supposto, a vedere che Lei, sareste già beati. Perché Paradiso vuol dire luogo dove si gode della vista di Dio, e chi vede Maria già vede Iddio. Essa è lo specchio senza macchia della Divinità.15.10.43
- Pensate agli ineffabili trasporti di mia Madre curva sulla mia cuna o al palpitante altare, più candido del giglio e fatto luminoso dall’amore, del suo corpo castissimo portante Me o delle sue braccia, del suo seno, fatti guanciale ai sonni del Dio Bambino.
Maria adoratrice del Pane vivo disceso dal Cielo, della carne e del Sangue del Figlio di Dio e di Maria, come lo fu la Madre nostra. 27.10.43 - La preghiera di Maria vi fa scudo contro l'ardore del senso e del demonio, vi fa crescere in Cristo ed entrare nel suo Regno. E se Cristo può far risorgere i morti alla Grazia, Maria, realmente amata, impedisce che la morte vi separi dal suo Figlio. 8.11.43
- Preghi Maria per il vostro presente di uomini, insidiato da tanti pericoli. “E nell’ora della morte”: preghi per voi nell’attimo decisivo della vita. “E nell’ora della morte”: ossia quando il vostro spirito colpito dal Male può perire.
Maria è la vincitrice di Satana. La morte vera quella dello spirito, non verrà in coloro che sanno pregare la Madre per l’ora della vita, per l’ora della terra, per l’ora della tentazione e per l’ora della morte. 8.11.43 - Avete una Madre in Cielo, una Madre che vede su voi il Sangue del suo Figlio e che per quel Sangue vi ama come suoi stessi figli. Una Madre che è potente presso Dio per la sua triplice condizione di Figlia, Sposa e Madre di Dio. 8.11.43
-
Dal cuore della nostra Santa Trinità è venuta l'anima di Maria. Come scintilla scagliata dalla Volontà d'amore nostra, Ella s'è generata dai nostri tre amori e dai nostri tre desideri di possederla quale figlia, qual madre, qual sposa e a crearla abbiamo messo ogni nostra perfezione, perchè Ella era destinata a essere, la pietra dell'edificio del tempio vero, l'arca del patto nuovo, l'inizio della redenzione che come tutte le cose di Dio, porta del Dio Trino, il segno simbolico del Tre. 25.11.43
-
Alba serena del giorno della Redenzione, Ella viene a voi nel suo casto fulgore di Stella mattutina e di Alba paradisiaca. La sua cuna che si prepara a riceverla precorre di poco la mia, e il suo sorriso v'insegna il Gloria da cantare all'Eterno che nella sua Carità perfettissima ha compiuto per voi i due amorosi prodigi del Concepimento immacolato di Maria e della mia Incarnazione. 25.11.43
- A Nazareth, la spregiata dai Giudei, di Me s'incinse la Benedetta. A Betlemme, la decaduta, secondo la supposizione superba dei Giudei, doveva Maria posare il suo bacio di Vergine sul Figlio di Dio e suo, apparso con fulgore di stella nella grotta da secoli ordinata a riceverlo. 26.11.43
-
Maria aveva in Sè il Fuoco Santissimo ed era fuoco. E le leggi della vita erano quasi annullate da questo vivere d'ardore. E sempre più si annullavano in quanto più l'incendio si avvicinava per mutarsi in carne testè nata, onde nel momento beato del mio apparire al mondo Ella sprofondò nell'estasi, nel fulgore del Centro di Fuoco da cui emerse portando sulle braccia il Fiore dell'Amore. 27.11.43
- Maria amava nel suo Figlio Dio, a lei venuto con la Volontà, con il suo Amore, con la Sua Ubbidienza, a farsi Carne della sua Carne. 27.11.43
- Maria era la Tutta Santa e portava il Santo dei santi. Possedeva perciò la perfezione della santità umana già talmente indiata, da essere quasi uguale a quella del suo Dio. Possedeva la Perfezione divina che si era vestita di carni chiedendole di nutrirla del suo sangue vergine, di formarla, di esserle rifugio per i nove mesi della sua formazione d’uomo. 28.11.43
- Maria converte ora i cuori più duri e salva i peccatori più ostinati. Il ciclo del suo potere è iniziato dal giorno in cui – Stella che risale i Cieli – Ella assurse a riposarsi nuovamente sul mio Cuore e a fare più bello per Me il Paradiso, a farlo completo, perché ora vi è Lei, la Mamma che ho amato infinitamente e alla quale devo tutto, come uomo, in compenso di tutto quanto da Lei ho avuto.
La santificazione delle genti attraverso Maria si iniziò dal momento in cui lo Spirito la fece Madre e il Figlio di Dio prese carne nel suo beatissimo seno. 28.11.43
-
Dio si nutriva di Maria. Dio-Uomo è fatto di Maria, e della mia soavissima Madre lo ho preso le caratteristiche fisiche e morali di dolcezza, di mitezza, di pazienza. Il Padre mi ha lasciato la perfezione, ma lo ho voluto assumere, della Benedetta che è stata il mio casto nido, la veste fisica e la più preziosa veste morale del carattere. 28.11.43
- La santificazione delle genti attraverso Maria si iniziò al momento in cui lo spirito la fece Madre ed il Figlio di Dio prese carne nel suo beatissimo seno. 28.11.43
- Il ciclo del suo potere s'è iniziato dal giorno in cui - Stella che risale ai Cieli - Ella assurse a riposarsi nuovamente sul mio Cuore ed a fare più bello per Me il paradiso, a farlo completo perchè ora vi è Lei, la Mamma che ho amato infinitamente e alla quale tutto devo, come uomo, in compenso di quanto da Lei ho avuto. 28.11.43
- Alla Vergine che mai pensava conoscere la maternità fu dato il Figlio. Il pane dell’ubbidienza fu spezzato da Maria prima che fosse spezzato da Gesù, il quale, come il Padre, non forza i suoi ad ubbidirlo, ma chiede da essi adesione d’amore per darsi ad essi. Maria dette dunque alla luce il Messia, il Padrone del mondo, il quale starà nella sua terra (Palestina) sinché la terra colpevole non lo rigetterà fuor dal suo seno, facendo tinta alle sue vesti non col sangue dell’uva ma col suo sangue divino. 30.11.43
- Le virtù aumentavano in me di potenza come flusso di marea montante e quanto più cresceva la mia Creatura, tanto più la sua Perfezione infinita compenetrava la sua Mamma, come se dalle sue carni sante, la potenza che avrebbe poi sprigionato intera nei tre anni del suo ministero, fluisse con raggi di etere spirituale a rinnovarmi tutta. 1.12.43
-
Io sapevo perchè possedevo la Sapienza ed essa diveniva carne in Me e le sue parole correvano come sangue per il mio essere e affluivano al cuore dove io le custodivo. Non ebbe segreti la futura vita del mio Figlio per la sua Mamma che lo portava. E se ciò era tortura, poichè ero Donna, era anche beatitudine pari a quella della mia Creatura, poichè fare la volontà di Dio e redimere per ricongiungere a Dio i divisi e ottenere l'annullamento della colpa e l'aumento della gloria del Padre, è quello che fa la felicità dei veri figli di Dio. 1.12.43
- "Piena di grazia”. Ma la pienezza fu in Me quando fui una col Figlio mio. Allora era la mia anima che, una con Dio, di Lui aveva l’abbondanza delle virtù.(...)
Se prima amavo, dopo superai l’amore della creatura, perché amai col cuore della Madre di Dio. Arsi.(...) Vidi le creature non più con pensiero di donna, ma con mente di Sposa dell’Altissimo e di Madre del Redentore. Erano mie quelle creature. 1.12.43 -
Sono la Vergine dell'Attesa. Dai più teneri anni ho atteso l'Aspettato delle genti. Sono la Corredentrice che attende l'ora di morire ai piedi della Croce per darvi la Vita. Sono la Madre che attende il vostro vero amore, non il culto superficiale che si limita a molte parole. (...) Io sono la Silenziosa. Eva nuova, v'insegno il silenzio. Dal parlare entrò in Eva la seduzione: Dal mio tacere entrò nel mondo la Redenzione. Imparate da Me la virtù del silenzio, perchè nel silenzio esteriore parla il cuore a Dio e Dio al cuore. 2.12.43
-
Lascio al mio Gesù la cura di farmi amare. Dove è Lui è anche lo Spirito di Dio. E dove è lo Spirito è Scienza e Luce. E' quindi inevitabile che diveniate istruiti anche nell'amore per Me. Quando poi giungete ad amarmi, in verità, allora io vengo. E la mia venuta è sempre gioia e salvezza. 2.12.43
- Il tempo luminoso del mio formarmi in Lei era trascorso e il fulgore del gaudio che nella notte aveva riempito il cuore di Maria, la grotta, i Cieli, si attenuò all’alba nella quale cominciò a sorgere il sole, tinto di sangue, composto di dolore infinito. L’aurora trovò Maria già immersa nel pensiero del tormento futuro. L’offerta era già stata fatta in mio nome e le due frasi più cristiane della Terra si erano annodate una con l’altra formando catena per strozzare il Male:
"Ecco l’Ancella del Signore”. – “Sia fatta, Signore, la Tua volontà”.
Sante, benedette labbra di mia Madre, che alla mia nullità d’infante prestaste il suono verginale delle parole perfette! Sul suo “sì” eroico, ripetuto quando la maternità lo rendeva doppiamente eroico, si curvò il Cielo venerando in Lei la Martire Redentrice.
Come una collana alla quale giorno per giorno si aumenta una perla, ebbero inizio i giorni dolorosi di Maria. Alla fine fu il Golgota. E’ per questo suo lungo dolore che Io vi dico: “Amatela”. Vi benedico quando mi amate. Ma per l’amore che date a mia Madre vi preparo più fulgida dimora in Cielo. 3.12.43 - "Il padre e la madre restavano meravigliati delle cose che si dicevano del Bambino". Meraviglia diversa dei due coniugi. Io, alla quale lo Spirito Sposo aveva rivelato ogni futuro, meravigliavo soprannaturalmente adorando la Volontà del Signore che si vestiva di Carne per voler redimere l'uomo e che si rivelava ai viventi dello spirito. Meravigliavo una volta di più che a essere Madre della Volontà Incarnata Iddio avesse scelto Me, sua umile ancella.
Giuseppe meravigliava anche umanamente poichè altro non sapeva fuor di quello che le scritture gli avevano detto e l'angelo rivelato. Io tacevo. I segreti dell’altissimo erano come deposti sull’arca chiusa nel Santo dei Santi e solo io, Sacerdotessa suprema, li conoscevo e la Gloria di Dio li velava agli occhi degli uomini col fulgore suo insostenibile. Erano abissi di fulgore e solo l’occhio verginale baciato dallo Spirito di Dio poteva affissarli. Ecco perché eravamo, tanto io che Giuseppe, meravigliati, diversamente ma ugualmente meravigliati. 5.12.43 - "Ma essi non compresero ciò che aveva loro detto". Io compresi. Sapevo prima ancora e, se il Padre permise la mia ambascia di Madre, non mi velò il significato eccelso delle parole del mio Figlio. Ma tacqui per non mortificare Giuseppe a cui non era concessa la pienezza della grazia. 5.12.43
- “Fate quello che Egli vi dirà”, dissi a Cana, poiché sapevo che Gesù nulla mi nega e che dietro le sue parole sostenute già era il primo miracolo suscitato da me e offerto a me dal Figlio mio, come una candida rosa nata per prima su un rosaio a primavera. 5.12.43
- Essere Madre di Gesù fu una grazia di cui non mi era lecito gloriarmi. (…)Tutto può il mio Signore e Figlio ed io non sono stata che uno strumento per rendere più comprensibile e persuasiva a voi la reale Incarnazione di Dio, purissimo spirito, nelle vesti di Gesù Cristo figlio di Maria di Nazareth; ma l’aver osservato la Parola di Dio e affinato i sensi dell’anima con una purezza totale sin dall’infanzia, questo era grandezza; e l’aver ascoltato la Parola che mi era Figlio per renderla mio pane e sempre più fondermi al mio Signore, questa era beatitudine. 7.12.43
- “Ecco mia Madre e i miei fratelli: chiunque fa la volontà del Padre mio”. Ripudio della sua mamma? No. Lode alla mamma sua che fu perfetta nel fare la volontà del Padre … Bene lo sapeva il mio Gesù quale volontà io eseguivo! Una volontà che avevo fatta mia e davanti alla quale non arretravo, per quanto ogni scoccare di minuto mi ripetesse, come colpo su un chiodo infisso nel cuore: “Ciò termina col Calvario”. Bene sapeva il mio Gesù che avevo meritato d’esser Madre di Dio per aver fatto questa Volontà e se non l’avessi fatta, Egli non mi avrebbe avuto per Madre. 7.12.43
-
"Donna ecco tuo figlio". E generati dal mio dolore ho dato i figli al Cielo da quel momento. Parto verginale come il mio primo, questo mistico parto di voi per Lui. Io vi do alla luce dei Cieli attraverso il mio Figlio e il mio dolore. 8.12.43
- Ho tenuto dal momento della mia Immacolata Concezione, il capo di Satana sotto il mio calcagno di senza colpa. Ma esso ha, non avendo potuto corrompere il mio corpo e la mia anima con il suo veleno, schizzato esso veleno come acido infernale sul mio Cuore materno e se esso è immacolato per grazia di Dio, è addolorato come più non potrebbe per opera di Satana, che lo ha trafitto a morte per opera dei figli dell’uomo, uccisori del Figlio mio, dall’ora del Getsemani alla fine del mondo. 8.12.43
- Al dono supremo del Concepimento senza macchia doveva da parte mia corrispondere quello d’essere Madre del Redentore, ossia Donna del Dolore. E lo strazio del Golgota è la corona apposta sulla gloria del mio Concepimento Immacolato. 8.12.43
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Ma la parola-regina di quel crudele pomeriggio d'aprile era sempre una:"Mamma!". Conforto del Figlio solo a chiamarmi, poichè sapeva quanto l'amavo e come lo spirito mio ascendesse sulla sua Croce per baciare il santo Torturato. Sempre più sovente ripetuta mano a mano che lo spasimo cresceva. Il grande grido di cui parlano gli evangelisti fu questa parola. 8.12.43
- Davanti ai Patriarchi e ai Santi, davanti agli Angeli e ai Martiri, Dio pose Me assunta alla gloria del Cielo e disse: "Ecco l'opera perfetta del Creatore, ecco ciò che Io creai a mia immagine e somiglianza, frutto d'un capolavoro divino e creativo, meraviglia dell'Universo che vede chiuso, in un solo essere, il divino nello spirito immortale come Dio e come Lui spirituale, intelligente, virtuoso e l'animale nella più perfetta carne alla quale ogni altro vivente nei tre regni del creato s'inchina. Ecco la testimonianza del mio amore per l'uomo, per il quale creai l'organismo perfetto e la beata sorte di un'eterna vita nel mio Regno.
Ecco la testimonianza del mio perdono per l'uomo, al quale, in forza d'un Trino Amore, ho concesso riabilitazione agli occhi miei. Questa è la mistica pietra di paragone, questa è l'anello di congiunzione fra l'uomo e Dio, questa è Quella che riporta i tempi ai giorni primi e dà al mio occhio divino la gioia di contemplare Eva che io creai quale la creai e or fatta più bella poichè è la Madre del mio Figlio e la Martire del perdono. Per il suo Cuore, che non conobbe macchia, Io apro i tesori del Cielo e per il suo Capo, che non conobbe superbia, del mio Fulgore faccio corona e l'incorono, poichè m'è Santa, perchè sia vostra Regina. 18.12.43 - Quando lo Spirito del Signore scese a investire della sua Potenza i dodici riuniti nel Cenacolo, si effuse anche su me, ma se per tutti fu una conoscenza che li rese cogniti della Terza Persona e dei suoi divini doni, per me non fu che un più vivo ritrovamento. Per tutti fu fiamma, per me fu bacio. 18.12.43
- Dio mi volle in Cielo in anima e corpo. Io sono la testimonianza certa di ciò che Dio aveva pensato e voluto per l'uomo: una vita innocente ignara di colpe, un placido passaggio da questa vita alla Vita completa, in cui l'essere completo sarebbe passato dal sole del terrestre paradiso al Sole del paradiso celeste, aumentando la perfezione del suo io, nella carne, nello spirito, della Luce piena che è nei Cieli. 18.12.43
- Come mi fu estasi la nascita del Figlio, e dal rapimento di Dio tornai presente alla Terra con il mio Bambino fra le braccia, così la mia morte fu un rapimento in Dio.
Fidando della promessa avuta, fra lo splendore divino del mattino di Pentecoste, io mi pensavo che l'avvicinarsi del momento del ritorno ultimo dell'Amore per rapirmi a Sè, dovesse segnalarsi con un aumento di fuoco. Nè feci errore. 18.12.43 - L'avvicinarsi dell'Amore eterno ebbe il segno che pensavo. Tutto perse luce e colore, voce e presenza, sotto il Fulgore e alla Voce che dai Cieli aperti si abbassava su di me per cogliere l'anima mia. 18.12.43
- Il mio dolce Gesù era presente col Padre quando l'Amore mi dette il terzo bacio della vita, quel bacio così talmente divino che in esso l'anima spirò, raccolta come goccia di rugiada bevuta dal sole dal centro di un giglio, ed io ascesi col mio spirito osannante in mezzo ai miei Tre, che adoravo ed adoro. 18.12.43
- Maria era più bassa di tutto il capo del Figlio suo, di modo che la testa della Vergine era all’altezza della spalla del Figlio che è molto alto. Lei è molto più esile mentre Lui ha spalle ampie e tutto un corpo robusto senza essere grasso. Tinta del volto di un bianco avorio. Solo le labbra accentuate nel loro colore che spicca su quel colore senza colore della pelle e gli occhi azzurri: chiari nella Vergine, più scuri nel Figlio e più grandi. Occhi da dominatore, ma tanto dolci! Capelli più chiari nella Madre, più accesi nel Figlio, ma sempre d'un biondo tendente al color rame e ugualmente fini, morbidi e mossi in onde che in Gesù finiscono in ricciolo, in Maria non so, perché il velo mi permette solo di vedere quelli della fronte fino alle orecchie. Non so se li ha sciolti, intrecciati o appuntati sulla nuca.
Il volto è in tutti e due d'un ovale allungato, sottile senza essere ossuto. Più delicato in Maria e più piccolo, perché proporzionato al suo corpo. Ma fronte, naso, bocca, forma delle guance, taglio dell’occhio dalla palpebra liscia e piuttosto abbassata sull’occhio, è uguale. Soltanto, ripeto, quelli di Gesù sono più grandi e il loro sguardo è da dominatore.
Le mani, candidissime e minute in Maria, sono più virili nel Figlio e più scure di pelle, ma la forma è fortemente affusolata rispetto alla larghezza in tutti e due. 29.12.43 - Venuta la sua ultima sera, come un giglio stanco che alla notte si curva sotto le stelle e chiude il suo occhio di candore, Maria si raccolse sul suo giaciglio e chiuse gli occhi al mondo per raccogliersi in un’ultima contemplazione terrena del suo Dio. (...) Maria non è morta. Ella è stata ricongiunta col suo corpo allo spirito che l’aveva preceduta. 5.1.44
- Il vivere di Maria era sempre stato vivere nel Signore. Le vicende e le occupazioni della vita non erano di ostacolo alla sua unione con Dio. Vivere, per Lei, era stato orare, orare era stato contemplare. Le sue ore di preghiera erano abissi di adorazione, di carità, perle di inestimabile bellezza nel gran tesoro dei suoi giorni. Ciò che per gli altri è consunzione nell’ardore, per Lei era aumento di vita, e riposare per Lei era non dormire, ma raccogliersi in Dio, nel silenzio delle notti, e amarlo, amarlo con lo spirito rapito mentre la carne abbandonata dall’anima giaceva in attesa del ritorno dello spirito letificato e rinvigorito dall’abbraccio col suo Dio. 5.1.44
- Non chiedo molto da voi, Sol che mi amiate come una Madre, sol che mi chiamate. Il mio nome sarà già miele alle vostre labbra attossicate. E sarà salvezza perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama Me non può non amare la Verità che è il Figlio delle mie carni. Io non rimprovero, io non condanno. Io amo. Unicamente amo. 10.1.44
- (Dice Maria): Io sono la Madre. La Madre che l’Amore ha fatta madre del bell’amore. Io sono quella in cui riposa, come in un’arca, la manna della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al mio potere di effonditrice di questo divino tesoro. Io sono la Madre della Verità che in Me si fece Carne. Io sono la portatrice della Speranza dell’uomo. Attraverso Me la speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della Sapienza che mi fece sua e Madre del Figlio di Dio. 10.1.44
- Mia Madre e il suo dolore. Ci voleva quel dolore. Ma per Me è stato lo strazio più crudele. Solo il Padre sa cosa ha sofferto il suo Verbo nello spirito, nel morale, nel fisico! Anche la presenza della Madre, se è stata la cosa più desiderata dal mio Cuore che aveva bisogno di avere quel conforto nella solitudine infinita che lo circondava, infinita, solitudine veniente da Dio e dagli uomini, è stata tortura. 20.2.44
- Ella è ben la Sposa di Dio. Ella è Colei che ha concepito per coniugio con Dio. Ella lo sa che contatto umano non ha generato la sua Creatura, ma solo Fuoco sceso dal Cielo a penetrare nel suo seno immacolato e deporvi il Germe divino, la Carne dell’Uomo-Dio, del Dio-Uomo, del Redentore del mondo.20.2.44
- Nell’ora del Sacrificio Maria si è fatta uccidere attraverso la sua Creatura. E non ha
imprecato e non ha odiato. Ha pregato, ha amato, ha ubbidito. Madre sempre. (...)
Ella ha saputo essere nel contempo Figlia del Padre dei Cieli e ubbidire alla sua tremenda volontà di quell’ora. Non ha imprecato, non si è ribellata. Né a Dio né agli uomini. Ha perdonato a questi. Ha detto “Fiat” a quello. 20.2.44 - Coloro che negano che Maria abbia potuto soffrire perché santa, sappiano che Ella ha sofferto di tutto, come nessun'altra sua sorella di sesso, di tutto fuorché dei dolori del parto, non essendo in Lei la colpa e la maledizione di Eva, e quelli dell’agonia fisica per la stessa ragione. Dette alla luce il Figlio delle sue viscere immacolate e dette a Dio il suo spirito senza macchia, com'era decretato dal Creatore li dessero tutti i figli di Adamo se la colpa non li avesse innestati al Dolore. 7.3.44
- Allegrezze di Maria.
Nella prima, non fui contenta per la gloria e la gioia mia, ma perché era venuto il tempo della redenzione dell’uomo e del perdono di Dio all’uomo.
La seconda mi fece felice non per la lode a me data dalla cugina, ma per aver dato inizio alla redenzione santificando il Battista col portargli il mio Gesù, Redentore vostro.
La beatitudine della terza non fu unicamente per essere divenuta, senza dolore o macchia alla mia verginità, madre e nemmeno per la grazia di poter baciare Iddio, mio Figlio, ma perché la terra aveva ormai il Salvatore.
Ciò che mi fece lieta per la quarta volta, fu che nei tre Magi, io vidi tutti coloro che da ogni parte del mondo e in ogni epoca della terra, da quel momento, sarebbero venuti verso la Luce, verso il mio Signore e l’avrebbero proclamato Re e loro Salvatore e Dio.
L’allegrezza del quinto fatto viene non unicamente per il mio amore di Madre che cessa di soffrire perché il Figlio smarrito è ritrovato, sarebbe stato egoismo. Ma era inesprimibile gioia udendo echeggiare per la prima volta la “Buona Novella” e comprendendo che essa, con anticipo di qualche anno, cadeva in qualche cuore e vi germogliava in pianta eterna.
La sesta allegrezza fu ancora più grande amore per voi, creature redente. Il Risorto mi diceva che i Cieli erano aperti e già abitati dai santi del Signore che da secoli attendevano quell’ora e che in essi Cieli erano pronti i seggi dei dieci e diecimila salvati. Per Me, Madre vostra, sapere pronta la vostra dimora mi era letizia di profondità incalcolabile.
Infine, la settima allegrezza non fu per la mia gloria ma perché fatta dalla bontà di Dio Regina dei Cieli, potevo da Regina occuparmi di voi, miei amati, ed eletta com’ero a sedere alla destra di Dio, potevo direttamente e con supplica potente, parlare, pregare, ottenere per voi. Nessuna allegrezza fu per Me sola. L’egoismo anche più giusto e santo, distrugge l’amore. Ogni allegrezza venne a Me per amore perfetto e fu spinta ad un ancor più perfetto amore. 13.5.44 - I dolori furono spine confitte nel cuore dal primo momento e mai più strappate. Nel mio Cuore sono tutte le spine delle colpe umane che mi privano dei miei figli e che fanno offesa al mio Gesù. 20.5.44
- Il primo dolore non fu unicamente per il mio amore di Madre di Dio. Sapevo la mia sorte. Lo sapevo perchè non ignoravo il destino del Redentore. Le profezie parlavano del suo grande soffrire. Lo spirito di Dio congiunto a Me m'illuminava anche più che le profezie non dicessero. Perciò dal momento in cui avevo detto "Ecco l'ancella del Signore", avevo abbracciato il Dolore insieme all'Amore. (...) Ma quanto dolore, sentire e già vedere che gli uomini avrebbero preso il Bene fattosi Carne, per farne a sè un Male. Nelle derisioni fatte a Simeone, io vidi le immense derisioni, le sacrileghe negazioni d'un numero incalcolabile di uomini. Gesù era venuto per portare la pace e gli uomini in suo nome o contro il suo nome, avrebbero avuto per Lui e fra loro la guerra. Tutti gli scismi, tutte le eresie, tutti gli ateismi, ecco, mi erano là davanti……e come un tappeto di spade mi attendevano per lacerarmi il cuore. 20.5.44
- Il secondo dolore, non fu unicamente per i disagi della fuga. Esso era intriso dell’amarezza di vedere che la povera potenza umana in luogo di fare di sé scudo alla Potenza vera e divenire “grande” facendosi “serva di Dio”, per concupiscenza di potere si faceva assassina degli innocenti e deicida. La via da Betlem all’Egitto fu segnata dal mio pianto. 20.5.44
- Il terzo dolore. Io cercavo Gesù smarrito non per mia colpa né per quella dello sposo mio. Il mio Bambino aveva voluto fare ciò per dare il primo appello ai cuori e dir loro: “L’ora di Dio è giunta”. 20.5.44
- Il quarto dolore. Ero Madre e vedere la mia Creatura sotto la Croce era naturale dolore. Ma più grande, soprannaturale dolore, era vedere l’odio, molto più torturante del legno, opprimere il Figlio mio. (....)
Avessi potuto levare al mio Gesù la croce e metterla sulle mie spalle di Madre, avrei sofferto meno che non vedere con gli occhi dello spirito tutti i futuri crocefissori del loro Salvatore. 20.5.44 - La quinta spada fu per la conoscenza che quel Sangue colante come tanti rivoli di salute dalle membra lacerate, sarebbe sempre stato bestemmiato. Eppure parlava quel Sangue, e parla.
Grida con voce d’amore e chiama. E gli uomini non l’hanno voluto e non lo vogliono intendere.
Nel momento che Egli dava la sua Via e il suo Sangue per guarirli dalla vera, unica, incancellabile malattia: “la colpa” essi lo sfuggivano più di un lebbroso. 20.5.44 - Quando ricevetti la spoglia esanime del mio Dio e Figlio e potei una per una numerare le sue ferite, sentii lacerarsi il seno mio. Il dolore del generare io non lo conobbi. Ma questo l’ho conosciuto e non c’è doglia di genitrice che possa stare a pari di questa. Tutto il dolore di credente, tutto il dolore di madre si sono fusi in un unico dolore. 20.5.44
- Prese anima il mio Signore e la vestì d'una carne che si nutriva e formava col sangue della Vergine.(...) Prese carne poiché l’Amore aveva fecondato l’Amorosa di Dio, onde si può dire che Gesù Cristo sia il frutto dell’Amore perfetto sposatosi al più perfetto amore, che Gesù Cristo sia il Fuoco fuso con la neve per fare la Materia più preziosa, sacra e pura, che la Creazione abbia espresso e visto fiorire. 1.7.44
- Dei tanti che mi avevano amata, uno solo era con me alla mia morte. Ma quella pausa fra la vita della terra e quella del Cielo, che fu la mia Dormizione, non fu solitaria. Gli angeli vegliarono il mio sonno come tante madri vegliano una cuna. E quando nacqui al Cielo, come madri mi presero per portare la mia debolezza sino all’aura che abolì l’umanità e le sue leggi di peso e mi fece simile nel corpo al mio amato Figlio glorioso. 8.7.44
- (Maria è) l’Inviolata giubilante in Cielo, l’Arca chiusa in cui nulla e nessuno potè metter mano perché là dove è entrato Dio non è lecito entri uomo.(...) Per Lei la fine della vita fu Vita gloriosa e immediata, perché chi aveva portato il Vivente non poteva conoscere morte, e chi non fu profanata da umanità, non poteva conoscere profanazione di sepolcro. 2.8.44
- Nessuno, per grande che sia, può venire al mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre Vergine, la Madre divina.
Io l’ho accumunata alla mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è perché da Lui creata. Ma la sua maternità e il suo dolore di corredentrice la fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga fede, speranza, carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne. Oh Madre mia! Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l’Eucarestia attende di essere data a chi crede.Tutte le grazie passano attraverso il tuo corpo inviolato, attraverso il tuo cuore Immacolato. E misteri e verità e sacramenti e doni, vengono conosciuti con ‘vera’ sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a te, davanti a te. Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può essere contemplata dall’uomo e l’umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all’uomo e dai l’uomo a Dio, istruendolo col tuo sorriso e col tuo amore. 2.8.44 - O Madre mia! Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l’Eucaristia attende di essere data a chi crede. Tutte le grazie passano attraverso il tuo corpo inviolato, attraverso il tuo cuore Immacolato. E misteri e verità, e sacramenti e doni sono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a te, davanti a te. Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può essere contemplata dall’uomo e l’umanità essere presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all’uomo e dai l’uomo a Dio, istruendolo col tuo sorriso e col tuo amore. 2.8.44
Venite sempre a Me passando per Maria. É il segreto dei santi. É la Porta chiusa, che non si aprì né si aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figliolo di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge, tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l’Amore tenendovi fra le braccia di Madre. 2.8.44- Vieni sempre a Me passando per Maria. É il segreto dei santi. É la Porta chiusa, che non s’aprì né s’aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco d'amore di un figliolo di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge, tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l’Amore tenendovi fra le braccia di Madre. 2.8.44
- L’amore soprannaturale, perfetto in mia Madre, ha compiuto il prodigio di giungere al Cielo, aprirne le porte, trarne il Tesoro, mettere fra i silenzi del mondo colpevole e le sue ignoranze la Parola che è Scienza, distribuire la Vita col Sangue che come fiume ha avuto sorgente nella roccia di diamante purissimo del suo seno verginale, ha saputo darvi la Grazia, il dono dei doni, o miseri uomini che eravate simili ad animali per la colpa, offrendo, nel silenzio e nell’amore, il suo Gesù dal momento in cui prese Carne al momento che portò la sua Carne al Cielo….Oh! separazione! Martirio della Madre mia! Martirio d’attesa, in attesa di ascendere al suo trono! 6.8.44
- "Sia fatto di me secondo la tua parola” Ella ha detto davanti all’Angelo, nella grotta di Betlemme, nel Tempio, a Nazaret, sul Golgota e sull’Oliveto; ogni volta che il Padre le chiese un sacrificio, e sempre più alto, della sua volontà e del suo amore. Non tanto per essere la Madre di Dio, quanto per aver saputo la Carità – e la pronta ubbidienza al volere eterno è l’acqua regia che prova l’oro della carità – Ella è stata ed è sublime. I doni vengono da Dio. L’amore è merito vostro. Dunque agli occhi di Dio il vostro merito è nell’amore che avete. 6.8.44
- L’impronta di Dio era stampata in Maria così netta che solo nel primogenito del Padre le era superiore. Maria può essere chiamata la “Secondogenita del Padre” perché, per perfezione data e saputa conservare, e per dignità di Sposa e Madre di Dio e Regina del Cielo, viene seconda dopo il Figlio del Padre e seconda nel suo eterno pensiero che ab aeterno in Lei si compiacque. Il Figlio essendo anche per Lei il “Figlio” e insegnandole, per mistero di grazia, le sue verità e sapienze quando ancor non era che un germe che le cresceva in seno. 16.8.44
- La purezza di Maria è tanto alta che Io, suo Figlio e Dio, la tratto con venerazione. La sua perfezione è tale che l’intero Paradiso s’inchina al suo trono sul quale scende l’eterno sorriso e l’eterno splendore della nostra Trinità. Ma questo splendore è soffuso dai veli candidissimi della sua carne immacolata, per cui Ella raggia come una stella, raccogliendo tutta la luce di Dio e diffondendola come una luminosità soave su tutte le creature. 16.8.44
- Dio, per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l’era della redenzione, non scelse a suo trono un astro del cielo, non la reggia di un potente. Non volle neppure le ali degli angeli per base al suo piede. Volle un seno senza macchia. 16.8.44
- Il Figlio essendo anche per Lei il “Figlio” e insegnandole, per mistero di grazia, le sue verità e sapienze quando ancor non era che un germe che le cresceva in seno. 16.8.44
Dio, per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l’era della redenzione, non scelse a suo trono un astro del cielo, non la reggia di un potente. Non volle neppure le ali degli angeli per base al suo piede. Volle un seno senza macchia. 16.8.44
Eva era stata creata senza macchia, ma spontaneamente volle corrompersi. Maria, vissuta in un mondo corrotto - Eva era invece in un mondo puro – non volle ledere il suo candore neppure con un pensiero volto al peccato. Conobbe che il peccato esiste. Ne vide i volti diversi e orribili. Tutti li vide, ma li conobbe per espiarli e per essere in eterno, Colei che ha pietà dei peccatori e prega per la loro redenzione. 16.8.44- Eva era stata creata senza macchia, ma spontaneamente volle corrompersi. Maria, vissuta in un mondo corrotto - Eva era invece in un mondo puro – non volle ledere il suo candore neppure con un pensiero volto al peccato. Conobbe che il peccato esiste. Ne vide i volti diversi e orribili. Tutti li vide. Ma li conobbe per espiarli e per essere in eterno, Colei che ha pietà dei peccatori e prega per la loro redenzione. 16.8.44
- Maria, mia Madre, fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere Dio in se stessi con la sua Divinità e con la sua Umanità. Maria ebbe Dio nel suo spirito con la sua Divinità da quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la sua Umanità quando da figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla sua Dormizione, perché l’Eucaristia fu il suo Cibo e il suo seno e il suo spirito furono il ciborio dell’Eucaristia. 18.4.46
- Essendo Maria SS. abbracciata - potrei dire:contenuta – nella SS. Trinità, nella quale Ella fu da prima che il tempo fosse e della quale fu Tabernacolo contenendo nel suo seno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo col contenere il Frutto benedetto del suo seno verginale, Gesù nel quale era unità del Verbo col Padre e lo spirito Santo, essendo Ella, così, l’amore dell’Uno e trino Iddio, la Rivelazione è il tesoro e Lei ne è Regina amata e soave, dispensiera della Sapienza, datrice della Parola. La Sposa e la Madre della Sapienza e della Parola, la verginale Sorgente che un Dio feconda e che dà i fiumi dell’Acqua viva che è Vita eterna a chi di Essa beve. 9.11.47
- "Fiat”, si . Perché Ella non ignorava le pagine profetiche sul Cristo e perciò il dolore del Cristo Redentore. 8.9.48 – 48.27
- Contempla ancora le beatitudini, le prime, il preludio delle beatitudini del Monte che sono nel Magnificat, per chi lo sa leggere. Guarda: Io te le illumino.
La beatitudine della povertà di spirito: Maria non ha avuto gola e non ha avarizia. Non ha desiderato la sua gloria e appena la possiede ne fa parte, sempre parte da allora, a tutta l’umanità. Porta la grazia a Giovanni, la carità alla cugina, il miracolo a Zaccaria. Poi porterà la Grazia nel mondo, la darà agli uomini, sacrificherà il suo amore di Madre e il suo Cuore, tutto nella vera povertà di spirito. E per questo sarà Regina del Regno dei Cieli. Maria mansuetamente s'è offerta, strumento della più grande e dolorosa volontà di Dio: la Redenzione ed è diventata la Madre che tutte le generazioni della Terra chiameranno beata.
Ha ereditato la Terra dopo il Cielo (….)
Maria fu famelica e sitibonda di giustizia (….)
Maria si fa serva per misericordia dell’Umanità, e la Misericordia s'incarna il Lei e da Lei nasce.
Maria ha temuto Dio e perciò fu angelicamente pura (….)
Maria la Pacifica, generò la Pace (….)
Maria è l’umile e perciò è esaltata sopra ogni creatura.
E’ la perseguitata per fedele amore alla causa della giustizia (….)
L’umile donna di Nazaret oltraggiata, calunniata, schernita e sprezzata sin da quelli del suo sangue (….) 8.9.48 - 48.26 - Solo la madre mia seppe tutto di Me, dice Gesù, sia del mio tempo di Figlio di Nazareth, che di Maestro e Redentore, che di Risorto glorioso. Perchè, e per mia parola e per disposizione divina, Maria tutto sapeva e partecipava di Me: fatiche, dolori, gioie e trionfi. Maria sola. Gli evangelisti e apostoli seppero in parte di questa o di quella parte della mia vita. E molto, quasi tutto ignorarono, di mia Madre. 15.8.49.
- Santificatevi per vedere Maria. Anche se nel Paradiso non aveste, per supposto, a vedere che Lei, sareste già beati. Perchè Paradiso vuol dire luogo dove si gode della vista di Dio, e chi vede Maria già vede Iddio. Essa è lo specchio senza macchia della Divinità. 15.10.49
- Quest’opera d’infinito amore ha avuto principio con il Concepimento immacolato di Maria, con la pienezza della Grazia a Lei concessa, con la continua comunione di Maria col suo Signore che, dopo averla creata, da Padre, con una perfezione unica tra tutti i corpi di nati da uomo e donna, come sua Figlia amatissima, la colmò poi della sua Luce: il Verbo che le si era rivelato nelle divine e intime lezioni per cui Ella fu Sede della Sapienza sin dai più teneri anni, mentre lo Spirito Santo, eterno Amatore dei Puri, riversava in Lei i fuochi della sua carità perfettissima e facendo di Lei un altare e un’arca più santa e diletta Gloria. 562.50 Ap
- Maria pura Stella del Mare sarà la precorritrice del Cristo nella sua ultima venuta. Maria troppo lasciata in ombra dagli Evangelisti e dagli Apostoli e Discepoli tutti, mentre una più vasta conoscenza di Lei avrebbe ammaestrato tanti, impedendo tante cadute. Perché Ella è Corredentrice e Maestra di vita pura, umile, fedele, prudente, pietosa, pia, nella casa e tra le genti del suo tempo. Maestra sempre nei secoli, degna d’esser tanto più conosciuta più il mondo scende verso il fango e la tenebra, per esser tanto più imitata onde riportare il mondo verso ciò che non è tenebra e fango. pag.579-50 Ap.
- Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta, ma sempre potente, della redenzione dell’uomo, lo sarà ancora. Perché Ella è la santa Avversaria del perfido Avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l’infernale dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le eresie che corrompono anime e intelletti. pag. 580-50 Ap.
- All’inizio del tempo nuovo, del tempo di Grazia, la nube di fuoco del Signore, fuoco che investe e preserva da ogni assalto dell’eterno Avversario, più che mai in azione perché avvertiva essere prossima la sua sconfitta, coprì un ben più santo Tabernacolo, in attesa di coprirlo in maniera più grande a celare il più grande mistero delle nozze feconde tra Dio e la Vergine, il cui frutto fu l’Incarnazione del Verbo. E sempre la gloria del Signore coperse la Vergine Inviolata, la Madre Deipara, sia che fosse ferma o si muovesse per ordine divino. pag. 618. 50 Ap.
- L’Annunziata senza la quale e senza l’assoluta ubbidienza della quale, non si sarebbe compiuta la Redenzione. Luca (evangelista) ci mostra la Vergine, necessario strumento perché si avesse Gesù Cristo, il Dio-Uomo. Ci mostra l’Umilissima piena di Grazia, l’Ubbidientissima nel suo: “Si faccia di me secondo la Parola”, la Caritatevolissima accorrente con santa fretta dalla cugina Elisabetta per esserle di conforto e aiuto e, sebbene ciò non lo pensasse, di santificazione a colui che doveva preparare le vie al Signore Gesù, suo Figlio; la Purissima e Inviolata fisicamente, moralmente, spiritualmente sempre, dal concepimento all’estatico trapasso dalla Terra al Cielo. pag.618.50 Ap.
- Ez. 44 – Porta chiusa, posta esteriore del Santuario, porta che guardava ad oriente, era veramente Maria. Chiusa, perché mai nulla di terreno entrò in Lei in cui era pienezza di Grazia. Porta esteriore perché tra il Cielo, la dimora di Dio Uno e Trino e il mondo, era Lei, così prossima a Dio da essere simile alla porta che, dal Santo dei santi, s’apriva sul Santo. Maria fu ed è porta agli uomini, perché attraverso il Santo penetrino nel Santo dei Santi e vi facciano eterna dimora con Colui che vi abita. Porta che guardava ad oriente, ossia a Dio solo, chiamato Oriente dagli ispirati del Tempo antico. Infatti, Maria, teneva fissi in Dio gli occhi del suo spirito.
Porta chiusa per cui nessuno, fuorché il Signore, sarebbe entrato per amarla da Padre, da Figlio, da Sposo, per renderla feconda senza lesione, per nutrirsi di Lei onde prender Corpo, nutrirsi davanti al Padre suo divino, compiendo la sua prima ubbidienza di Figlio dell’Uomo che, nell’oscurità di un seno di donna, chiude e limita la sua Immensità e Libertà di Dio, assoggettandosi a tutte le fasi che regolano una gestazione, come poi, sempre nutrendosi di Lei, seguirà tutte le fasi del crescere per divenire, da Infante, Fanciullo.
Porta chiusa che neppure per la più santa delle maternità si aprì, perché, per modo noto a Dio solo, così come Dio, passando per il vestibolo ardente di carità di Maria, entrò in Lei, altrettanto venne alla luce, Egli Luce e Amore Infiniti, mentre l’estasi ardeva Maria e faceva di Lei un rutilante altare su cui l’Ostia fu posata e offerta perché fosse salute agli uomini. pag. 619.50 Ap.
- La Madre, ossia Colei che da sola, formò il Figlio trasmettendogli, in un con il sangue che doveva rivestirlo di carne, la somiglianza, anzi più ancora, con Lei. Egli Uomo e quindi più virile nei tratti e nelle maniere, Lei Donna e quindi più dolce nelle sembianze e nei modi. Ma nel Fanciullo e nell’Uomo (…) è palese la fortezza comunicategli da Colei che seppe soffrire fortemente sempre e per tanti motivi: per la morte dei genitori, per la povertà, per il sospetto di Giuseppe, per il viaggio a Betlemme, la profezia di Simeone, la fuga ed esilio in Egitto, lo smarrimento di Gesù, la morte dello sposo, l’abbandono del Figlio che intraprende la sua missione, l’astio del mondo ebraico per Lui,il martirio del Figlio sul Golgota.
Nella dolcezza del Figlio è palese la dolcezza ereditata dalla Madre e così è per l’umiltà, l’ubbidienza, la purezza. Tutte le eccelse virtù della Madre sono anche nel Figlio. Gesù ci rivela, è vero, il Padre, ma anche la Madre ci rivela. E ben può dirsi che chi vuol conoscere Maria, troppo poco rivelata dagli Evangelisti e negli Atti degli Apostoli, deve guardare il Figlio suo che da Lei e da Lei sola, ha preso tutto, meno che la sua Natura divina di Primogenito del Padre e suo Unigenito. pag.620.50 Ap. - Il Verbo, la Sapienza del Padre, fece Maestra in Sapienza la sua futura Madre, e la Madre al suo Figlio trasfuse, in un con il sangue, il latte e le materne cure, i pensieri eletti che sempre avevano avuto sede nel suo intelletto senza lesione e i sentimenti elettissimi che soli vivevano nel suo Cuore senza macchia. pag.621.50 Ap.
Da "L'Evangelo come mi è stato rivelato
- La purezza ha un valore tale, che un seno di creatura potè contenere l'incontenibile. perchè possedeva la purezza assoluta che potesse avere una creatura di Dio.(...). L’impronta di Dio era stampata in Maria così netta che solo nel primogenito del Padre le era superiore. Maria può essere chiamata la “Secondogenita del Padre” perché, per perfezione data e saputa conservare, e per dignità di Sposa e Madre di Dio e Regina del Cielo, viene seconda dopo il Figlio del Padre e seconda nel suo eterno pensiero che ab eterno in Lei si compiacque. 1.2
- Dio, per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l’era della Redenzione, non scelse a suo trono un astro del cielo, non la reggia di un potente, non volle neppure le ali degli angeli per base al suo piede; volle un seno senza macchia. Anche Eva era stata creata senza macchia, ma spontaneamente volle corrompersi. Maria, vissuta in un mondo corrotto – Eva invece in mondo puro – non volle ledere il suo candore neppure con un pensiero volto al peccato. Conobbe che il peccato esiste, ne vide i volti diversi e orribili. Tutti li vide. Anche il più orrendo: il deicidio, ma li conobbe per espiarli e per essere in eterno Colei che ha pietà dei peccatori e prega per la loro redenzione. 1.3
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L’anima creata per essere anima della Madre di Dio! Quando, da un più vivo palpito del Trino Amore, scaturì questa scintilla vitale, ne giubilarono gli angeli, chè luce più viva mai aveva visto il Paradiso. Come petalo d’empirea rosa, un petalo immateriale e prezioso che era gemma e fiamma, che era alito di Dio che scendeva ad animare una carne ben diversamente che per le altre, che scendeva tanto potente nel suo fuoco che la Colpa non poté contaminarla, essa valicò gli spazi e si chiuse in un seno santo. 4.6
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Maria amò da quando fu concepita”. (...) Maria la Senza Macchia, non fu mai priva del ricordo di Dio, della sua vicinanza, del suo amore, della sua luce, della sua sapienza. 4.6
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Aver Maria che lo amasse. Oh! Ben meritava creare l’uomo, e lasciarlo vivere, e decretare di perdonarlo, per avere la Vergine Bella, la Vergine Santa, la Vergine Immacolata, la Vergine Innamorata, la Figlia Diletta, la Madre Purissima, la Sposa Amorosa!
Tanto e più ancora vi ha dato e vi avrebbe dato Iddio pur di possedere la Creatura delle sue delizie, il Sole del suo sole, il Fiore del suo giardino.
E tanto vi continua a dare per Lei, a richiesta di Lei, per la gioia di Lei perché la sua gioia si riversa nella gioia di Dio e l’aumenta a bagliori che empiono di sfavillii la luce, la grande luce del Paradiso, ed ogni sfavillio è una grazia all’universo, alla razza dell’uomo, ai beati stessi, che rispondono con un loro sfavillante grido di alleluia ad ogni generazione di miracolo divino, creato dal desiderio del Dio Trino di vedere lo sfavillante riso di gioia della Vergine. 5.9 -
Per essere Carne avevo bisogno di una Madre. Per essere Dio avevo bisogno che il Padre fosse Dio. Ecco allora Dio crearsi la Sposa e dirle: “Vieni meco, al mio fianco, vedi quanto Io faccio per il Figlio ‘nostro’. Guarda e giubila, eterna Vergine, Fanciulla eterna ed il tuo riso riempia questo empireo e dia agli angeli la nota iniziale, al Paradiso insegni l’armonia celeste.5.12
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Scorri, vola, giubila o mia Bella e il mondo universo che si crea di ora in ora, impari ad amarmi da te, Amorosa e si faccia più bello il tuo riso, Madre del mio Figlio, Regina del mio Paradiso, Amore del tuo Dio. 5.12
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All’uomo e alla donna depravati da Satana, Dio volle opporre l’Uomo nato da Donna sopra sublimata da Dio, al punto di generare senza aver conosciuto uomo: Fiore che genera Fiore senza bisogno di seme, ma per unico bacio del Sole sul calice inviolato del Giglio - Maria. 5.13
- (Satana) Ma ora sei vinto in una Donna e per la Donna. D'ora innanzi chi l'amerà tornerà a esser di Dio, superando le tentazioni per poter guardare alla sua immacolata purezza. 5.14
- In Lei tutte le grazie. E' la Vergine. E' l'Unica. E' la Perfetta. E' la Completa. Pensata tale da Dio. Generata tale. Rimasta tale. Incoronata tale. Eternamente tale. E' la Vergine. E' l'abisso di intangibilità, della grazia, che si perde nell'abisso da cui è scaturito: in Dio, Intangibilità, Purezza, Grazia perfettissime. 5.15
- Ma Maria era non solo la Pura, la nuova Eva ricreata per gioia di Dio. La super-Eva, il Capolavoro dell’Altissimo, la piena di Grazia, la Madre del Verbo già nella mente di Dio. 7.9
- Maria aveva meritato che la “Sapienza la prevenisse e le si mostrasse per prima”, perché “dal principio del suo giorno Ella aveva vegliato alla sua porta e, desiderando d’istruirsi, per amore, volle esser pura per conseguire l’amore perfetto e meritare d'averla a maestra”.
Nella sua umiltà non sapeva di possederla da prima d’esser nata e che l’unione con la Sapienza non era che un continuare i divini palpiti del Paradiso. Non poteva immaginare questo. E quando nel silenzio del cuore Dio le diceva parole sublimi, Ella umilmente pensava fossero pensieri di orgoglio, e levando a Dio un cuore innocente supplicava: “Pietà della tua serva, Signore!”
Oh! Veramente che la Vera Sapiente, l'Eterna Vergine, ha avuto un sol pensiero sin dall’alba del suo giorno: “Rivolgere a Dio il suo cuore sin dal mattino della vita e vegliare per il Signore, pregando davanti all’Altissimo” chiedendo perdono per la debolezza del suo cuore, come la sua umiltà le suggeriva di credere, e non sapeva di anticipare le richieste di perdono per i peccatori che avrebbe fatto ai piedi della Croce insieme al Figlio morente. 8.7 - Il dolore, Maria lo ha avuto dalle prime ore della vita. Esser perfetta come Ella era, era possedere anche una perfetta sensibilità. Perciò più acuto doveva essere il sacrificio. Ma per questo più meritorio. Chi possiede purezza possiede amore, chi possiede amore possiede sapienza, chi possiede sapienza possiede generosità ed eroismo perché “sa” il perché per cui si sacrifica. 8.8
- Maria era la Piena di Grazia. Tutta la Grazia Una e Trina era in Lei. Tutta la Grazia Una e Trina la preparava come Sposa alle Nozze, come Talamo alla Prole, come Divina alla sua Maternità e alla sua missione. Essa è Colei che conclude il ciclo delle Profetesse dell’Antico Testamento e apre quello dei “portavoce di Dio” nel Nuovo Testamento. Arca vera della Parola di Dio, guardando nel suo seno in eterno inviolato, scopriva, tracciate dal dito di Dio sul suo cuore immacolato, le parole di Scienza eterna e ricordava come tutti i santi, di averle già udite nell’essere generata col suo spirito immortale da Dio Padre Creatore di tutto quanto ha vita. 10.10
- Eva seconda, Maria, ha dovuto conquistarsi la sua parte di merito nell’essere la Madre del Cristo con una fedele buona volontà, che Dio ha voluto anche nel suo Cristo per farlo Redentore.
Lo spirito di Maria era in Cielo. Il suo morale e la sua carne sulla terra e dovevano calpestare terra e carne per raggiungere lo spirito e congiungerlo allo Spirito nell’abbraccio fecondo. 10.10 - Gioia di essere Madre. (…) (17.9) Gioia di essere Quella per cui la pace si rinsaldava fra Cielo e terra. (…)
Gioia d’aver fatto felice Iddio: gioia di credente per il suo Dio fatto felice. Oh, l’aver levato dal cuore di Dio l’amarezza della disubbidienza di Eva! Della superbia di Eva! Della sua incredulità. (…)
Io ho percorso a ritroso le vie dei due peccatori. Ho ubbidito, in tutti i modi ho ubbidito. 17.13 - Io sola, senza macchia e che non avevo avuto coniugio umano, fui esente dal generare con dolore. La tristezza e il dolore sono i frutti della colpa. Io che ero l’Incolpevole dovetti conoscere anche il dolore e la tristezza, perché ero la Corredentrice, ma non conobbi lo strazio del generare. (…) Il Figlio, nato dal più sublime amore che abbia mai visto il Cielo, dall’amore di un Dio con una vergine, dal bacio di fuoco, dall’abbraccio di Luce che si fecero Carne e di un seno di donna fecero il Tabernacolo di Dio. (…) 23.9
- Io sono l’Eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel seno mio, come l’Ostia nell’ostensorio. Chi viene a Me, Lui trova. Chi a Me si appoggia, Lui tocca. Chi a me si volge, con Lui parla. Io sono la sua Veste, egli è l’Anima mia. Più unito ancora, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che mi cresceva in seno, il Figlio mio è unito alla sua Mamma. Si assopisce ogni dolore e fiorisce ogni speranza e fluisce ogni grazia a chi viene a me e mi posa il capo sul seno.
Io prego per voi, ricordatevelo. La beatitudine d’essere nel Cielo, vivente nel raggio di Dio, non mi smemora dei miei figli che soffrono sulla terra. Io prego, tutto il Cielo prega, poiché il Cielo ama. Il Cielo è carità che vive, e la carità ha pietà di voi, ma non ci fossi che io, vi sarebbe già sufficiente preghiera per i bisogni di chi spera in Dio, poiché io non cesso di pregare per voi tutti, santi e malvagi, per dare ai santi la gioia, per dare ai malvagi il pentimento che salva. 23.10 - Pensa e ricorda che ho posseduto Dio attraverso un dolore sempre crescente. E’ sceso in me col Germe di Dio e come albero gigante è cresciuto sino a toccare il Cielo con la vetta e l’inferno con le radici, quando ricevetti nel grembo la spoglia esamine della Carne della mia carne e ne vidi e numerai gli strazi e ne toccai il Cuore squarciato, per consumare il dolore sino all’ultima stilla. 24.10
- Se io non fossi stata umile sino al limite estremo, come ho detto a Giuseppe, non avrei meritato di portare in me Colui che per cancellare la superbia nella razza, annichiliva Sé: Dio, all’umiliazione d’essere uomo. 26.7
- Io, Maria, ho redento la donna con la mia Maternità divina, ma non fu che l’inizio della redenzione della donna, questo. Negandomi ad ogni umano sponsale col voto di verginità, avevo respinto ogni soddisfazione concupiscente meritando grazia da Dio. Ma non bastava ancora, perché il peccato di Eva, era albero di quattro rami: superbia, avarizia, golosità, lussuria e tutti e quattro andavano stroncati prima di sterilire l’albero dalle radici. 29.7
Umiliandomi sino al profondo, ho vinto la superbia. (…)
Ho vinto l’avarizia dei Progenitori, rinunciando in anticipo di tempo alla mia Creatura. (…)
Ho vinto la golosità, del sapere e del godere, accettando di sapere unicamente ciò che Dio voleva sapessi, senza chiedere a me o a Lui più di quanto mi fosse detto. Ho creduto senza investigare. (…)
Ho vinto la lussuria, la quale è la golosità portata all’ingordigia. Perché ogni vizio non frenato conduce ad un vizio più grande. La golosità di Eva, già riprovevole, la condusse alla lussuria. (…) 29.11 Eppure non bastava ancora per ottenere alla donna la pace perduta da Eva. Quella ve la ottenni ai piedi della Croce. 29.12- E’ Maria che prende la mano di Gesù (nella visione dei Magi), che non sa ancora benedire e la guida nel gesto santo.
E’ sempre Maria che prende la mano di Gesù e la guida. Anche ora. Ora Gesù sa benedire, ma delle volte la sua mano trafitta cade stanca e sfiduciata perché sa che è inutile benedire. Voi distruggete la mia benedizione. Cade come sdegnata perché voi mi maledite e allora è Maria che leva lo sdegno a questa mano, col baciarla. Oh, il bacio di mia Madre! Chi resiste a quel bacio? E poi prende con le sue dita sottili, ma così amorosamente imperiose, il mio polso e mi forza a benedire. Non posso respingere mia Madre, ma bisogna andare da Lei per farla Avvocata vostra.Essa è la mia Regina, prima d’essere la vostra ed il suo amore per voi ha indulgenze che neppure il mio conosce. Ed essa, anche senza parole ma con le perle del suo pianto e col ricordo della mia Croce, il cui segno mi fa tracciare nell’aria, perora la vostra causa e mi ammonisce: “Sei il Salvatore, salva”. 34.17 - Maria fu e rimase vergine e l’anima sola fu sposata a Giuseppe, come lo spirito suo fu congiunto unicamente allo Spirito di Dio e per opera di Lui concepì l’Unico suo portato: Io, Gesù Cristo, Unigenito di Dio e di Maria. 35.10
- La Mamma mia. Dottore come nessun’altro in Israele, questa dolce Madre mia. Sede della Sapienza, della vera Sapienza, ci istruì per il mondo e per il Cielo. Dico: “ci istruì” perché fui suo scolaro non diversamente dai cugini. E il “sigillo” fu mantenuto sul segreto di Dio, contro l’indagare di Satana, mantenuto sotto l’apparenza di una vita comune. 38.9
- Ella s'è data a Dio sin da quelle prime luci della sua alba nel mondo. E più ancora s'è data quando mi ebbe, per essere dove Io sono, sulla via della missione che mi viene da Dio. Tutti mi lasceranno in un’ora; magari per pochi minuti, ma la viltà sarà padrona di tutti e penserete che fosse meglio, per la vostra sicurezza, non avermi mai conosciuto, ma Lei, che ha compreso e che sa, Lei sarà sempre meco. E voi tornerete a essere miei per Essa. Con la forza della sua sicura, amorosa fede, Ella vi aspirerà in sé e perciò riaspirerà in Me, perché Io sono nella Madre ed Ella è in Me e noi in Dio. 51.4
- E ’ Lei l’Iniziatrice della mia attività di miracolo e la prima Benefattrice dell’umanità.(…) Il mio primo miracolo è avvenuto per Maria. Il primo. Simbolo che Maria è la chiave del miracolo. Io non ricuso nulla alla Madre mia e per la sua preghiera anticipo anche il tempo della grazia. Io conosco mia Madre, la seconda in bontà dopo Dio. So che farvi grazia è farla felice, poiché è la Tutta Amore. 52.9
- Mia Madre è l'abisso della purezza, della grazia, della carità, dell'ubbidienza, dell'umiltà, d'ogni altra virtù che è di Dio e che Dio infonde ai suoi santi. 127.5
- Essendo venuto il tempo della Grazia, Dio si preparò la sua Vergine. Voi bene potete comprendere come non potesse risiedere Dio là dove Satana aveva messo un incancellabile segno. Perciò la Potenza operò per fare il suo futuro tabernacolo senza macchia. E da due giusti, in vecchiezza, e contro le regole comuni del procreare, fu concepita Quella su cui non è macchia veruna. (…. vedi Angeli) E il mondo, da quel momento, ebbe l’Adoratrice; e Dio, da quel momento, poté guardare un punto della terra senza averne disgusto. E nacque una creaturina: l’amata di Dio e degli angeli, la Consacrata a Dio, la santamente amata dai parenti. (….) 136.6
- Mia Madre fu la Fanciulla del Tempio dai tre ai quindici anni e affrettò la venuta del Cristo con la forza del suo amare. Vergine avanti il suo concepimento, vergine nelle oscurità d’un seno, vergine nei suoi vagiti, vergine nei suoi primi passi, la Vergine fu di Dio, di Dio solo e proclamò il suo diritto, superiore al decreto della Legge d’Israele, ottenendo dallo sposo a Lei datole da Dio di rimanere inviolata dopo le nozze.
Giuseppe di Nazareth era un giusto. Solo a lui poteva essere dato il Giglio di Dio e solo lui lo ebbe. E, angelo nell’anima e nella carne, egli amò come amano gli angeli di Dio. L’abisso di questo forte amore, che ebbe tutte le tenerezze coniugali senza sorpassare la barriera di celeste fuoco oltre la quale era l’Arca del Signore, sarà compreso solo da pochi sulla terra. E’ la testimonianza di ciò che può un giusto, sol che voglia. (…)
Ancora era Maria nella sua casa, in attesa dell'unione con lo sposo, quando Gabriele, l’angelo dei divini annunzi tornò sulla terra e chiese alla Vergine d’essere Madre. Già aveva promesso al Sacerdote Zaccaria il Precursore e non era stato creduto. Ma la Vergine credette che ciò potesse essere per volere di Dio e, sublime nella sua ignoranza, chiese solo: “Come ciò può avvenire? “ (…) - Vedi pag. 21 - Ora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo attendono la tua ubbidienza per compiere la promessa. Già è il Precursore del Cristo nel seno di Elisabetta, tua cugina, e se tu consenti, lo Spirito Santo scenderà su te e santo sarà Colui che da te nascerà e porterà il suo vero Nome di Figlio di Dio. 136.6 vedi pag.21 - "Ecco l’Ancella del Signore. Si faccia di me secondo la sua parola”. E lo Spirito di Dio scese sulla sua Sposa e nel primo abbraccio le impartì le sue luci, che sopraperfezionarono le virtù di silenzio, umiltà, prudenza, e carità di cui Ella era piena, ed Ella fu tutt’una con la Sapienza, e non più fu scindibile dalla Carità, e l’Ubbidiente e Casta si perse nell’oceano dell’Ubbidienza che Io sono, e conobbe la gioia d'essere Madre senza conoscere il turbamento d'essere sfiorata. 136.6
- Seguite l’esempio della Maestra mia (...) e di tutti coloro che vogliono formarsi nella Grazia e nella Sapienza.
Seguite la sua parola. E’ la mia fatta più dolce. Nulla vi è da aggiungere ad essa perché è la parola della Madre della Sapienza. 157.8 - La nuova Eva è stata concepita dal Pensiero ai piedi del paradisiaco pomo, perché del suo riso e del suo pianto fugasse il serpente e disintossicasse l’atossicato frutto.
Lei si è fatta albero dal frutto redentore. Mangiatene amici, perché nutrirsi della sua dolcezza è nutrirsi del miele di Dio. 207.10 - Si rigenerano le anime presso la Generatrice senza macchia, presso quella che è tanto Vita d'aver ottenuto di avere dato al mondo il Cristo che è la Vita. (….)
Porto di Pace, che il raggio soave della viva Stella Maria, chiama al quel seno d’Amore per amore, muto ed attivo del Figlio suo. 237.8 - Mia Madre, prima di Me, va trasfigurata agli occhi dei più meritevoli, per mostrarla quale Essa è. (…)
Vieni qua, Madre mia. Non arrossire. Non ritrarti intimidita, colomba soave di Dio. Tuo Figlio è la Parola di Dio e può parlare di te e del tuo mistero, dei tuoi misteri, o sublime Mistero di Dio. (…)
L’anima ha vita, esiste dal momento in cui Dio la pensa. E’ il Pensiero di Dio che la crea. L’anima di mia Madre è da sempre pensata da Dio. Perciò è eterna nella sua bellezza, nella quale Dio ha riversato ogni perfezione per averne delizia e conforto.
Prov.8 (Dio mi possedette all’inizio delle sue opere …)
Sì, o Madre, di cui Dio, l’Immenso, il Sublime, il Vergine, l’Increato, era gravido, e ti portava come il suo dolcissimo pondo, giubilando di sentirti agitarti in Lui, dandogli i sorrisi dei quali fece il Creato! Tu che a dolore partorì per darti al Mondo, anima soavissima, nata dal Vergine per essere la “Vergine”, Perfezione del Creato, Luce del Paradiso, Consiglio di Dio, che guardandoti poté perdonare la Colpa, perché tu sola, sai amare come tutta l’Umanità messa insieme non sa amare. In te il Perdono di Dio! In te il Medicamento di Dio, tu carezza dell’Eterno sulla ferita dall’uomo fatta a Dio! In te la Salute del mondo, Madre dell’Amore Incarnato e del concesso Redentore! L’anima della Madre mia! Fuso nell’Amore col Padre Io ti guardavo dentro di Me, o anima della Madre mia! …. E il tuo splendore, la tua preghiera, l’idea d'essere da Te portato mi consolava in eterno del mio destino di dolore e di esperienze disumane di ciò che è il mondo corrotto per il Dio perfettissimo. Grazie, o Madre! 348.9 – 348.10 - Amatevi e amatemi in Maria. Non fallirete mai perché Ella è l’Albero della Vita, la vivente Arca di Dio, la forma di Dio, in cui la Sapienza si fece una Sede e la Grazia si fece Carne. 583.9
- (Maria è la) perla nata nell’Oceano della Trinità per portare sulla terra la seconda Persona. Ella è compatta intorno al suo fulcro che è scintilla dell’Amore eterno. Scintilla che trovando in Lei rispondenza, ha generato i vortici della Divina Meteora, il Cristo stella del mattino. 629.8
- Maria, come Corredentrice dovette patire, nel suo cuore e nel suo spirito immacolati, quanto il Figlio suo patì nella carne, nel cuore e nello spirito santissimo.
Per la pienezza dei doni divini che era in Lei , Maria conobbe anticipatamente o contemporaneamente e intellettivamente tutta la complessa sofferenza del Figlio suo. Sulla sua anima di Immacolata, piena della luce Dio, si proiettò sempre l’ombra dolorosa della Croce e di tutte le lotte e ostacoli che avrebbero preceduta la passione e afflitto il suo Gesù. (Nota a pag.718- 4°vol. ediz 1975 nel corso del capo 242.6).