Santo Rosario
NOTA
I riferimenti posti in calce ai singoli brani tratti da "L'Evangelo come mi è stato rivelato" si riferiscono ai numeri progressivi dei vari capitoli ed alla numerazione interna ad ogni singolo capitolo (ediz. 2005).
I riferimenti relativi ai brani tratti dai Quaderni si riferiscono alla data in cui il brano è stato scritto.
I riferimenti relativi ai brani tratti dal Libro di Azaria si riferiscono alla pagina (ediz. 1972).
I riferimenti relativi ai brani tratti da Lezioni sull'epistola di Paolo ai romani si riferisce alla pagina (ediz.'86)
1° MISTERO GAUDIOSO - L’Annuncio dell’Angelo a Maria
- “Ecco l’Ancella del Signore. Si faccia di me secondo la sua parola”. E lo Spirito di Dio scese sulla sua Sposa e nel primo abbraccio le impartì le sue luci, che sopra perfezionarono le virtù di silenzio, umiltà, prudenza e carità di cui Ella era piena ed Ella fu tutt’una con la Sapienza e non fu più scindibile dalla Carità e l’Ubbidiente e Casta si perse nell’oceano dell'Ubbidienza che Io sono e conobbe la gioia d’esser Madre senza conoscere turbamento d’essere sfiorata. 136.6
- Maria fu contenta di dire “si” non per la gloria e la gioia sua, ma perché era venuto il tempo della Redenzione dell’uomo e del perdono di Dio all’uomo. 347-44
- Oh! Sublime manifestazione dell’Amore, nella casa verginale di Maria! L’Amore che si manifesta in tutto il suo amore, riversandosi sull’Amorosa per generare il Salvatore! Az.9.6.46
- In Maria, paradiso vivo dove la Trinità prende le sue compiacenze, l’amore di Dio prese Carne, il Verbo amato dal Padre s’incarnò per essere offerto vittima per la salute del mondo. Rm. 92
- “Ecco la serva del Signore, si faccia di me come la sua parola vuole” fu il “Sia la Luce” della più vera creazione, della “ricreazione” dell’uomo a figlio di Dio ed erede del Regno dei Cieli. Rm.93
- Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del suo altissimo “fiat” e del suo castissimo sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata ad una missione di redentrice, il dolore superò sin dal primo momento la beatitudine. Congiunta allo Spirito di sapienza, Ella ebbe rivelato allo spirito quale futuro era riserbato alla sua Creatura e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Maria. 7.9.43
2° MISTERO GAUDIOSO - La visita di Maria alla cugina Elisabetta
- Maria fu felice non per la lode datale dalla cugina, ma per aver dato inizio alla redenzione santificando il Battista col portargli Gesù
- Il Battista trabalzò nel seno della madre sua ricevendo l’onda della Grazia emanante da Maria e ne rimase santificato. 28.11.43
3° MISTERO GAUDIOSO - La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme.
- Il Padre ha mandato il suo Verbo fra gli uomini, lo ha vestito di Carne pura, santa e immacolata perché la Sapienza di Dio parlasse agli uomini, li ammaestrasse e li redimesse dalla grande Colpa e camminando sulle vie di Dio abbiano la vita eterna e gloriosa. 191-Rm
- La beatitudine di Maria non fu unicamente per essere divenuta, senza dolore o macchia alla sua verginità, madre, e nemmeno per la grazia di poter baciare Iddio suo Figlio, ma perché la terra aveva ormai il Salvatore. 13.5.44
- La Luce era ormai sulla Terra e dai Cieli aperti la luce scendeva a ondate di angeli annullando col suo paradisiaco splendore la luminosità degli astri della notte serena. Non fu percepita dai dotti, dai ricchi, dai sazi di piaceri, ma fu diana agli umili lavoratori che compivano il loro dovere.
E ai pastori fu manifestato Dio e i pastori furono chiamati a testimonio del prodigio di Dio. Nella luce divenuta ormai sfolgorante perché tutto il Cielo era sulla e nella grotta, l’Emmanuele fu visibile ai secondi redenti della terra: ai lavoratori. 28.11.43
- Maria, Porta chiusa che neppure per la più santa delle maternità s'aprì perché, per modo noto a Dio solo, così come Dio, passando per il vestibolo ardente di carità di Maria, entrò in Lei, altrettanto venne alla luce, Egli Luce e Amore Infiniti, mentre l’estasi ardeva Maria e faceva di Lei un rutilante altare su cui l’Ostia fu posata e offerta perché fosse Salute agli uomini. 619.50
- Mirate il Cristo bambino vagente in una grotta e non ne avete paura, anzi quella debolezza umana attira la vostra debolezza spirituale che non si sente sconfortata nè spaurita davanti al Dio Infante, al Dio che si è innichilito, Egli l'Immenso, in piccole membra bisognose di tutti gli aiuti. Rm. 149 - 28.5.48
4° MISTERO GAUDIOSO - La presentazione di Gesù Bambino al Tempio
- Maria affida da Mamma, nelle mani del sacerdote, il suo Bambino e in Lui adora il suo Dio che entra nella sua Casa. Ogni cosa della Legge si compie: l’offerta, il sacrificio, il riscatto. Al sacerdote viene affidato un bambino: per lui è solo uno dei tanti. Ma a chi ha cuor di bimbo viene svelato il mistero del Padre: Questo Bimbo sarà posto quale segno di contraddizione, per la salvezza e la rovina di molti. Alla Madre una spada trafiggerà l’anima.
5° MISTERO GAUDIOSO - Il ritrovamento di Gesù Bambino al Tempio
- Amore di Madre, amore di padre per il fanciullo smarrito. Tremore di custodi per il Messia che poteva essere disvelato anzitempo. Terrore di aver mal tutelato la Salute del mondo e il grande dono di Dio. 136.10
- Mirate il Cristo fanciullo e non ne avete paura. La sua sapienza è dolce. Con poche parole vi indica la via sicura per giungere alla Casa del Padre: "Occuparsi di ciò che vuole Dio, di ciò che va dato a Dio". Tutta la Legge è in questa risposta breve e sapiente. 149-rm - 28.5.48
- Io cercavo Gesù, smarrito non per mia colpa né per quella dello sposo mio. Il mio Bambino aveva voluto fare ciò per dare il primo appello ai cuori e dir loro: “L’ora di Dio è giunta”. 20.5.44
- Quando la Grazia muore, ecco che si smarrisce Dio. Quando Dio vuol portare ad una più grande Grazia, ecco che Egli si nasconde. Nell’uno e nell’altro caso è la desolazione. 20-5-44
- L’allegrezza viene non già unicamente per il mio amore di Madre che cessa di soffrire poiché il Figlio smarrito è ritrovato. Sarebbe stato egoismo. Ma era inesprimibile gioia udendo echeggiare per la prima volta la “Buona Novella” e comprendendo che essa, con anticipo di qualche anno, cadeva in qualche cuore e vi germogliava in pianta eterna. 13.5.44
1° MISTERO LUMINOSO - Il Battesimo di Gesù al Giordano
- Gesù non aveva bisogno di battesimo, ma la sapienza del Signore aveva scelto quel modo e quel momento per la terza manifestazione del Cristo, perché gli uomini non avessero scuse o dubbi nel seguirlo.
- La Colomba divina scende su Gesù insieme alla voce potente del Padre che annuncia: “Ecco il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto”.
2° MISTERO LUMINOSO - Gesù alle nozze di Cana
- Il primo miracolo si compì grazie all’intervento di Maria, affinché tutti gli uomini imparino che a Maria nulla è negato né in terra né in Cielo. Per le sue mani, le grazie piovono abbondanti sul mondo. Perciò è impossibile salvarsi senza Maria. Ella è la Porta del Cielo e quanti vogliono entrare, dovranno farlo attraverso Maria. 52.9
3° MISTERO LUMINOSO - L’annuncio del Regno di Dio
- Il Regno di Dio nel mondo e nei cuori si fonda con il ritorno alla Legge mosaica e con la sua applicazione totale, in sé stessi e in ogni evento della vita.
- Il Regno di Dio non è di questo mondo, ma è quel Regno tutto spirituale, dei Cieli, il cui preludio è una vita cristiana, ossia una vita i cui valori preponderanti sono quelli dello spirito.
Il Regno di Dio nel mondo e nei cuori si fonda osservando i 10 comandi della Legge.
4° MISTERO LUMINOSO - La Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor
- Al Figlio di Dio che si manifesta tale, si unisce il Padre Dio con le sue parole: “Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo” e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.
- Dopo aver scosso la fede dei suoi discepoli con il preannuncio della sua morte, Gesù aumenta tal fede col suo trasfigurarsi.
5° MISTERO LUMINOSO - L’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima Cena
- Dio, essendo Onnipotente, non potè dare di più, essendo Sapientissimo, non seppe dare di più, Ricchissimo, non ebbe da dare di più dell’Eucaristia.
- Gesù volle rimanere insieme agli uomini e per amore diventò loro alimento, affinché l’uomo partecipasse della sua vita divina e potesse, con quella forza che dà all’anima questo sublime cibo, difendersi contro tutte le insidie degli spiriti maligni.
- L’Eucaristia è il miracolo più grande, più santo di Dio. E’ Dio perché nell’Eucaristia vi è il Figlio di Dio, Dio come il Padre, Dio fatto Carne per l’Amore, ossia per Dio che l’Amore è, e per opera dell’Amore, ossia per opera della Terza Persona. E’ Dio perché è miracolo d’Amore e Dio è dove è amore. L’amore testimonia Dio più d'ogni parola o devozione, o atto, o opera. Questo miracolo è vero, è santo e va venerato con il massimo dei rispetti. 27.12.44
1° MISTERO DOLOROSO - l’Agonia di Gesù nell’orto degli ulivi
- Gesù è uno straccio d’uomo su cui preme tutto il peccato del mondo, su cui si abbatte tutta la Giustizia del Padre, su cui scende la tenebra, la cenere, il fiele, quella tremenda, tremendissima cosa che è l’abbandono di Dio mentre Satana lo tortura. E’ l’asfissia dell’anima ….. 602.17
- “Dio! Dio! Dio!” Lo chiama ad ogni battito di cuore e pare che ad ogni battito il sangue trabocchi. La stoffa tesa sulle spalle se ne imbibisce e torna scura nonostante il grande chiarore lunare che lo fascia tutto.
E appare tutta la tremenda agonia nel sangue che trasuda dai pori. Le ciglia, i capelli, i baffi, la barba sono asperse di sangue. Sangue cola dalle tempie, sangue sgorga dalle vene del collo, sangue gocciano le mani. Nel viso solo le lacrime fanno due righe nette fra la maschera rossa. 602.18
- Gesù ha preso su di sé le nostre sozzure, quelle passate, quelle del momento e quelle future. Sommerso dal peccato di tutto un mondo non osava neppure alzare gli occhi a cercare il Cielo, e gemeva sentendo pesare su di lui il corruccio del Padre accumulato da secoli, cosciente delle colpe avvenire, un diluvio di colpe sulla terra, dalla sua alba alla sua notte. Un diluvio di maledizioni sul Colpevole, sull’Ostia del Peccato. 14.6.44
- Di Me inorridì l’Altissimo perché ero il Peccato, avendo preso su di Me tutto il peccato del mondo. Ho sudato di ribrezzo. Sangue ho sudato per il ribrezzo di questa lebbra su Me che ero l’Innocente. Il sangue m’ha rotto le vene nello schifo di questo fetido stagno in cui ero sommerso. 14.6.44
2° MISTERO DOLOROSO - Gesù è flagellato alla colonna
- Tutto il dolore dei secoli e del mondo, hanno lavorato Gesù con scalpello e mazzuolo, nelle ore che vanno dal vespro del giovedì all’ora di nona di venerdì.
- La flagellazione fa inorridire chi la medita e agonizzare chi la prova. Ma fu strazio di un’ora. Voi che mi tradite mi flagellate il Cuore. Sono secoli che lo fate. 14.6.44
3° MISTERO DOLOROSO - Gesù è incoronato di spine
- La mia Testa fu torturata da mille torture: delle percosse, del sole, delle urla, delle spine, per riparare alle colpe della vostra mente. Superbia, impazienza, insopportabilità, insofferenza pullulano come un fungaio nel vostro cervello. Io ho fatto di esso un organo torturato, chiuso in uno scrigno decorato di sangue, per riparare a tutto ciò che sgorga dal vostro pensiero. 20.2.44
- Gesù è coronato di spine, deriso, salutato quale re da burla, schiaffeggiato.
4° MISTERO DOLOROSO - Gesù sale il Calvario carico della Croce
- Gesù sale il Calvario sfinito da una immensa sofferenza e dal peso della Croce che porta con mansuetudine e amore.
I piedi lasciano sul terreno impronte di sangue, le mani stringono la Croce che pesa sulla spalla piagata, il corpo è lacerato e contuso dalla terribile flagellazione subita, dal capo scendono rivoli di sangue che escono dalle ferite aperte dalla coronazione di spine.
5° MISTERO DOLOROSO - La crocifissione e la morte di Gesù
- Nell’ora di nona, segnata dall’ultima stilla di Sangue divino. discese dal Cielo la Redenzione, uscendo come fiume di salute dai due Cuori innocenti e piagati del Figlio e della Madre. Infatti non solo per i meriti di Gesù, noi abbiamo la Vita, ma anche per quelli di Maria. 144-rm
- Per Adamo l’Umanità ha ereditato la Colpa e le sue conseguenze. Per mezzo di Gesù-Salvatore-Redentore, ha ottenuto la guarigione, anzi la “ri-creazione” nella Grazia vita dell’anima. Per i sacramenti da Lui istituiti, le virtù che essi infondono, i doni dello Spirito Santo, ha ottenuto anche i mezzi per crescere sempre più nella perfezione. Rm. 145
- E’ per il dolore e la morte che Gesù fu il Salvatore. Fu per il dolore e la morte che Gesù raggiunse il fine per cui si fece Uomo e compì il disegno di Dio: quello di fare del suo Unigenito, “il Verbo, l’Uomo-Dio “perché potesse essere il Redentore e Datore della Grazia ai figli di Adamo. Rm.177
- E’ ancora e sempre per il dolore e l’olocausto che l’uomo salva, continuando l’opera di salute iniziata dal Cristo. Il dolore meditato, compreso, contemplato soprannaturalmente non è castigo del rigore divino, ma è grazia dell’amore divino. Grazia che Dio concede ai suoi figli migliori per farne dei cristi per compartecipazione. Rm.177
- Tutti i peccati ha scontato Gesù nel suo Corpo S.S. Perché noi potessimo rivestirci della veste di nozze pura e ornata, Egli si è rivestito di piaghe, trafitture, lividure e sangue.
L’ira di Dio si è abbattuta su di Lui, l’ira per i nostri infiniti peccati, dal primo Peccato, padre di ogni altro, all’ultimo che sarà compiuto, e la Giustizia ha inchiodato ogni colpa e l’ha spenta sul suo Corpo innocente. Rm.184
- Dalla testa ai piedi non fu più che una sola ferita. Non si poterono contare le ferite sparse sull’Immenso che si fece limitato in una carne espiatoria, perché ogni piaga e lividura era la somma di molte ferite e percosse patite per consumare i peccati del mondo. Rm. 185
- Il sacrificio della passione e morte del Redentore resta sospeso nel tempo. Agli occhi di molti passò inavvertito, perché Gesù non fu riconosciuto come Figlio di Dio. Per coloro invece che confidano in Lui, esso si rinnova in maniera incruenta nel sacrificio dell’Altare, quale dono fatto agli uomini da Dio, il quale vuole che tutte le generazioni partecipino al santo mistero della Croce, in cui meglio si dimostra l’amore di Dio per le sue creature.
Il Calvario è il culmine dell’amore divino.
- Sotto la Croce non vi sono gli amici e i discepoli, non vi sono tutti coloro che da Gesù sono stati in tante maniere beneficati. Vi è un gruppo di poveri figli accecati dall’odio e spinti a disumana ferocia per rendergli più amara l’ingratitudine e più profondo il suo abbandono.
Così per il suo dolore, lo scherno; per le sue cadute, lo sdegno; per le sue ferite, gl'insulti; per il suo corpo immolato, l’oltraggio; per i gemiti della sua agonia, le bestemmie; per l’offerta suprema della sua vita, il vilipendio e il rifiuto.
Il Cuore di Gesù viene squarciato da questo immenso abbandono, ancora prima d'esserlo dalla lancia del soldato romano.
- Dio ha voluto Maria sul Calvario per mescolare l’acqua del pianto verginale al vino del Sangue divino e celebrare la prima Messa ….. La Messa: la morte di Gesù applicata in perpetuo al genere umano vivente o penante. 587.7
1° MISTERO GLORIOSO - La Risurrezione di Gesù
-
Il “Voglio” del divino Spirito alla sua fredda Carne non ha suono. Esso è detto dall’Essenza alla Materia immobile, ma nessuna parola viene percepita da orecchio umano.
La Carne riceve il comando e ubbidisce ad esso con un profondo respiro … Sotto il Sudario e la Sindone, la Carne gloriosa si ricompone in bellezza eterna, si desta dal sonno di morte, ritorna dal “niente” in cui era, vive dopo essere stata morta ….
E’ la “Luce” che ha preso corpo. Non la povera luce della Terra, non la povera luce degli astri, non la povera luce del sole, ma la Luce di Dio: tutto il fulgore paradisiaco che si aduna in un solo Essere e gli dona i suoi azzurri inconcepibili per pupille, i suoi fuochi d’oro per capelli, i suoi candori angelici per veste e colorito …. … l’amore di Dio, l’amore a Dio, tutto questo è la Luce che è, che forma, il Cristo Risorto. 617.4 -
Nella Risurrezione sta la prova innegabile della vera personalità di Gesù di Nazareth, il Cristo, l’Emmanuele, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo. Perché solo un Dio poteva da Sé risuscitare Se stesso nella sua parte umana, dopo tal morte e tal sepoltura e risuscitare glorioso, senza tracce di ferite, fuor di quelle salutifere delle cinque piaghe; fatto bellissimo, ancor più maestoso e potente, della bellezza dei corpi glorificati. 186-rm
- Gesù è risorto e asceso al Cielo non solo per darci la prova principale della sua Divinità, ma anche per darci promessa e garanzia della risurrezione finale della carne e dell’esistenza del Regno dei Cieli. 167-rm
- La mattina della Risurrezione potei contemplare il Corpo glorificato del Figlio mio. Entrò col raggio del sole, inferiore a Lui di splendore e lo vidi nella sua Bellezza perfetta, mio perché io l’avevo formato, ma Dio perché ormai Egli aveva superato l’ora umana e tornava al Padre. 8.12.43
- Dopo il Sacrificio, il mio vero Corpo, pur restando vero Corpo, assunse la libera bellezza e potenza dei corpi glorificati, quella che sarà anche la vostra. Quella in cui la materia somiglierà allo spirito con il quale visse e lottò per farsi regina come esso re. E il Corpo fu glorioso come lo Spirito che in esso era divino, non più soggetto a tutto quello che prima lo mortificava e lo spazio non fu più ostacolo, né ostacolo il muro, né ostacolo la lontananza, né ostacolo l’essere Io qui nel Cielo, voi li sulla terra. 19.1.47
- Io, alla prima alba del terzo giorno, sono sceso come sole che scende e del mio fulgore ho sciolto i sigilli umani, così inutili davanti alla potenza d'un Dio, della mia forza ho fatto leva per ribaltare l’inutilmente vegliata pietra, del mio apparire ho fatto folgore che ha atterrato le tre volte inutili guardie messe a custodia d'una morte che era Vita, che nessuna forza umana poteva impedire di essere tale. 620.2
- Scuoto i lini di morte, getto l’involucro degli unguenti. Non ho bisogno di essi per apparire Bellezza eterna, eterna Integrità. Io mi rivesto di veste che non è di questa terra, ma tessuta da Colui che mi è Padre e che tesse la seta dei gigli verginali. Sono vestito di splendore. Mi orno delle mie piaghe che non gemono più sangue, ma sprigionano luce. 620.3
2° MISTERO GLORIOSO - Gesù che ascende al Cielo
- Gesù ascende al Cielo, Parola e Carità eterna che sempre parlerà, che sempre accenderà gli uomini di buona volontà d'amore per Lui, e l’umanità lo vede ascendere nella luce del sole, più splendente di esso per la luminosa bellezza e proprietà dei corpi gloriosi. 190-rm
- Si trasfigura in bellezza. Bello! Bello come e più che sul Tabor. Cadono tutti in ginocchio adorando. Il Dio Uomo ascende col suo Corpo Santissimo al Cielo e ne svela le Piaghe gloriose che splendono come rubini vivi. Il resto è un perlaceo ridere di luce. E’ veramente la Luce che si manifesta per ciò che è, in quest’ultimo istante come nella notte natalizia. Sfavilla il Creato della luce del Cristo che ascende. 638.23
3° MISTERO GLORIOSO - La discesa dello Spirito Santo sopra Maria Vergine e gli Apostoli
- Quando lo Spirito del Signore scese ad investire della sua Potenza i 12 riuniti nel Cenacolo, s'effuse anche su Me (dice Maria). Ma se per tutti fu una conoscenza che li rese cogniti della 3° Persona della SS. Trinità e dei suoi divini doni, per Me non fu che un più vivo ritrovamento. Per tutti fu fiamma, per me fu bacio.
Egli, l’eterno Paraclito, m’era già Sposo da trentaquattro anni ed il suo Fuoco m’aveva talmente posseduta e penetrata da fare del mio candore un corpo di Madre. 18.12.43
- Gli Apostoli furono trasformati da uomini in voci di Dio per l’opera del Paraclito e per preparazione propria d'ubbidienza e preghiera. Az.9.6.36
4° MISTERO GLORIOSO - Maria assunta in Cielo in anima e corpo
- Il mio dolce Gesù era ben presente col Padre quando l’Amore ossia lo Spirito Santo, mi dette il terzo bacio della vita, quel bacio così talmente divino che in esso l’anima spirò, raccolta come goccia di rugiada bevuta dal sole dal centro di un giglio e io ascesi col mio spirito osannante in mezzo ai miei Tre, che adoravo e adoro, come perla in un castone di fuoco, seguita dalla teoria degli spiriti angelici venuti al mio eterno natale e attesa sulle soglie dei Cieli dallo sposo terreno, dai Re e dai Patriarchi della mia stirpe, dai primi santi e dai primi martiri e il Cielo si rinchiuse sulla gioia di avermi, di avere la sua Regina la cui carne, unica fra tutte le carni mortali, conosceva la glorificazione avanti la risurrezione finale e l'ultimo giudizio. 18.12.43
5° MISTERO GLORIOSO - Maria incoronata Regina del Cielo e della terra
- Maria è in Cielo in corpo e anima, viva come era in terra, beata come Lei può esserlo, in Cielo. E Dio che inabitò in Lei sulla terra, inabita in Lei in Cielo. Nulla è mutato.
Messa al centro del divino Fuoco, che su Lei converge i suoi ardenti amori, Ella eternamente dice: “Ecco l’ancella, o Dio”.
- Fatta dalla bontà di Dio, Regina del Cielo, Maria può da Regina occuparsi di noi suoi figli, ed eletta com’è a sedere alla destra di Dio, può direttamente e con supplica potente, parlare, pregare, ottenere per noi. 348-44
- La regalità materna di Maria, tutta spirituale, si esercita sulla terra per ogni uomo, ma diventa efficace solo nella misura in cui viene vitalmente accettata.141-rm - 28.5.48
- Davanti ai Patriarchi e ai Santi, davanti agli Angeli ed ai Martiri, Dio pose Me assunta alla gloria del Cielo e disse: “Ecco l’opera perfetta del Creatore, ecco ciò che Io creai a mia immagine e somiglianza, frutto d'un capolavoro divino e creativo, meraviglia dell’Universo che vede chiuso, in un solo essere, il divino nello spirito immortale come Dio e come Lui spirituale, intelligente, virtuoso, e l’animale nella più perfetta carne alla quale ogni altro vivente nei tre regni del Creato, s'inchina. 18.12.43
- Questa è la mistica pietra di paragone, questa è l’anello di congiunzione fra l’uomo e Dio, questa è Quella che riporta i tempi ai giorni primi e dà al mio occhio divino la gioia di contemplare Eva che Io creai quale la creai e or fatta più bella poiché è la Madre di mio Figlio e la Martire del Perdono. Per il suo Cuore, che non conobbe macchia, Io apro i tesori del Cielo e per il suo capo che non conobbe superbia, del mio fulgore faccio corona e l’incorono, poiché m’è Santa, perché sia vostra Regina”. 18.12.43